Ylianor Nimesin
Maestro Bladesinger


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Località: Salerno Seaside
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Inviato: Gio Lug 10, 2008 12:14 am Oggetto: [Racconto] Midwinter in un cottage... |
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[Midwinter 1508 - Collina vicino Fisluh, in un cottage magico]
Jandhara era seduta a bordo del letto a castello, facendo ciondolare i piedi avanti e indietro, annoiata. Nella casa summonata erano rimaste solo lei, Raiden -che dormiva su un'altro letto- e Ishaara, intenta a preparare qualcosa sulle braci del camino.
Le finestre e le porte erano sbarrate magicamente mentre il resto del gruppo era sul tetto di vedetta a scrutare il boschetto dalla posizione rialzata che la collina forniva loro, cercando di individuare eventuali slaad che dovessero avvicinarsi troppo.
Addentò uno dei dolcetti che aveva portato nella sua capiente borsa conservante e sospirò: al Capo non era piaciuta la sua casetta magica...
-Rioth di merda!- Riflettè imbronciandosi, saltando giù dal letto con un sonoro STOMP. Ishaara sobbalzò voltandosi di scatto con sguardo corrucciato, forse attendendosi una di quelle curiose ranocchie troppo cresciute. La ragazza elfo si rilassò appena vide la nanetta sgambettare verso di lei con un sorriso stampato sul bel visino da folletto.
"Che fai?" Chiese Jandhara, speranzosa, cercando qualsiasi appiglio per distrarsi dalla noia.
Notò in quel momento che Ishaara sembrava stanca: era più pallida e la sua pelle che normalmente era un bel color caffellatte sembrava stranamente bianca, quasi come quella degli uomini del nord. "Stai bene?"
La mezzelfa annuì carezzandole i capelli. "Preparavo qualcosa da mangiare per le piccole vedette Waterdaviane*..." Spiegò, smettendo un attimo di rimestare il liquido nella pentola sul fuoco. "Sai che questa notte è Midwinter, piccola?" Sospirò appena, aggiustandosi i capelli nerissimi, così in contrasto con gli occhi verde mare.
Jandhara sembrò rifletterci, poi tirò fuori il piccolo taccuino zeppo di appunti su cui segnava ogni cosa. "E' vero!" Esclamò allegramente, poi si fece pensierora. "Cosa succede a Midwinter?" Chiese curiosa.
La ragazza sembrò un attimo persa nei suoi pensieri. "Si narra che sia la notte che precede il risveglio della Natura. Segna la fine del gelo e il ritorno della primavera e della luce..." Spiegò, ripetendo le parole che Shitsaia le aveva detto molto tempo addietro, quando lei era una bambina e sua madre viveva ancora con loro. La malinconia fece vacillare le sue parole, ma Jandhara sembrò non farci caso.
La nanetta infatti era come sempre curiosa. "Ma fà ancora freddo!" Obiettò. "...qualcosa non funziona..."
"Hai una candela?" Chiese la mezz'elfa, aggiustando meccanicamente la coda di cavallo di Jandhara. La nanetta frugò per qualche istante nella sua borsa, estraendone un paio di candele acciaccate ma ancora in grado di accendersi. Ishaara sorrise, prendendone una e dando l'altra alla nanetta, facendogliela accendere sulle braci. "Lacho calad, drego morn... Naur an edraith ammen" ** Sussurrò. posando la sua candela sul davanzale di una delle finestre sbarrate.
La nanetta copiò i suoi movimenti, trotterellandole dietro: fortunatamente conosceva l'elfico, e aveva capito il senso di quell'invocazione. "Da cosa ci proteggerà la fiamma?" Domandò, osservando affascinata le fiammelle delle candele ondeggiare ritmicamente.
Ishaara sorrise. "Abbiamo chiesto alla Signora della Luce protezione dal freddo che ci minaccia..." Le spiegò. "Quando ero piccola mia madre mi faceva intrecciare dei rametti di giunco a formare la croce di Angharradh***... diceva che ci avrebbe difeso dalle influenza maligne." Il suo pensiero si spinse indietro nel tempo.
Jandhara nel frattempo continuava ad armeggiare nella sua borsa. "Vanno bene lo stesso dei fili di rame?" Propose speranzosa.
Ishaara sorrise alla incredibile prontezza di risorse della nana. "Beh, non mi è mai capitato di usarne, ma và bene..." accettò accondiscendente, prendendo i fili lucidi ed intrecciandoli fermandosi di tanto in tanto a raccontare il significato di quello che stava facendo. "I quattro bracci della croce rappresentano le stagioni, e il centro è un cerchio che raffigura il ciclo delle stagioni, e della vita..." Spiegò.
"E' magico?" Chiese con occhio critico la nanetta. "Posso tenerlo?" Allungò impazientemente le mani verso la ragazza, sorridendo.
Ishaara si sentì contagiata dalla vitalità e dall'ottimismo della piccola amica. "Conservalo e la Dea ti assicurerà una lunga primavera..." Sussurrò, donandole il ciondolo appena completato.
Erano trascorse diverse ore, Jandhara e Raiden si erano ormai addormentati, e Ishaara era rimasta l'unica sveglia nella casa, intenta a fissare la fiamma delle candele che ardeva titubante nel buio della notte.
Approfittando del fatto che tutti dormissero, si sfilò l'armatura e la casacca, osservando la profonda ferita al torace provocata dagli artigli dello slaad rosso e deglutì ripensando alla descrizione fatta da Namir e Balugard relativa alla "nascita" di una larva di slaad da un povero malcapitato cacciatore.
Nella silenziosa solitudine della notte, improvvisamente le cose le sembravano nuovamente più cupe. -E se mi avesse davvero infestato con le sue uova?- Riflettè osservando la ferita, ma non riuscì a trovare traccia evidente che avvalorasse o smentisse quell'ipotesi.
Si passò una mano tra i capelli, stanca, poi cercò qualcosa nella bisaccia.
Estrasse poco dopo una piccola giara di unguento color smeraldo regalatole dalla nanetta tempo addietro: ne conosceva le notevoli proprietà guaritrici e sperava che potesse essere utile anche in quella situazione. Lo spalmò con attenzione sulle ferite e queste lentamente iniziarono a rimarginarsi. I lembi di pelle frastagliati diventarono via via più lisci, fin quando - nell'arco di pochi minuti - delle ferite non rimase che una pallida cicatrice in via di sparire del tutto.
-Speriamo che abbia eliminato anche eventuali infestazioni slaad...- Riflettè, ma il suo pensiero ritornava sempre all'uomo che quello stesso unguento non era riuscito a guarire dalla piaga mortale diffusa come pazzo esperimento da un folle esaltato che ora vagava liberamente per le terre del Reach facendosi chiamare -con notevole boria- "il Principio e la Fine".
Rumori sul tetto la riscossero dai suoi cupi pensieri: dal vociare di Balù e Namir sembrava infatti che delle rane troppo cresciute avessero infine trovato interessante la piccola casetta in collina...
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* Famosa versione Faeruniana delle vedette Lombarde...
** "Luce di Fiamma, fuga la Notte. Che il fuoco sia per la nostra salvezza."
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