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Ylianor Nimesin
Maestro Bladesinger


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Inviato: Lun Apr 02, 2007 9:48 am Oggetto: [Racconto] Una voce nel buio... |
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[30 Hammer 1506 - Silverymoon, Everdusk Hall]
Elyanis si rigirò nel suo giaciglio, inquieto, osservando la luna fuori dalla finestra. Come da diversi giorni, l'arrivo della mezzanotte gli fu annunciato da una fitta di dolore, che lo fece ad un tempo ardere e raggelare.
Un rivolo di sangue gli macchio le labbra, tossì sangue ma tenne duro, sogghignando amaramente mentre un immagine si imprimeva a fuoco nel suo cervello, come in un reverie ad occhi aperti... La tua Missione è riportare la lama adesso conosciuta come 'Zariche' al suo originario stato di moonblade consacrata. Il fey'ri digrignò i denti, scacciando via il dolore: dopotutto nella sua lunga esistenza era abituato a convivere con la sofferenza, spesso inflitta dalla sua stessa famiglia, altre volte da persone che reputava amici. E fortunatamente, essendo in parte demone, aveva provato poche volte il reverie, il sonno elfico, quindi almeno non aveva il problema di essere ossessionato da brutti sogni o ricordi...
Fallirai. La voce diabolica, profonda e suadente pur nell'aliena lingua dei baatezu, gli serpeggiò nella mente non richiesta. E' ironico come tu sia stato incastrato con splendidi cavilli legali dalla razza che ti ostini così scioccamente a proteggere nella vana speranza che ti accettino come uno di loro...
-Taci- Ringhiò, fissando con astio il fodero che conteneva l'arma sconsacrata. Un occhio cremisi lo fissava dalla croce dell'elsa, inclemente.
La verità fà male, fey'ri? Lo schernì la lama. Ti è così difficile ammettere che il tuo animo è nero quanto il mio?
Elyanis si alzò a mezzobusto, portandosi le mani alla testa. Fece scivolare lentamente le dita tra i folti capelli scuri, tentando di calmarsi: razionalmente sapeva benissimo che vacillare avrebbe solo facilitato Zariche, e l'avrebbe spronata a continuare a punzecchiarlo.
-Non sono come te!-
La risata diabolica fù agghianciante, ed anche se in passato sapeva bene di averla sentita molte volte, quella sua vita per oltre un centennio gli era sembrata così lontana quasi da dimenticarla... fino a pochi mesi fa.
Hai la memoria corta, melamin... Il tono era stato di scherno, e anche l'uso di quella particolare parola elfica, che indicava una persona amata, scelta con cura per ferirlo. Lascia che ti aiuti a ricordare... Sussurrò dolcemente...
La battaglia infuriava nella foresta resa scura dal fumo degli alberi che ardevano e dalla nebbia acida che ne invadeva molte zone. Erano giorni che la morsa della guerra stringeva il cuore di Silvanuede, eppure a causa della naturale inettitudine dei tanarruk e dei demoni summonati a seguire strategie irregimentate, l'esercito agli ordini dei Dlardrageth e delle altre famiglie fey'ti non stava riuscendo a contrastare gli elfi con efficacia, per quanto avessero dalla loro una schiacciante superiorità numerica.
Il giovanissimo comandante fey'ri guardò la devastazione intorno a lui con occhio indifferente, valutando le perdite. Proprio in quel momento un fey'ri -forse un suo nipote, portava le insegne dei Dladrageth- ebbe la cattiva idea di venirgli a riferire che avevano perso un altra squadriglia pochi minuti prima.
Elyanis lo fissò con occhi di fuoco. "Com'è accaduto?" Chiese in un sibilo furente.
"Degli elfi ci hanno sorpreso e le truppe erano impreparate. Prima che potessi capire cosa stava accadendo, avevano già dimezzato gli orchi sotto il mio comando." Spiegò il suo sottoposto. "Sono sparito appena mi sono reso conto che la battaglia era perduta. Se vuole porto dei clerici a rianimare i..." La frase terminò in un gorgoglio scomposto, seguito dal rumore metallico della Zariche che fuoriusciva con incredibile facilità dalla piastra metallica del pettorale del fey'ri morente.
Il bladesinger dei Dlardrageth guardò la luce spegnersi nei suoi occhi, lasciando che la furia lo abbandonasse lentamente. "Odio i codardi, e ancor più gli inetti..." Ringhiò, dando un calcio al cadavere: se persino i graduati al suo comando affrontavano le battaglie con tanta leggerezza, che speranza c'era di vincere?
Elyanis si riscosse da quell'incubo ad occhi aperti, madido di sudore. Fissò furente Zariche: l'occhio era socchiuso, e la lama silente.
Deglutì, passandosi una mano davanti agli occhi, e si alzò dal letto per affacciarsi alla finestra, sperando che l'aria fresca della sera gli portasse un minimo di sollievo...
[3 Alturiak 1506 - Hellgate's Keep]
Il freddo e l'oscurità di quel luogo dimenticato dalla luce erano quasi tangibili. Il piccolo gruppo di esploratori che aveva avuto l'ardire di spingersi fin nel cuore del quinto livello era chiaramente fuori luogo in mezzo a tanto buio.
Lionel e Seregorn osservarono perplessi il grande portale in pietra lavica nera e lucente, venata appena di screziature purpuree: in bell'evidenza al centro, la raffigurazione ormai ricorrente di un occhio cremisi senza palpebre li fissava, racchiuso in un triangolo e un cerchio.
Aedhan, per ammettendo di non essere molto pratico in materia "rituali oscuri e blasfemie", aveva detto loro che si trattava di un antico simbolo del dio del Male Elementale, conosciuto anche come Ghaunador.
Non sbagliava.
Elyanis rabbrividì: seppure non fosse mai stato in quel luogo blasfemo, ricordava alcuni dei rituali di Agrael, e tanto già era sufficiente a fargli temere il peggio.
A rendere più difficile la situazione, le parole della spada affibiata al suo fianco, sveglia e assetata di sangue.
Le blande protezioni che Seregorn e Lionel gli avevano pietosamente rivolto attenuavano la voce dell'artefatto, ma non le impedivano di mostrargli immagini di una immane crudezza, solo per il gusto di godersi il suo sdegno e il suo rifiuto. Sacrifici, rituali blasfemi si alternavano in flashback che non sentiva suoi, ma che pur gli appartenevano.
Riaprì gli occhi attirato dalle parole di Tyrell, sforzandosi di focalizzarsi sulla battaglia che sicuro si sarebbe scatenata all'apertura di quelle porte: dopotutto, il gigante d'ombra era fuggito...
"...Tara sostiene che l'apertura è simile a quella delle porte di prima, bisogna spingere all'interno quella raffigurazione di occhio più piccola lì al lato..." Stava spiegando il fey'ri. "...le trappole le ha già rimosse, quindi appena siete pronti apro io..." Il bardo si sfilò il guanto, attendendo l'assenso.
Elyanis lanciò uno sguardo al meccanismo di apertura, e qualcosa a pelle glielo fece sembrare in qualche modo differente dal precedente.
Come a conferma, un altro fiotto di immagini lo assalì... Agrael era in piedi nell'esatta posizione che occupava Tyrell, la sua mano artigliata scoperta. Aprì il palmo poggiandolo sulla piastra che divenne calda al tocco e oscura, mentre l'occhio al centro ardeva di fuoco arancio. Il mezzo demone spinse con forza, facendo rientrare il braccio per metà della sua lunghezza nel muro.
La pietra divenne ardente, l'odore del sangue bruciato incrostato sulla piastra e il ringhio di dolore del sacerdote coronarono nello scatto secco del meccanismo di apertura del portale, ora aperto a colui che col sacrificio del suo sangue aveva compiaciuto il dio blasfemo, pagando il prezzo dell'ingresso al suo santuario...
Afferrò la spalla del bardo fey'ri, tirandolo indietro. "No Tyrell. Lascia fare a me..." Commentò duramente Elyanis, attirandosi un'occhiata seccata di Tyrell.
"L'hai detto tu stesso che stò facendo ben poco..." Ironizzò, caustico, e per sua fortuna invece di polemizzare com'era solito, l'altro fey'ri accettò di buon grado l'offerta. -E' inutile cadere in due, fratellino...- Pensò, sorridendo tra sè tristemente: non voleva ammetterlo, ma seppur fosse spesso snervante, si era affezionato contro ogni logica a Tyrell.
Quando gli altri fecero cenno di essere pronti, poggiò la mano sul meccanismo di apertura e spinse con forza, stringendo i denti tentando di ignorare il dolore.
Che gesto nobile, comandante... e immensamente sciocco! Sentì schernirsi. ...Ghaunador sarà senz'altro compiaciuto della tua offerta...
Elyanis scacciò via la voce, strappando via la mano ferita per unirsi alla battaglia che li attendeva oltre la porta...
Per completezza, le altre leggi della 'robotica' imposte a Elyanis...
- 0.- Elyanis deve sforzarsi al massimo delle sue possibilità per compiere la Missione* in tempi che egli reputi accettabili, nel farlo ad ogni modo non può recare danno alle creature umanoidi se non è strettamente indispensabile, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, creature umanoidi ricevano danno.
- 1.- Elyanis non può recare danno ad un elfo, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un elfo riceva danno.
- 2.- Elyanis deve obbedire agli ordini impartiti da Saevel Myritar, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
- 3.- Elyanis deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.
- 4.- Elyanis non può estrarre la Zariche o utilizzarla in alcun modo, purché questo divieto non renda impossibile l'esito della Missione.
- recente aggiunta di Saevel: in mia assenza, Elyanis risponderà ad Aedhan per quanto concernente le funzioni di cui alla legge 2...
P.S.: Lascio ai miei prodi giocatori il compito di riassumere gli eventi per Saevel  |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Ven Apr 20, 2007 11:31 pm, modificato 1 volta in totale |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 14, 2007 6:48 am Oggetto: [Racconto] Notte alla Torre Nera |
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[8 Alturiak 1506 - Torre Nera di Myth Dakaan]
Il gruppo di amici stava discutendo animatamente nell'elegante studio del Maestro dell'Arte circa la metodologia di pagamento di alcuni oggetti che avevano scambiato con l'arcimago drow. Elryan prestava loro solo casuale attenzione, essendosi discosto dal gruppetto di avventurieri per parlare a quattr'occhi con l'ex-comandante di Evereska.
I ricordi delle battaglie a Myth Drannor che li avevano visti per qualche tempo schierati come nemici non erano poi così lontani, ma era stato proprio il mago dagli occhi di ghiaccio a sconfiggere Sarya Dladrageth, mentre il resto del suo gruppo si occupava di bonificare la Pool of Radiance di Myth Drannor infestata dal dracolich da lei creato.
Elyanis appariva provato mentre rispondeva alle sue domande, non riuscendo a nascondere il dolore che il geas gli provocava ogni notte agli occhi attenti del drow.
"Quindi c'erano dei demoni e dei nightshade nel sotterraneo di Aschal Horn?" Chiese il mago, facendosi attento. -Mò organizzo un party con Aran e Vorn!!! Deeevoooo expaaaarrr!!!-
"Si, uno di quei giganti d'ombra ha anche frantumato un'arma di Seregorn, mentre il pipistrello ha danneggiato alcune armature..." Spiegò il fey'ri, cupo.
Elryan fece spallucce, ricordando l'ultima volta che gli era capitato di affrontare quelle creature, in Carceri. "E' una prerogativa dei giganti... le armature tuttavia potrebbero ancora essere recuperabili... dovreste far provare al vostro sacerdote un dispel evil in un luogo consacrato." Spiegò.
Elyanis ci riflettè, annuendo. "Grazie dell'aiuto... ti prego di non parlarne a dama Aelistyl..." Sussurrò triste. "...mi ha già aiutato troppo in passato: non vorrei coinvolgerla in questa storia..."
Il mago drow si limitò ad osservarlo con i suoi occhi di ghiaccio. "Comprendo la tua scelta." Replicò. "Capirai comunque che non posso lasciarti andare liberamente in giro per Myth Dakaan con quella spada..." Si fissarono per qualche istante.
"Non lo permetterei neanche io, al tuo posto..." Ammise il fey'ti amaramente.
"Sarai mio ospite alla torre fin quando vi tratterrete qui a Myth Dakaan... I tuoi compagni di viaggio potranno farti visita, e potrai uscire con un adeguata scorta -previo avermi chiesto autorizzazione ed essere schermato da un mindblank- per fare acquisti o per recuperare qualsiasi cosa ti sia necessaria per la missione..." Stabilì il mago. -Sò che è dura, ma è necessario, mellamin...-
Elyanis annuì rassegnato, accennando un sorriso amaro. "Elryan un'ultima cosa..." Commentò cupamente. Ricordava che il mago drow comprendeva il Seldruin, quindi pronunciò la frase seguente in elfico antico, a bassa voce. "Manka antauva atalanamin, merna'lle mdengina'amin... Lle vesta?"
Gli occhi ghiaccio del drow si chiusero in due fessure mentre fronteggiava quelli porpora del fey'ri. "Detholalle... Quel marth..." Sussurrò infine, annuendo.  |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Lun Mag 07, 2007 10:06 pm, modificato 1 volta in totale |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Ven Apr 20, 2007 6:45 am Oggetto: [Racconto] Vita da fey'ri... |
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[Myth Dakaan, Torre Nera - un giorno imprecisato]
Elyanis fissava il cielo oltre la parete vetrata della stanza assegnatagli nella Torre Nera: la notte stellata era splendida e fredda, come si confaceva alla primavera non ancora inoltrata. -Una splendida gabbia di cristallo...- Riflettè, ammirando suo malgrado la fattura della struttura che ospitava l'Accademia Magica di Myth Dakaan.
-...anche se, per essere un oscuro, Elryan ha buon gusto...-Camminava avanti e indietro, inquieto, come una tigre in gabbia. Aveva avuto modo di ascoltare qualche scambio di battute di alcuni giovani ufficiali di Myth Dakaan: a differenza dei veterani, al cui fianco aveva combattutto nella Guerra di Evereska, i giovani di Cormanthor non avevano mai visto il famigerato Comandante di Evereska, il fey'ri che il re aveva misteriosamente messo a capo della guardia elfica più reclusiva.
All'epoca gli era giustamente sembrato una sorta di esilio: non che gli pesasse, anzi... era ben felice di restare lontano dal resto del mondo e dai regni giovani che sentiva così lontani. -Dopotutto, il mio mondo era quello di oltre quattromila anni addietro, e ad oltre cent'anni dal mio risveglio inatteso posso dire tranquillamente di sentirmi un pesce fuor d'acqua...- Sospirò amaramente, avvicinandosi ad una console per versarsi un calice di vino.
Forse se si fosse interessato di più al mondo fuori da Evereska, adesso non avrebbe tanta difficoltà a orientarsi in questa cerca. Quello che non capivano gli altri che gli erano stati affiancati erano forse proprio i problemi del fey'ri ad agire in un contesto che non gli era affatto familiare. -Ho perso tempo solo per raccapezzarmi in dati storici che per altri elfi sarebbero senz'altro stati banali...- Riflettè amaramente passandosi una mano tra i folti capelli scuri.
Gli occhi porpora di Elyanis sfavillarono nell'oscurità mentre il familiare sapore del sangue gli si ripresentava metallico in bocca. -Maledetto geas!- Erano giorni che non si muoveva dalla torre, e le sue ricerche erano tipo il serpente che si morde la coda: inconcludenti!
"Non posso indugiare..." Ringhiò tra sè. "...ma non posso nemmeno allontanarmi, dannazione! Saevel ha imposto chiaramente che io non sia libero di agire se non in sua presenza o di Aedhan se lui mancasse... e ora sono andati via entrambi!" Spezzò il bicchiere che aveva in mano stringendolo con forza. Il cristallo si frantumò in migliaia di schegge di vetro che non riuscirono ad intaccare la resistente pelle del fey'ri.
Elyanis fissò il vino purpureo gocciolare dalla sua mano, simile a sangue. -Sono l'ira brunciante di Elyanis...- I suoi occhi diventarono scuri, mentre un bisbiglio indistinto -forse una risata- riecheggiava in qualche angolo della sua anima...
...tempo dopo...
"Le moonstone sono pietre rare, famose per il modo particolare in cui catturano e riflettono la luce..." La voce profonda del fey'ri stava spiegando agli unici due presenti alla locanda quello che aveva scoperto studiando i tomi messi a sua disposizione dal Maestro dell'Arte. "...a seconda dell'orientazione e del modo in cui catturano la luce, producono una diversa luminescenza, dando l'impressione che la pietra -traslucida- emetta luce dal suo cuore... vanno dal bianco-azzurro trasparente al blu, e sono pietre sacre per divinità lunari come Sehanine... a quanto ho capito alcuni sostengono che si tratti di sue lacrime... ma tralasciando queste leggende da popolani..." Notò che Tyrell storceva il naso, e incrociò per un attimo il suo sguardo.
"Non dovresti sottovalutarle... spesso sono leggende del genere a rivelarsi più veritiere di altre..." Fece notare il bardo facendo spallucce.
Elyanis sbuffò. "...può darsi, ma al momento l'unica cosa che mi interessa concretamente è che sembra che siano comunemente minate nella zona alta dell'Underdark, come ci era stato confermato dal Maestro dell'Arte, in prossimità di giacimenti di mithril..." Guardò gli altri in aspettativa: con le sue nozioni antiquate di geografia, e non avendo avuto ancora a disposizione libri in materia, non aveva idea di dove potessero trovarsi miniere simili oggigiorno.
Tyrell si fece pensoso. "Forse vicino Lion's Rest..." Commentò dopo qualche tempo. "...dovrebbero esserci i nani minatori del clan di Darlavija, quella nana che incontrammo in locanda..."
Daimon annuì. "Si. Ma Jalùk Illistyn aveva anche parlato di un suo fornitore di Ched Nasad... forse si potrebbe rivolgersi a lui, o anche chiedere al Maestro Solom se conosce qualcun'altro che possa procurarne..." Propose.
Tyrell sorrise. "Buona idea... io vedrò se c'è una rivendita della compagnia mercantile presente a Lion's Rest... l'Occhio del Mago. Tu potresti contattare Solom e poi al limite ci imbarchiamo per Ched Nasad..."
Il fey'ri più anziano scosse il capo. "Non vorrei sbagliare, ma il maestro non ha parlato di quella città drow, ma di un avamposto... Manthol..." Si interruppe, pensoso: non ricordando il proseguio del nome dell'avamposto drow.
"Manthol Draevart..." Gli venne in aiuto Daimon, ricordando il nome usato dal mago drow. "...è vero... comunque vi ricordo che siamo in pieno Risveglio..." Disse cupamente. "...una città drow non sarà certo ospitale..."
-Sono la bile amara di Elyanis- Il fey'ri bladesinger sogghignò. "Lo terremo presente." Si limitò a replicare...
...tempo dopo...
Come tutte le albe da moltissimi anni a questa parte, Elyanis stava allenandosi. Sin da quand'era molto giovane, era sua abitudine dedicare almeno un'ora al mattino per rinforzare il suo fisico, e aveva estremizzato ancor più quell'usanza da quando era entrato a far parte dei bladesinger. A differenza di quando aveva visto fare dagli altri spadaccini di Cormanthor, però, lui non si limitava ad eseguire complessi esercizi di spada o lunghe corse nei boschi, ma -per usare un termine che una volta gli aveva riferito Aran- 'si spaccava a furia di pesi'...
Il fey'ri ghignò, felicemente stremato dall'allenamento: erano passati diversi giorni e ancora non aveva notizie degli altri, e tirare all'estremo i suoi allenamenti mattutini contribuiva un minimo a scaricare lo stress. Sapeva che Tyrell non aveva avuto fortuna all'Occhio del Mago e che Seregorn e Lionel erano lontani da Myth Dakaan per qualche motivo ignoto.
Non venire a capo di nulla lo spazientiva. Mise a posto i pesi con ordine in una delle sue bag of holding, e riprese fiato.
Aveva ricevuto da Elryan una spiegazione dettagliata di come dovesse essere la moonstone necessaria per riconsacrare la moonblade: dimensioni, purezza e altre caratteristiche che il mago drow reputava importanti erano adesso tutte appuntate su una pergamena che lui aveva con se. -Sarà difficile trovarne una così grande...- Riflettè, approfittando della runa dell'acqua nel bagno della sua stanza per una doccia veloce.
L'acqua scivolava sul suo corpo pigra, non contribuendo affatto a diminuire la rabbia che aveva tappato in un angolino del suo animo tormentato e tentava di tenere a bada: purtroppo, il mindblank serviva ad attenuare la voce di Zariche, ma il legame della spada con il mezzodemone era più profondo e difficilmente spiegabile ai suoi compagni di viaggio...
"Basta così." Esordì non rivolto a nessuno in particolare, uscendo dalla doccia a passi veloci, asciugandosi con un incantesimo, vestendosi a volo per uscire in cerca di Tyrell e Daimon.
-In teoria dovresti chiedere una scorta...- Gli ricordò timidamente una parte del suo cervello. -In teoria dovrei fare tante cose. E' venuto il momento di un pò di pratica!- Si rispose irritato...
...tempo dopo...
Daimon riposava dopo aver discusso per qualche tempo con la muscolosa drow dall'attillata armatura d'adamantio. Elyanis le aveva lanciato un'occhiata critica: splendide spade, anche se di fattura oscura, un'armatura estremamente ben fatta che le fasciava il corpo atletico come una seconda pelle pur essendo composta di piastre di adamantio lavorate.
-Se sà usare quell'armamentario la metà di quant'è buono di fattura, è temibile...- Aveva concluso sogghignando.
Ed ora era all'erta nella notte, come sempre. Un altro particolare che lo divideva dagli elfi: era raro che sentisse la necessità del reverie, forse a causa del suo retaggio demonico.
Il drow/lupo l'aveva messo al corrente della possibilità ventilata dalla sua interlocutrice che in un luogo poco distante da lì chiamato Mithril Halls potessero esservi delle moonstone, visto che vi era un'enorme giacimento di mithril. Prese il portascroll dallo zaino e ne srotolò un paio che si era premurato di acquistare a Myth Dakaan, inspirò, e iniziò a leggere l'incanto con attenzione, spalancando i suoi occhi cremisi quando la visione lo raggiunse...
Dopo alcuni minuti di trance, un sogghigno feroce si allargò sul volto del fey'ri, come un predatore che pregustasse la preda. -Finalmente qualcosa di un minimo più concreto...- Riflettè, avviandosi verso il giaciglio di Daimon.
Si accorse in quel momento che una figura si era staccata dalle ombre del tempio che li ospitava, venendogli incontro. -Hm... come supponevo mi sorvegliano...- I suoi occhi porpora luccicarono, mentre portava istintivamente una mano alla spada.
"Sei strano per essere un elfo..." Fece notare la sacerdotessa drow che aveva parlato con Daimon, squadrandolo.
Elyanis si concesse un sorriso sardonico. "Forse perchè sono elfo solo per metà..." Ribattè fissandola negli occhi: non aveva alcuna voglia di seguire l'etichetta in quel momento, e non si curava dell'opinione che quella donna potesse avere di lui.
Sylanna lo fissò divertita. "I tuoi occhi hanno poco di elfico, in effetti..." Fece notare maliziosamente. "... dos phuul mzild natha saph ussa taga an darthiir, dalninuk..." Sussurrò sorridendo appena, felina...
"Daimon sveglia."
Il drow si riscosse al volo, mano alla spada.
Elyanis lo fissò per qualche istante, divertito. "Non siamo sotto attacco." Gli assicurò. "Ciò nonostante stò per partire per Mithril Hall... passerò prima per Waterdeep a prendere Tyrell. Tu vieni?" Gli occhi del fey'ri rilucevano rossi alla darkvision del drow.
L'elfo scuro sorrise compiaciuto. "Certo. Dammi giusto qualche minuto..." Rispose semplicemente, afferrando il suo zaino. -E vai! Forse scappano due mazzate coi nani...-  |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Mar Apr 24, 2007 12:25 pm Oggetto: [Racconto] In cerca di moonstone. |
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[17 Alturiak 1506 - Thann's Villa, Waterdeep]
Il mago si svegliò tardi quella mattina, e la sua ospite per quella notte già aveva lasciato la bella stanza nobiliare che gli era usualmente assegnata quando visitava la dimora dei Thann.
Lionel sbadigliò, guardandosi intorno e riflettendo sulla prossima mossa: forse sarebbe stato il caso di raggiungere gli amici in locanda per spiegar loro quanto successo... dopotutto aveva potuto spiegare ben poco a Tyrell nel dream di quella notte.
-I suoi dream sono a dir poco spiazzanti...- Rammentò, mentre si preparava ad uscire. -...mò cosa avrà voluto dire con <<scivola Mithril Hall scivola>> ?!?!?-
In quel momento un cameriere bussò alla porta, e lui si infilò al volo qualcosa per andare ad aprire. "Bensvegliato, signore. Madama Thann la attende per la colazione." Annunciò.
Il mago annuì, cercando di non mostrare il suo disappunto. "La raggiungerò quanto prima..." Assicurò, ponderando sul da farsi.
Dopo una decina di minuti stava gustando brioches calde, tentando di trovare un modo elegante per defilarsi dalle attenzioni di Cassandra. Era in procinto di parlare quando lei lo precedette con un sorriso affascinante.
"Questa sera siamo attesi da Lord Agundar per una cena informale, nella quale mi inviterà formalmente al rinfresco che terrà il 24 in onore del fidanzamento della figlia." Lo osservò per qualche istante. "Arthur ti accompagnerà dal mio stilista di fiducia per farti approntare un abito adeguato..." Spiegò sorseggiando il suo caffè. "...se sei fortunato, Mirt lo Strozzino sarà alla festa e potrai contattarlo per la pietra che ti interessa... il vino di casa Agundar è famoso, e Mirt da sobrio sarebbe molto meno trattabile."
Lionel si affogò quasi inghiottendo, non sapendo cosa ribattere...
[22 Alturiak 1506 - Myth Dakaan]
Saevel inspirò a fondo, terminando il contatto mentale con la temibile capostipite fey'ri. Guardò quegli occhi porpora - così simili a quelli di Elyanis - e si ritrovò ad ammettere suo malgrado che quella creatura era molto affascinante anche al giudizio sofisticato di gold elf quale lui era.
Aedhan gli lanciò uno sguardo carico di aspettativa, e dall'espressione soddisfatta dell'amico intuì che doveva aver avuto successo.
La conferma giunse dalle parole del sacerdote inviate in broadcast nel mindlink che univa lui e gli altri due presenti a quell'incontro. -Ho ottenuto le informazioni.- Il sacerdote rese partecipi gli altri dell'esito favorevole della missione.
Elryan annuì, esibendosi in un sorriso sghembo, e prima che il sacerdote potesse aggiungere altro intervenne. -Molto bene Sir Miritar. In questo caso lei e il suo amico potete attendermi alla Torre Nera, dove pondereremo le prossime mosse. Siete congedati.- Il tono non ammetteva repliche e gli occhi di ghiaccio del drow rimanevano fissi sulla sua antica nemica.
Saevel avrebbe avuto mille domande da fare, ma i ranghi militari dell'elfo scuro gli imponevano obbedienza. -Faremo come richiesto.- Assicurò dopo lunghi attimi, incrociando lo sguardo con Aedhan che annuì. Una singola parola portò entrambi lontano da Myth Drannor, nella sicurezza della capitale di Cormanthor.
La dama fey'ri fissò i suoi occhi fiammeggianti in quelli sicuri del drow, e dovette ammettere che purtroppo il suo avversario era persino migliorato da quando l'aveva affrontato. "Cosa ne farai di me adesso, drow?" Domandò con fare sprezzante.
Elryan allargò il suo sorriso lupino. "Mi segua, lady Dlardrageth... la mia morale mi impone di offrirle almeno una chanche..." Commentò, avviandosi lentamente in una direzione, la mezza demone che lo seguiva guardinga al suo fianco.
Camminarono per qualche tempo, prima che il mago riprendesse a parlare. "Firmerà un particolare contratto di Nepthas in cui si impegnerà a non mettere mai più piede su Faerun... non dubito che un'incantatrice della sua abilità possa avere un futuro extraplanare di certo migliore di quello che la attenderebbe qui..." Spiegò il drow freddamente.
"Un contratto?" Sarya inarcò un sopracciglio, domandandosi dove fosse il tranello, alzando molte obiezioni...
Il fruscio delle foglie sotto i passi felpati della strana, oscura, coppia era attutito dal botta e risposta serrato tra i due. La donna fey'ri si stava innervosendo, forse anche a causa della freddezza e del distacco con cui veniva trattata dal drow: non sopportava che quell'oscuro la trattasse a quel modo, dettandole condizioni e regole!
Elryan smise di camminare improvvisamente, corrucciato. "Il suo atteggiamento ostile non mi aiuta a venirle incontro, madama... non forzi la mano, o non le sarà data altra scelta." La avvisò, cupo.
Prima che Sarya potesse ribattere, però, una voce baritonale risuonò nella foresta, adirata. "Non ha già scelta!" Le parole che seguirono furono quelle di un incantesimo.
La fey'ri spalancò gli occhi con orrore in un lampo di riconoscimento mentre un tappeto di migliaia di insetti neri strisciava rapidissimamente in direzione sua e del mago al suo fianco. Non aveva modo per proteggersi, era avvenuto tutto troppo in fretta. La massa strisciante la ricoprì totalmente, mordendo e dilaniando. Il suo ultimo pensiero cosciente fu che probabilmente anche il drow era morto!
"Ti stai rammollendo." Vorn si staccò dalle ombre del grosso albero, fissando gli insetti sparire lentamente, poi alzò gli occhi a fronteggiare l'unica creatura rimasta viva in quella piccola radura. "Se volevi darle una possibilità non dovevi portarla nel bosco." Arringò duramente l'amico, incrociando le braccia al petto e torreggiando dai suoi oltre due metri sulla figura snella del Maestro dell'Arte, rimasto -come supponeva- totalmente illeso dal suo incanto.
"Avrebbe avuto una possibilità, se non avesse perso troppo tempo a chiedermi dettagli inutili, e avesse accettato incondizionatamente la mia decisione." Replicò gelido fissando l'amico per nulla intimorito.
Rimasero per qualche tempo ad osservarsi, poi il mago sorrise. "Mi domandavo quanto tempo ci avresti messo ad arrivare..." Sussurrò sogghignando. Il mago drow si chinò ad osservare quanto rimasto di Lady Dlardrageth: gli insetti avevano divorato tutto, persino i vestiti, lasciando solo la maschera dorata che ella indossava. La raccolse osservandola per qualche istante prima di porgerla al druido.
"Oh no, amico mio... non ti priverei mai del tuo trofeo." Vorn sogghignò, inchinandosi con fare beffardo per risparire nell'albero da cui era arrivato, riflettendo che -dopo tutto- Elryan poteva essere cambiato, ma fortunatamente rimaneva pur sempre un elfo scuro...
[23 Alturiak 1506 - Thann's Villa, Waterdeep]
Lionel aveva in tutti i modi cercato di anticipare i tempi imposti da Lady Cassandra per incontrare Mirt, ma con scarso successo: quando si era recato a prendere appuntamento con il famigerato strozzino, uno sgarbato segretario gli aveva detto che lord Mirt non era interessato a ricevere nessuno per faccende che riguardassero la vendita di pietre preziose.
Aveva provato altri approcci, ma tutti sfortunati, soprattutto tenuto conto che Cassandra non gli lasciava moltissima libertà d'azione, richiedendo la maggioranza delle sue attenzioni. In più era preoccupato per i suoi amici: erano passati diversi giorni e non riusciva a far arrivare loro sending, nè tanto meno riceveva quegli odiosi dream di Tyrell (che in quel momento avrebbe auspicato perchè almeno gli avrebbero confermato che erano ancora vivi!!).
Si decise allora a mandare un sending a Aedhan, non sapendo se Saevel fosse stato impegnato in qualche cosa di ufficiale. La risposta che arrivò non fù del tutto rassicurante, ma almeno era un inizio...
Ciao Lionel, non sono con loro ora, sono a Myth Dakaan con Saevel, studiamo il rito per riconsacrare la spada. Loro giorni fà erano a Mithril Hall ma poi sono scesi in Underdark.
Il mago umano spalancò gli occhi, sbuffando nel ripensare all'ultimo messaggio di Tyrell. "Scivola Mithril Halls Scivola..." Ripetè seccato. "Ma che diamine di modo di dirmelo!!!"
A quel punto non era logico tentare di raggiungerli, nè avrebbe avuto senso andare a disturbare Aedhan e Saevel in qualche tipo di rituale sacerdotale elfico: l'unica cosa razionale da fare era continuare a cercare la pietra lì a Waterdeep, in modo da tenersi aperte due strade...
[25 Alturiak 1506 - Underdark, in un punto imprecisato nelle profondità della Spine of the World]
Il piccolo gruppo di avventurieri incapucciati avanzata a passi spediti nell'oscurità, in silenzio, di tanto in tanto l'apripista si fermava a controllare qualche particolare sul terreno: una traccia, la presenza di fiumi sotterranei ed altri segni che avrebbero potuto indicare loro l'eventuale presenza di quello che cercavano.
Nonostante all'apparenza potessero essere perfettamente integrati in quell'ambiente, un osservatore attento avrebbe potuto notare da alcuni particolari che quei quattro decisamente non erano frequentatori abituali dell'Underdark: l'abitudine a parlare spesso ad alta voce nel silenzio totale del Buio Profondo, le armature di mithril che talvolta barluginavano alla fievole fosforescenza dei funghi ed altre cose lasciavano intuire quanto erano fuori luogo lì.
Si accamparono su di un'altura, organizzando i turni di guardia, ma uno dei quattro -i cui occhi purpurei rivaleggiavano col rosso dell'unico drow del quartetto- rimase pur tuttavia sveglio per la maggioranza della notte.
Elyanis non voleva chiudere occhio: anche se si era premunito di ottenere a Myth Drannor un oggetto che gli forniva un metodo per schermarsi almeno in parte dalle influenze nefaste di Zariche anche senza l'aiuto dei maghi, i diversi giorni che viaggiava senza la protezione fornitagli dal mindblank iniziavano a pesargli...
Si era sforzato di non far trasparire nulla con gli amici, ma sotto un'apparente quiete era un continuo il duello interiore con la voce che sussurrava nella sua anima, pur non riuscendo a imporsi grazie alla blanda schermatura fornitagli da un semplice amuleto che indossava nascosto sotto la cotta di maglia argentea.
Ma la voce era lì, e continuava a bisbigliare parole che solo lui poteva sentire.
-Sei stanco, la tua anima è logorata, spezzata... è solo questione di tempo... una parola di troppo, una situazione imprevedibile, e cadrai... è inevitabile...- La voce suadente del diavolo lo avvolse nel buio della notte, ingannevolmente malinconica, mentre l'occhio della lama maledetta si socchiudeva appena guardando il fey'ri cui era legato con concupiscenza.
-...eppure non ti avevo chiesto molto... due bebilith... sono abomini, ed io ho sete... Quale strana morale ti porta a risparmiare le figlie di Lolth, melamin?- Domandò, seducente. -Forse inizia a piacerti il Buio Profondo?- Una risata femminile riecheggiò nella sua mente. -In effetti è un luogo che ti si addice.- Una serie di immagini crude del passato balenarono non richieste nella mente del fey'ri mentre il diavolo scavava nei suoi ricordi più nascosti, riesumando quelli che Elyanis avrebbe preferito dimenticare.
Il bladesinger caduto si passò una mano davanti agli occhi, amareggiato. -Sbagli. Non mi spezzerò.- Gli occhi cremisi di Elyanis brillarono nell'oscurità mentre rivedeva l'espressione beffarda di sua madre subito dopo la cerimonia che legò indissolubilmente la sua anima a quella spada blasfema. -Non vi darò questa soddisfazione...- Ringhiò tra sè, serrando un pugno con cupa determinazione.  |
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Inviato: Mar Apr 24, 2007 11:40 pm Oggetto: [Racconto] Funghi scomparsi. |
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[30 Alturiak 1506 - Underdark, un'altro punto imprecisato nelle profondità della Spine of the World]
Il rientro con i carri era decisamente più lento, ed erano costretti ad accamparsi in posizioni più evidenti rispetto a quelle nascoste che avevano adoperato nella loro discesa.
Elyanis era in un'ombra, poco discosto dal cargo che dovevano riportare a Mithril Hall, e si premeva le tempie come per tenter dentro qualcosa, o forse evitare che la testa gli esplodesse.
C'era andato vicinissimo.
Nello scontro contro i drow aveva rischiato la morte, e scorgendo quella debolezza la voce di Zariche era diventata insistente, prepotente, fin quando Elyanis non aveva quasi ceduto. Poi gli erano tornate alla mente in quegli attimi frenetici alcune parole che l'avevano fermato.
Uno come me è destinato ad essere malvagio.
Sbagli: ti è solo più facile sentire la voce del male, ma tua è la scelta: ascoltarla o meno...
La mezzanotte gli fù annunciata dall'ormai familiare sapore di sangue, ricordandogli la violazione della 6a direttiva, "mai in giro senza scorta".
Fortunatamente l'Underdark rendeva tutti talmente paranoici da far passare quel fatto in secondo piano.
-hmmm... scommetto che hai un buon sapore...- La voce del diavolo era bassa e suadente come sempre mentre l'occhio dorato si voltava ad osservare il suo padrone con interesse. -...ma io voglio aiutarti, a differenza di quelli che dicono di essere tuoi amici per poi lasciarti marcire, melamin... Ti stavano lasciando morire... hai pensato che per loro è un modo come l'altro di levarsi dall'impiccio di questa missione?-
Erano stati millesimi di secondo, ma doveva ammettere che era stato assalito dal dubbio. Elyanis voltò lo sguardo, poggiando il fodero che aveva affibbiato alla sua sinistra sulle gambe incrociate, fissando l'occhio aperto di Zariche. Una goccia di sangue scivolò dalle sue labbra giù, andando a colpirne l'elsa, e l'arma si illuminò per un attimo.
-Proprio come me l'immaginavo: corposo, caldo, con appena un retrogusto dolce...- Commentò, deliziata. -...ma non è il tuo sangue che voglio. Io e te siamo una bella coppia, l'abbiamo dimostrato più volte in passato. Tra pochi giorni saremo nuovamente dalle bebilith. Concedimele... la sete ardente... la senti anche tu, vero?-
Avrebbe voluto rispondere di no, ma purtroppo era una menzogna: da giorni era inquieto, teso, e si era lanciato negli scontri con un ardore e una spregiudicatezza con non era classica della sua parte razionale. Aveva imputato quel suo comportamento allo stress provocato dalla missione e dal continuo scontrarsi con l'arma, ma ora aveva la consapevolezza che non era così.
-Ti è piaciuto uccidere quel drow, vero? Cos'hai provato quando la sua vita si spegneva riaccendendo il tuo fuoco? Aveva un buon sapore la sua forza vitale?-
Elyanis spalancò gli occhi, solo adesso realmente consapevole di cosa aveva fatto. Era necessario catturare l'assassino che era fuggito... ma lui non si era limitato a catturarlo.
-Molto scortese da parte tua non farmi partecipare al banchetto...- Una risata falsamente dolce lo avvolse, ironica.
Il fey'ri avrebbe voluto urlare, forse piangere, ma non aveva voce né lacrime, lo avvolgeva solo il freddo abisso della consapevolezza.
-Si.-
Sbattè le palpebre, afferrando la spada diabolica per il fodero. -Si?- Ringhiò fra sè. -Cosa significa ora questo <<si>>?!-
L'occhio nella lama si limitò a fissarlo per lunghi istanti. -<<Si>> è la risposta alla tua domanda. Quella che ti stai ponendo da moltissimo tempo e a cui non hai il coraggio di rispondere...-
Gli occhi del fey'ri divennero purpurei, mentre la rabbia si mischiava all'amarezza: non aveva senso continuare a ribattere. Afferrò l'elsa della spada con forza, furente e avvertì un tremito e il calore sensuale emanato dalla lama, gli sembrò quasi di percepire la sua soddisfazione.
Zariche scivolò fuori dal fodero per qualche centimetro mentre il fey'ri allungava l'altra mano a cingerla, stringendola con forza fino a ferirsi il palmo facendo scorrere il suo stesso sangue sulla lama in una dolorosa agonia. Sentì il calore pulsante del mithril corrotto e presto il dolore fu sostituito dal freddo, lasciò la presa la rifoderò di botto. -Soddisfatta?- Chiese, fissandola con occhi scuri.
Lei sibilò di piacere, prima di sussurrargli nuove parole. -Se non ti conoscessi, penserei che stessi tentando di sedurmi, melamin... ma non è necessario: sai già quanto io ti apprezzi e ti ho già detto che reputo uno spreco così grande cibarmi di te... dopo tutto, chiedo poco in cambio del potere che già in passato ti ho concesso in più di un occasione...- Forse a dimostrazione del suo 'affetto', la profonda ferita del fey'ri si andò rimarginando rapidamente, mentre l'occhio nell'elsa dell'arma si socchiudeva.
Elyanis lasciò scivolare il fodero lungo il fianco, reclinando stancamente la testa all'indietro chiudendo gli occhi. -E' l'unico sangue che vedrai, mor-lach...- La sua affermazione suonò decisa, ma in un angolo della sua anima si domandò per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a distinguere la realtà da quello che Zariche voleva fargli credere...
[1 Ches 1506 - Underdark, un'altro punto imprecisato nelle profondità della Spine of the World]
Tyrell raggiunse Elyanis nell'ombra sul retro del carro, nascondiglio in cui era ormai solito appartartarsi per la notte e lo fissò per qualche istante. Non l'aveva notato fin ora ma il fey'ri era insolitamente pallido alla luce forforescente dei funghi, l'unico colore erano i suoi occhi più rossi del solito.
"Hey, tutto bene?" Domandò in un sussurro avvicinandosi al fey'ri più anziano, che gli rivolse un occhiata fiammeggiante e Tyrell ebbe come la sensazione che per qualche attimo non fosse realmente consapevole di chi aveva di fronte perchè lo stava osservando come un predatore che si accorga di una preda.
"...Tyrell..." Sussurrò dopo qualche tempo il bladesinger, un tono lievemente sorpreso, facendo forse mente locale sulla domanda. "Si, stò bene non preoccuparti..."
Il bardo non era un maestro nello smascherare i bluff, doveva ammetterlo, ma Elyanis faceva letteralmente schifo a bluffare (almeno ultimamente). "Certo, è evidente dal tuo colorito pallido, o dal fatto che prima ti ho sentito parlare da solo..." Ironizzò, guardandolo con un sorriso di sufficienza.
Elyanis si passò una mano nei capelli, inaspettatamente vergognoso. "E' dura combattere perennemente con una parte di sè..." Sussurrò spiacente. "...spero di riuscire a tenerla a bada abbastanza."
Il bardo fece spallucce. "Forse non mi crederai ma ti capisco. E comunque non puoi andare avanti così e lo sai bene..." Guardò l'amico a lungo negli occhi. "Domani dovremo essere dinuovo alla ragnatela. Estraila e placala." Esclamò inaspettatamente.
Il bladesinger lo fissò a lungo, combattuto, domandandosi se fosse davvero Tyrell a parlare o fosse ancora un'elaborata illusione di Zariche. "Non posso..."
Tyrell sbuffò. "E' l'ultima occasione per farlo e il sangue che scorrerà è marcio. Sai bene che è l'unica scelta logica, che permetterà ad Elryan di studiare la spada da sopita..." Fece notare.
Elyanis inspirò a fondo. "Sai qual'è la cosa che più mi spaventa?" Fece una pausa retorica, mentre il suo amico lo fissava. "...che purtroppo sò che hai ragione..."  |
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Inviato: Dom Apr 29, 2007 3:30 am Oggetto: [Racconto] Apre lo Zanzibar. |
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[1 Ches 1506 - Silverymoon, Zanzibar]
La serata era calda, e la fila dinnanzi al nuovo locale lasciava ben sperare.
Johra osservò compiaciuta gli arredi e il personale: tutto era ben curato e per l'occasione il locale era stato approntato con particolare attenzione. -Mi domando quando arriverà Tyrell...- Riflettè guardandosi intorno.
Una esotica bellezza mulatta, vestita di un lungo accappatoio, si avvicinò alla sacerdotessa di Bast. "Mi compiaccio Johra, il bar è molto grazioso... credo proprio che mi tratterò anche dopo essermi esibita..." Sussurrò con la sua voce sensuale.
"La ringrazio maestra... spero di avere occasione di farle conoscere il mio allievo..." La sacerdotessa Calishita si inchinò appena, andando ad impartire le ultime direttive allo staff...
Gli affascinanti occhi ghiaccio dell'elfo scrutavano gli avventori del locale, pensierosi, mentre la prosperosa fanciulla elfa al suo fianco sorrideva chiacchierando con la sua giovane amica umana.
Myrcalla stava spiegando a Kithra circa l'assenza di Aedhan, il suo compagno, che a quanto pareva era occupato a studiare un qualche tipo di rituale a Myth Dakaan.
Un gruppo di giovani nobili si avvicinò al terzetto, osservando ammirato l'elfo -impeccabile nel suo completo nero e argento- e forse anche più le sue due belle compagne.
"Mi complimento per il locale, Sir Hefner..." Esclamò Lord Beldor Thrivvin, sommo sacerdote di Milil della città nonchè figlio di una nobile casata e grande estimatore di lusso, locali e compagnia femminile.
L'interpellato osservò per qualche istante il nobile, sorrise in maniera affascinante, sollevando appena il bicchiere. "La ringrazio, Lord Thrivvin. Confido che troverà gli spettacoli e i servizi offerti all'altezza della sua fama di conoscitore dell'arte..." Cercò con lo sguardo un'altra splendida donna che gli si stava avvicinando. "Ma mi permetta di presentarle Johra, la mia socia, è anche grazie a lei se il locale è così come lo vede... lei potrà senz'altro illustrarle moltre altre particolarità dello Zanzibar." Il sorriso di Tyrell fu affascinante, quanto l'inchino scherzoso che rivolse alla donna calishita.
Kithra gli si fece al fianco, sorridendogli. "Uh guarda, c'è quella tua amica di Everlund, Azariah..." Gli fece notare indicando una figura che avanzava elegante tra la folla.
Quando si voltò a guardare quanto indicatogli, l'elfo aggrottò le sue sopracciglia nere. -Grunt... il Serpente è qui... rischio di essere scoperta, ma ignorarli è anche peggio...- Riflettè osservando l'accompagnatore della splendida fanciulla dai capelli d'argento ed ambra. "Vado a salutarla... mi accompagni, Kithra?"
Elaith ascoltò distrattamente le parole entusiaste di Azariah, sogghignando lievemente nel pensare che Tyrell aveva fatto in modo di lasciare lui a parlare con la wood elf per aver a suo avviso campo libero con la giovane Craulnober.
-Dopotutto è la sua serata... facciamogliela godere ancora per qualche ora... - Riflettè causticamente, riportando il suo sguardo di falco sulla graziosa Kithra. "Quindi si tratterà a Silverymoon per la serata?" Domandò avendo ascoltato le cortesi facezie che la fanciulla gli rivolgeva.
"Si, tornerò a Salingerville tra qualche giorno credo..." Kithra annuì: capiva i motivi per cui era stata lasciata con Lord Craulnober, ma quel moon elf ad un tempo la affascinava e la metteva terribilmente a disagio. Quegli occhi in particolare erano incredibilmente freddi ed inespressivi, e ogni volta che lui li fissava nei suoi occhi verdi si sentiva gelare. -Eppure è indubbio che sia affascinante...-
Elaith registrò un paio di parole sussurrate dalla coppia poco distante da loro, prima di prendere un paio di calici di vino dal vassoio di un cameriere di passaggio per offrirne uno alla fanciulla. "Davvero un bel locale questo del tuo amico Tyrell... dovrei pensare di allargare le mie attività a Silverymoon..." Sussurrò, i suoi occhi che brillavano mentre fissava Tyrell: per qualche motivo sentiva di dover essere più vigile del solito. -...o forse mi infastidisce semplicemente il pensiero di un fey'ri in compagnia di mia figlia...-
"Avrò piacere di averti a cena ad Everlund appena ti liberi un minimo dagli impicci dell'avviamento del locale qui a Silverymoon..." Stava commentando la bella ragazza elfa, ed effettivamente era chiaramente avvertibile che sperava che Tyrell accettasse l'invito.
"Ma certo, con piacere!" Replicò lui, intuendo qual'era la prossima mossa migliore. "L'ultima volta è stata una cena piacevolissima, il bis non può che migliorarsi..." Fece una pausa, e vide che la ragazza lanciava un occhiata a Elaith. "...spero solo che la guardia armata non se la prenda a male che accetto..." Ironizzò, facendo eco ad un pensiero della fanciulla.
"Oh, ti farò sapere un giorno che è troppo impegnato per farmi da scorta..." Sussurrò sorridendo "...non è cattivo, ma talvolta è proprio pedante con i miei amici, manco fosse mio padre..." Sbuffò, interrompendosi bruscamente quando vide che il fratello incrociava il suo sguardo da poco distante, sogghignando...
La serata era stata eccezionale, il locale era stato pieno fino all'orlo, la musica ottima, ed era presente tutta la nobiltà di Silverymoon più parecchia gente da fuori.
-Non avrebbe potuto chiedere di meglio...- Riflettè prima di congedarsi l'elfo che tutti si erano contesi quella sera: dopotutto, parlare con il proprietario di un nuovo locale di grido era un must per qualsiasi avventore VIP che si rispetti!
Si congedò, reputando che l'orario era adatto e che l'andar via a quell'ora avrebbe aggiunto un alone di esclusività alla sua figura.
Inoltre Azariah ed Elaith erano già andati via, con suo sollievo, e la nobiltà umana era troppo ubriaca per ragionare quindi non c'era più nulla di utile da fare...
Si avvicinò a Kithra, abbracciandola, e sparì portandola in uno dei privè del locale tra le occhiate ammirate degli avventori abbastanza sobri da connettere ed invidiarlo per l'ottima scelta...  |
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Inviato: Dom Apr 29, 2007 11:09 pm Oggetto: [Racconto] In cerca di se stessi. |
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[Epilogo, parte prima]
Il sapore del sangue e la rabbia lo avvolgevano come una coltre di sangue: aveva dimenticato la sensazione di inebriante potere che poteva dargli impugnare la lama maledetta, travolgendolo come un fiume in piena la cui furia difficilmente avrebbe placato.
I ragni demonici caddero sotto i colpi furiosi della Zariche, e il loro sangue andò a sedare la sua sete, mentre il diavolo gli sussurrava le sue lusinghe di potere e di gloria, indicandogli il prossimo bersaglio.
La lama affondò con mortale precisione nello sterno, con uno schianto secco, e fu estratta con uguale rapidità. Il sapore del sangue e l'esaltante sensazione di aver risucchiato la vita di una creatura placando la fame lo avvolse, calda e sensuale come l'abbraccio di un'amante. Zariche gli sussurrò nuove lusinghe, ma urgente un altra voce, un coro di urla si mischiò alle conturbanti parole del diavolo.
Un sapore amaro gli riempì la bocca mentre una vocina nel profondo del suo animo gridava a squarciagola. -Hai ucciso tuo fratello, bastardo!- Ringhiava la sua anima. -Vuoi anche restare a bearti del suo buon sapore?!!?!-
Con uno sforzo immane reinfoderò la spada al suo fianco, respirando a fatica mentre il suo sguardo annebbiato di sangue calava ad osservare il corpo martoriato del bardo fey'ri.
"Tyrell... no..." Sussurò, inginocchiandosi al fianco dell'amico, piegato dal rimorso, mentre Seregorn sollevava lo sguardo tristemente ad osservarlo.
"E' vivo, anche se per un pelo..." Lo rassicurò l'elfo della luna, sospirando.
Era oltre un centennio che viveva ad Evereska, eppure non aveva mai avuto il coraggio di varcare la soglia dei giardini conosciuti come le Fontane dell'Oro Scintillante. Lo splendido complesso di giochi d'acqua e radure isolate era infatti un luogo così sacro alla dea dell'amore dei Seldarine che il fey'ri aveva sempre pensato che la sua sola presenza fosse in qualche modo di affronto a tanta incontaminata sacralità...
Eppure quel giorno aveva varcato quelle soglie, forzandosi ad avanzare tra i boschetti incantati e le radure di soffice erba verde, tra polle incontaminate fino a raggiungere il gazebo centrale di marmo, quarzo e moonstone per incontrare la sacerdotassa della dea.
Tyrell lo osservò avanzare sullo slanciato ponte che raggiungeva la struttura centrale e si trovò a pensare che aveva la stessa aria di un condannato al patibolo.
Quando fù all'interno, Elyanis si guardò intorno, cercando un segno della presenza della sacerdotessa che l'aveva invitato in quel luogo. Il suo sguardo si posò sulla splendida statua di Hanali Celanil che faceva bella mostra di sè sulle rive del lago, e sorrise malinconicamente. -Cosa ci faccio io qui?- Si domandò.
Passi lievi alle sue spalle gli indicarono di non essere più solo. "Non sapevo di questo suo grande tormento, lord comandante... anche se avevo intuito qualcosa durante il nostro unico incontro..." Sussurrò la donna elfa, sorridendo appena.
Elyanis si voltò a guardarla: bella e pura, come la ricordava, i suoi capelli rilucevano d'oro e gli occhi -di un'uniforme tonalità di argento chiarissimo- erano fissi nel vuoto. Una creatura non toccata dal tempo, che di certo la sua dea aveva baciato sì con un'incredibile bellezza, ma a cui la vita aveva riservato molte amare sorprese.
"Io..." Tacque, imbarazzato: cose le avrebbe dovuto raccontare? Le barbarie che aveva commesso in passato? Le atrocità commesse più di recente sotto l'influsso di Zariche?
"Parlami di te..." Sussurrò lei dolcemente per incoraggiarlo, avvicinandosi e prendendogli una mano con naturalezza, portandolo a sedere su una panca al suo fianco, facendogli quasi dimenticare che quella donna in realtà non era in grado di vederlo.
Fu difficile iniziare a parlare, ma quando ebbe iniziato il suo animo in qualche modo si risollevò lentamente, spiengendolo a continuare...
Parlarono a lungo, non tralasciò nulla e non si preoccupò di celare la crudezza di alcuni dettagli. Non aveva senso mentire, era stanco di vivere nella menzogna. E anche quando ebbe l'impressione che la sua interlocutrice fosse sopraffatta dall'enormità degli eventi che lui stava narrando, Elyanis trovò la forza di ingoiare il boccone amaro e proseguire, forse inclemente verso di lei, ma soprattuto verso sé stesso.
Terminò il suo racconto raccontando di cosa aveva provato recentemente ad uccidere dei drow, ed ad affondare Zariche nel petto del fey'ri che ormai considerava una sorta di fratello minore. Sollevò i suoi occhi porpora a cercare quelli di lei, e si rese conto che stava piangendo e in quel momento si sentì ancor più un verme: sapeva che la storia di quella donna era difficile, ammirava da sempre il rigore con cui aveva affrontato la sua disgrazia ed onestamente non avrebbe mai voluto arrecarle altro dolore.
Le strinse la mano, spiacente. "Non volevo addolorarti..." Sussurrò d'impulso, asciugando le sue lacrime col dorso della mano. -Ah davvero? Volevi far piangere un angelo in effetti...- Gli ricordò quella piccola vocina insistente che ultimamente si era sostituita alle perenni lusinghe di Zariche. "...non dovevo venire a disturbare la tua pace..." Replicò spiacente. -...non meriti di soffrire ancora...- Pensando a quello che gli avevano raccontato di lei si odiò per aver disturbato il suo autoimposto isolamento.
Lei sorrise di un sorriso radioso che illuminò quei suoi occhi mentre si alzava lentamente. "Mi avevano detto che eri un elfo inflessibile ed irrascibile..." Commentò ad un tratto, e quel sorriso splendido non la abbandonò. "...sembra che non ti abbiano mai guardato molto a fondo, comandante..."
"Direi invece che mi hanno descritto a dovere..." Elyanis sogghignò amaramente, riacquistando compostezza ed alzandosi in piedi di scatto, desideroso solo di andar via dopo aver fatto inutilmente soffrire quella donna, e reso ridicolo se stesso.
Lei lo fermò dolcemente. "Tanto dolore ti accieca, e la tua rabbia nasconde agli altri la luce che io vedo..." Replicò semplicemente, poggiandogli una mano all'altezza del cuore e facendola scorrere lentamente, tastando con i polpastrelli le maglie sottili della corazza di mithril indossata dal fey'ri. "La tua rabbia è come una corazza... ma non sei così oscuro o arido come temi..."
Elyanis si mosse a disagio, colpito dalla sensibilità mostrata dall'elfa nel leggere i suoi tormenti come un libro aperto. "E' gentile a dirlo, madama, ma..." Sussurrò freddamente.
Una singola lacrima le solcò il bel viso d'alabastro; la goccia scivolò giù lungo la sua guancia, staccandosi dal suo mento sottile e cristallizzò nell'aria divendando una piccola gemma che cadde a terra in un tintinnare sonoro. Elyanis sbattè le palpebre, stupito, mentre lei si chinava appena con un sorriso misterioso a raccoglierla, infilandola lentamente in una piccola ampolla che aveva nelle pieghe della elegante veste cerimoniale. Tappò lentamente la fiala e sussurrò un'antica preghiera in elfico: la gemma si sciolse nuovamente, acquisendo la limpidezza di acqua purissima andando a rimpire il contenitore di un liquido argenteo.
Laurana si avvicinò allo stupefatto fey'ri, sfiorandogli la guancia con un bacio leggero porgendogli la fiala. "Non c'è nessun ma."
Elyanis rimase immobile per qualche istante, guardandola andar via lentamente, prima di voltarsi ed uscire senza aggiungere altro...
Tyrell, Kithra e Seregorn attendevano nelle radure incantate fuori al patio, per qualche tempo dimentichi della loro dura missione. L'elfo della luna aveva da poco terminato il suo ritratto quando il comandante fey'ri ricomparve sul ponte che collegava il patio al resto del giardino.
I tre amici lo fissarono in aspettativa mentre lui si avvicinava a passi lenti, un'espressione insolita sul viso: sembrava incerto, e né Seregorn né Tyrell ricordavano di aver mai visto Elyanis insicuro.
"Com'è andata?" Chiede Seregorn per rompere il ghiaccio, sorridendogli. "Hey se ti metti anche tu lì metto anche te nel ritratto..." Propose.
Elyanis sospirò lanciando un occhiata al disegno. "Abbiamo tutti i componenti." Commentò semplicemente, lanciando giusto uno sguardo dietro di sé.
Tyrell inarcò un sopracciglio. "Hai notato che è cieca?" Domandò ad un tratto. "Che grande spreco per una donna così bella... è un mio preciso dovere fare qualcosa! Me lo impone la mia religione!"
Sei paia di occhi si appuntarono su di lui, quelli dolci di Kithra, quelli sospettosi di Seregorn e quelli decisamente incazzati di Elyanis. "Ha già sofferto abbastanza senza il tuo contributo!" Ringhiò il fey'ri più anziano. Il battibecco che seguì fortunatamente fù sedato dai due pacieri del quartetto: Seregorn e Kithra, che spiegò a tutti che effettivamente per la dea che veneravano lei e Tyrell era inconcepibile che una creatura soffrisse tanto o fosse privata di un senso fondamentale come la vista!
"Ma come mai non fanno qualcosa per guarirla?" Domandò Tyrell tristemente. "E' nata così?"
Elyanis sospirò. "La sua storia è triste,e seppure io sia stato sempre fuori dai pettegolezzi di Evereska, pur mi è giunta qualche notizia a riguardo... lady Nimesin appartiene ad un ramo cadetto della sua casata, ed in passato era stata data in sposa ad un nobile gold elf..." Una vena di non tanto celato risentimento serpeggiò nel tono di voce del fey'ri dagli occhi porpora. "...non sò se avete mai avuto modo di conoscere sua figlia..."
Tyrell annuì, spiegando a beneficio di Seregorn chi fosse la fanciulla in questione. "La druida di Salingerville, ricordi? Quella bella ragazza dai capelli neri di nome Eliantha..." Vide che il moon elf annuiva: dopotutto la ragazza non poteva passare inosservata.
"...avrete allora notato che la figlia non è una gold elf, ma una moon elf..." Notando l'espressione perplessa degli amici sogghignò. "...fù ripudiata per tradimento, e il dolore per quell'evento le fece perdere la vista." Sospirò, e per un'istante gli venne in mente cosa avrebbe fatto a Lord Neindre se gli fosse capitato a tiro. -Per sua fortuna quel bastardo dopo averla abbandonata ha anche pensato bene di rintanarsi ad Evermeet...-
"Ma che animale il marito!" Commentò Tyrell dando voce al pensiero un pò di tutti...  |
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Inviato: Lun Apr 30, 2007 2:44 am Oggetto: [Racconto] Addio, Zariche. |
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[Epilogo, parte seconda]
La serata era splendida e il cielo nero notturno era adornato di stelle che splendevano come gemme, contornando la bella falce di luna argentea che rischiarava la notte. Il semplice altare ottenuto da Saevel modellando una pietra con un banale incanto di stone shape accoglieva la lama diabolica al suo centro, e il gold elf si ritrovò per qualche istante a comparare le forme organiche e grottesche di Zariche con la perfezione di Sahandrian, che risplendeva azzurra poco distante. -Come può saltare in mente ad un elfo di contaminare la perfezione di un arma sacra?-
Ad un cenno di Elryan, tutti si disposero com'era stato pianificato in precedenza. Myrcalla si allontanò portando con sè Kithra, Aedhan si fece al fianco dell'altare, difronte a lui c'era il Maestro dell'Arte, alla sua destra Elyanis e difronte a lui Saevel. Poco dietro di loro Seregorn e Daimon si tenevano pronti all'imminente scontro mentre Lionel e Tyrell chiudevano le ali difensive, in attesa.
Il mago oscuro eseguì un gesto complesso, intonando le parole del rituale di unbinding mentre versava il liquido argenteo contenuto nella fiala che il bladesinger decaduto gli aveva precedentemente consegnato.
Zariche sfrigolò, per un attimo sembrò incupirsi, accendersi di luce porpora e poi cadere nell'oscurità mentre con un rumore secco la gemma nell'elsa si spezzava, sgretolandosi in polvere. In un vorticare etereo purpureo, una nuvola empia si sollevò dall'arma, ruggendo tutta la sua ira, precipitandosi contro Elyanis...
Buio.
Sangue. Rabbia. Odio.
Secondi?
Minuti?
Ere?
Chi poteva dirlo...
Il fey'ri riaprì gli occhi, respirando a fatica, e il suo sguardo incrociò quello azzurro di Aedhan. "E' finita?" Domandò flebilmente, voltandosi ad osservare gli amici che gli si avvicinavano.
Lo shamano lythari annuì. "Sì. Quando sei caduto a terra, ha tentato di prendere possesso del mio corpo, ma non riuscendoci è stato costretto a prender forma come aveva previsto il Maestro dell'Arte... a quel punto è stato per lui facile eliminarlo."
Lionel, ancora esterefatto dalla rapidissima sequenza di incantesimi usati dal mago drow, deglutì. "L'ha scoppiato in poco meno di sei secondi!" Esclamò fissando con ammirazione l'elfo oscuro ancora immobile vicino all'altare. -E ho capito cosa fosse solo uno dei tre incantesimi...-
Il Maestro dell'Arte lanciò uno sguardo d'intesa con Saevel. "Ho avvisato gli altri caster di raggiungerci. Si prepari, sir Miritar..." Annunciò, mentre lentamente comparivano le figure familiari di altri maghi elfi che in passato avevano avuto modo di conoscere: i due Spell-Captain* di Myth Dakaan, la Magister, e la splendida sacerdotessa di Hanali Celanil con cui avevano avuto modo di parlare poco tempo prima...
La voce di Saevel intonava il potente controcanto a quella armonica del drow che stava intessendo il complesso rituale di riconsacrazione della spada sacra. La moonstone azzurra al centro dell'arma prese a splendere e a pulsare armonicamente con le parole del complesso canto.
Tutti i presenti aggiunsero il loro canto a quell'armonia, coinvolti dalla sacralità di quel luogo e di quell'evento. A un tratto sembrò che una voce ultraterrena si aggiungesse a quelle dei partecipanti.
Elyanis rimaneva silenzioso, sopraffatto dalla sacralità di quel momento: era troppo debole per contribuire, ma riflettè che era meglio così. -E' più giusto che nessun Dlardrageth abbia voce nel ripristinare questa lama...- Quando la canzone terminò, la lama brillò di luce argentea, ed Elryan le si avvicinò, premendo il carapace che ancora la avvolgeva come un guscio avvizzito: da quel bozzolo fuoriuscì una lama lucente, immacolata.
Il mago sorrise, sollevandola appena e riponendola nel suo fodero per completare il rituale. La moonstone brillò per qualche altro istante, azzurra, prima di addormentarsi in attesa di un elfo degno di sfoderare la lama sacra.
Il mago drow porse la mooblade ad Elyanis, che si inchinò marzialmente. "La accetto in consegna, ben sapendo di non esser degno di estrala..." Sussurò, affibiandola lentamente al suo fianco.
Elryan gli sorrise, accennando un saluto di congedo prima di sparire con il suo seguito di High Mage, lasciando agli amici il loro meritato riposo.
Tyrell fissò Elyanis per qualche secondo. "E allora, come và? Come và?" Domandò.
"...shhhhh..." Il fey'ri chiuse gli occhi, ascoltando il fruscio del vento. Per la prima volta da secoli, non c'era nessuna voce...
Laurana attese che gli amici lasciassero per qualche istante Elyanis da solo, per avvicinarsi al fey'ri.
"Devo ringraziarla, madama..." Commentò il fey'ri quando si rese conto della sua presenza, imbarazzato. "...non credevo che avrebbe anche partecipato al rituale..." Sorridendo appena.
L'elfa rispose al suo sorriso, prendendogli il viso tra le mani e facendo scorrere le dita sensibili lungo la sua fronte e giù per le guance. "E' bello sentirti sorridere..." Sussurrò, felice prima di andar via con gli altri...  |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Dom Giu 10, 2007 11:01 pm, modificato 1 volta in totale |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Mer Mag 09, 2007 2:19 am Oggetto: [Racconto] Responsabilità incombenti... |
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[Ultima decade di Chess - Everlund, Shining Blade]
L'elfa dai lunghi capelli d'oro chiaro camminava nervosa per il locale vuoto, cercando di metabolizzare quanto scoperto quella sera. Aveva scavato a lungo, incaponendosi in quella che più volte le era apparsa quale una cerca ormai impossibile di cose perdute nel tempo, o morte con le persone che ne erano state protagoniste.
E poi, quella sera, per un caso fortuito, aveva scoperto su Z'Beryl -sua madre- molto più di quanto avesse fatto in anni di ricerca.
Ripensò alla statua di Hanali Celanil nella splendida radura sacra ed alle parole delle sacerdotessa di Evereska.
-Ma ancora non ho una risposta: chi era veramente mia madre?Nessuno di Evereska la conosceva, è apparsa dal nulla... ed era talmente giovane da essere probabilmente coetanea di Elaith, e quindi di certo non posso essere sua sorella come lui sostiene...- La fanciulla si fermò con un fiero cipiglio, andando a prendere qualcosa che teneva nascosta in uno dei cassetti del bancone.
Si rigirò tra le mani la colombina che suo fratello le aveva lasciato in caso di improvvise necessità per cui dovesse mettersi in contatto urgentemente con lui e la spezzo. - Elaith, ho bisogno urgente di parlarti.- Commentò freddamente. Dovette attendere invero poco, ed in luogo della risposta telepatica che attendeva si ritrovò faccia a faccia con gli occhi ambra dell'elfo della luna, comparso dalle ombre nel più completo silenzio. Azariah, per quanto come sempre spiazzata dalle apparizioni improvvise di Elaith, lo fronteggiò decisa, un fiero cipiglio in quegli splendidi occhi ambra così simili a quelli di lui. "Mi devi delle spiegazioni!" Esordì.
Elaith rimase qualche secondo ad osservarla, sorridendo tra sè: arrabbiata somigliava ancor più ad Amnestria, un ricordo agrodolce che scacciò rapidamente. Le si avvicinò, carezzandole appena i capelli. "A che riguardo?" Domandò semplicemente, continuando a fissarla.
La fanciulla esitò un attimo prima di riprendere a parlare. "Sono stata ad Evereska, ho visto la scultura di mia madre e parlato con una sacerdotessa che l'ha conosciuta: non possiamo essere fratelli, Elaith." Asserì duramente, incrociando le braccia al petto con aria di sfida, in attesa, ma l'elfo dai capelli d'argento si limitava ad osservarla.
"Perchè non dirmelo? Non sono una Craulnober, quindi? Z'Beryn era una tua sorellastra?" Domandò, assalita da diecimila dubbi.
Lo spadaccinò fece spallucce. "Cosa cambia? Sei frutto di un unione non riconosciuta: dichiarando che eri mia sorella ti ho reso un membro della famiglia Craulnober mio pari, ad un tempo staccandoti dalla cupa fama che mi riguarda." Spiegò pragmatico, anche se, per un attimo, un lampo attraversò i suoi occhi spezzando la sua maschera di impertubabilità: dolore?
Azariah assimilò quelle informazioni lentamente, senza staccare gli occhi da Elaith, poi gli carezzò dolcemente una spalla. "Sei stato un buon padre per me, oltre che un fratello affettuoso..." Ammise. "...potevi semplicemente adottarmi; non mi interessa cosa pensano gli altri di te e cosa si racconta del tuo passato..." Commentò scoccandogli un bacio su una guancia. "Posso chiamarti padre, Elaith? Ripensando agli anni passati, credo ti si addica di più..." Fece notare sogghignando.
Un sorriso strano si dipinse sul volto duro dell'elfo della luna, mentre abbracciava la ragazza, carezzandole i capelli lucenti. "Puoi chiamarmi come preferisci, piccola mia... resto sempre lo stesso..." Sussurrò, riflettendo che talvolta il destino era beffardo: aveva appena adottato sua figlia!
La giovane elfa ricambiò l'abbraccio, e alcune lacrime solcarono il suo bel viso. "Sò che non è cambiato nulla tra noi... e che forse è stupido... ma è bello avere un padre..." Commentò rocamente, affondando il viso nel suo giustacuore.
"Non è stupido..." Elaith chinò la testa ad osservare sua figlia con un sorriso amaro. "Mi spiace averti privato di questa opportunità fin'ora... l'ho fatto per proteggerti..."
[Ultima decade di Ches - Moonwood, Mouth of Song]
Il nerboruto fabbro drow osservò per qualche istante la bocca della fucina alimentata magicamente: stava venendo sù bene, ma dalle prove fatte la temperatura non era ancora quella che avrebbe desiderato. -...o forse sono io ad essere troppo perfezionista...- Riflettè lanciando uno sguardo all'incudine cui era appoggiato.
I raggi di luce lunare filtrarono per la copertura di quarzo fumè che formava il tetto dell'esotica struttura, creando interessanti chiaroscuri. Solom interruppe per qualche istante il suo lavoro solitario, accantonando per un attimo la successiva spell che gli avrebbe consensito di creare un'altra parte della struttura: i suoi pensieri erano persi sugli eventi di alcune ore prima.
-Rosa.- Sogghignò, come se solo il ricordare quel colore fosse una sorta di battuta. -Tra tutti i colori assurdi, quello proprio non l'avrei mai immaginato. Neanche le iniziande indossano un colore così...- Si interruppe, cercando un termine che rispecchiasse in pieno i suoi pensieri. -...inutile. Esistono diecimila colori decisi, ed esiste il grigio se proprio uno non vuole scegliere un colore... che diamine significa il rosa?!?!- Tirò una martellata sonora sull'incudine, che risuonò in maniera adeguata.
-Ok, almeno questa è sistemata a dovere.- Un secondo pensiero fece capolino nella mente del drow. -E prendere una strigliata pubblica da Silanna per colpa di un tetto di quarzo rosa poi...- Sbuffò, decidendo che non era il caso di tergiversare oltre, eseguendo l'incanto che andò a creare un'altra parte della struttura.
Passi felpati all'ingresso attirarono la sua attenzione nuovamente altrove: nè la giovane sacerdotessa che gli era stata assegnata quale studente, nè i suoi due giovani e irrequieti allievi erano alla Mouth of Song, quindi quei passi erano inattesi.
Socchiuse i suoi occhi rossi, lanciando silenziosamente un incantesimo di protezione e portò una mano alla spada, misurando mentalmente la distanza del suo inopportuno visitatore che stava avvicinandosi.
Rilassò appena la sua notevole muscolatura quando riconobbe un profumo familiare, pur rimanendo sul chi vive, gli occhi che scivolavavano all'indietro verso i piedi scalzi della visitatrice in cerca di conferma. "Non attendevo una sua visita, Malla Ilharess..." Sussurrò, pur non essendo stato interrogato a riguardo...
Ixilla Morcane, da lungo tempo matrona di quel luogo, sembrò però non essere eccessivamente infastidita, avanzando verso il maschio con passi leggeri, la sua pelle bluastra -più chiara rispetto a quella degli altri drow- che riluceva appena come ricoperta da brina. "Solom, credevo che Eris ti avesse insegnato come tenere a freno la tua lingua lunga..." Sussurrò maliziosa, sfiorandogli l'avambraccio con un dito in un tocco freddo quanto la neve. "Forse dovrei rinfrescare la tua memoria."
Il maschio drow sogghignò, sollevando lo sguardo ad incrociare quello luminoso di lei: aveva occhi di un porpora molto chiaro, quasi... rosa... -Meglio che tenga per mè i miei pensieri su quel colore...- Riflettè sogghignando. "Credo di averle sempre creato problemi a riguardo, Ixilla..." Rispose, rincarando la dose chiamandola per nome, dopotutto si conoscevano da molto tempo...
Lei inarcò le sue sopracciglia bianche, assumendo un espressione piccata. "Credi forse che qui in superficie ci siamo rammolliti?" Domandò, artigliandogli il petto con le sue lunghe unghie argentee.
Piccoli rivoli di sangue scivolarono sui muscoli torniti del maschio drow che non battè ciglio, attirandosi una seconda occhiata maliziosa della matrona. "Sei un impudente... e a quanto ho sentito hai anche poco controllo sui tuoi sottoposti... stai invecchiando, Solom?" Rise di una risata che sembrò riecheggiare come vento in una caverna ghiacciata.
Il maestro d'arme e fabbro si limitò a sbuffare. "Non ti servirebbero a nulla dei fabbri con le ossa rotte..." Fece notare. "...e comunque Silanna mi ha già fatto notare il mio errore." Ringhiò, burbero.
La matrona gli carezzò la schiena in un gesto ironicamente comprensivo. "Ti urta essere stato rimproverato da Malla Silanna?" Puntualizzò, allargando il suo sorriso. "Credo sia normale... l'hai vista crescere... ma non temere, ora ci sono qui io a rimproverarti..." Sussurrò dolcemente alzandosi sulle punte per far raggiungere la sua gelida voce all'orecchio puntuto del fabbro.
Una tigre bianca scivolò nella fucina, accucciandosi ad osservare la sua padrona che camminava lentamente in circolo attorno al mago drow immobile, come un felino che studi la sua preda. "Vediamo come posso farti ripagare l'affronto..."
Gli occhi rossi di Solom brillarono nella penombra, mentre un ghigno sarcastico appariva sul suo viso segnato da anni di battaglie...
[Ultima decade di Ches - Castello Ducale di Arabel]
Michaèl era seduto sul grande trono a capotavola della tavola ovale che torreggiava nella sala tattica del castello di Arabel, malinconico. Fissava il bicchiere che aveva in mano da qualche tempo, pur non avendo ancora assaggiato un sorso dell'ottimo vino elfico di Cormanthor.
"Non avrei voluto farlo, ma non potevo tergiversare oltre: il Re voleva risultati concreti, e la carica di Capitano dei War Wizard non poteva rimanere scoperta oltre." Commentò rivolto alla figura in piedi nella sala, intenta ad osservare alcune antiche sculture che la adornavano.
"Ti capisco, mellamin." Sussurrò in risposta il suo interlocutore in un comune musicale. "Ma adesso? Hai un candidato adatto?"
Michaèl scosse il capo, sconsolato. "No." Ammise tristemente. "Avevo puntato molto su Lionel, ed ora onestamente non sò come comportarmi: la maggioranza degli ufficiali sono molto giovani ed inesperti, e gli unici di rilevanza sono stregoni da battaglia, gente che in un confonto diretto farebbe risultare Aldaris un pianificatore!" Sbottò.
Elledan rise di una risata argentina che fece un minimo rinfrancare il cavaliere e duca di Arabel. "Mike, accetti un consiglio?" Commentò, voltandosi ad incrociare i suoi occhi di zaffiro in quelli verdi dell'amico umano.
"Forse non ti piacerà..." Specificò con un sogghigno furbo, ciò nonostante il paladino gli fece cenno di continuare. "Julius di Haldor. E' la scelta più ovvia, dopo le dimissioni di Isinian. E' l'unico che conosca le tradizioni dei War Wizard, è un nobile Cormyriano da generazioni, ed è sempre stato un sostenitore dell'attuale Re." Fece notare.
"E' una testa calda." Replicò Michaèl, sbuffando. "Non credo che una posizione di comando gli si addica."
Il principe elfo rise: si era aspettato quella risposta dell'amico. "Quando ci conoscemmo avresti mai creduto che fossi un principe degli elfi?" Fece notare, tornando poi serio. "Il valore delle persone si vede quando vengono messe alla prova. Quando si è trattato di difendere il gate, Julius è stato uno dei pochi a non arrendersi, a radunare i pochi presenti e a continuare a combattere, ti ricordo."
Michaèl annuì a malincuore. "Mi sà che hai ragione..." Sospirò dopo averci pensato. "Ma credo che abbia bisogno di qualcuno che moderi le sue uscite di spirito."
L'elfo lo fissò con uno sguardo furbo degno di uno spiritello silvestre. "E' per questo che avete un tempio di Mystra a Suzail, no? Fallo affiancare da un sacerdote: meglio ancora se Azuthiano!" Sogghignò ricordando alcune storie di Gavilan. "...e se nel tempo dovesse dimostrarsi inadatto allo scopo, puoi sempre tentare di recuperare Lionel da qualsiasi avventura in cui si sia cacciato nel frattempo..." Notò pragmaticamente.
Il cavaliere annuì amaramente. "Parlando d'altro, cos'è successo al comandante fey'ri? Tyrell mi ha accennato qualcosa a proposito del successo della missione, ma era più preso a lanciare in aria Lucilla che a spiegarmi i dettagli..." Sorrise malinconico pensando che già adesso che era piccolissima sua figlia sembrava avere una passione per gli elfi. -Speriamo che non venga sù come me...-
Il bladesinger si intristì. "E' libero dall'influenza della spada che è tornata ad essere una moonblade, ma ho dovuto degradarlo e trasferirlo a Lonelywood..." Sussurrò in risposta. "...mi auguro di aver scelto saggiamente: a Evereska sarebbe stato soggetto di altre macchinazioni, mentre lì nessuno lo giudicherà e sarà libero di ricostruirsi una vita..."  |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Giu 02, 2007 12:10 am Oggetto: [Racconto] Primavera/Estate a Lonelywood |
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[14 Myrtul 1506 - fucina di Lonelywood]
La sera era fredda anche se ormai era Mirtul e in molti altri luoghi di Toril il clima era già quello di una mite primavera.
Lonelywood, però, era diversa. A quella latitudine la neve stava appena retrocedendo, lasciando molto lentamente che il sottobosco si scavasse il suo spazio spezzando la coltre di ghiaccio e riaffiorando alla luce dopo il forzato 'letargo' del gelido inverno.
Il martellare ritmico si interruppe per un attimo mentre Elyanis osservava la sua creazione con occhio critico: una breastplate di mithril finemente cesellato faceva bella mostra di sè sull'incudine, luccicando appena al tenuo bagliore della luna che filtrava dalle finestre.
Il fey'ri espirò, soddisfatto, e ripose l'oggetto delicatamente in una cassapanca, giudicando che per quel giorno avesse lavorato abbastanza. In effetti, era stanchissimo ma tanta fatica gli permetteva di tenere occupati i suoi pensieri, evitando loro di vagare verso anfratti oscuri e vuoti della sua anima che attualmente non amava visitare. Lanciò un semplice cantrip per ripulirsi dalla fuligine della fucina, e si avviò a passi lenti all'esterno, vagando per il bosco che formava la piccola comunità di elfi silvani del Nord conosciuta come Lonelywood.
-Mai nome è stato più appropriato...- Riflettè tra sè: in quel luogo lontano e sperduto era radunata un'insolita accozzaglia di elfi dal passato nebuloso, cosa che per lui era un punto a favore: nessuno faceva domande, e nessuno era propenso a giudicare il proprio interlocutore se non dal suo valore sul campo di battaglia.
Stava camminando senza meta già da diversi minuti, annusando l'odore acre della resina dei pini e ascoltando il lieve scricchiolare del sottile strato di neve ormai ghiacciata sotto i suoi piedi quando ebbe la netta impressione di essere osservato... Il grosso lupo dagli occhi argentei saltò fuori dalla boscaglia con un balzo potente, portandosi di fronte all'ex-capitano fey'ri con un movimento fluido, scodinzolando.
Elyanis espirò, rinfrancato, facendo lentamente scivolare via la mano dall'elsa della spada. "Aedhan." Esclamò. "Non dovresti comparire così di soppiatto..." Fece notare ghignando.
Dinnanzi agli occhi dell'amico la forma muscolosa del lupo prese a contorcersi e cambiare, assumendo rapidamente le fattezze di un elfo atletico dai capelli fulvi, il cui sorriso bianchissimo echeggiava quello egualmente lucente della fiera che poco prima era stata al suo posto. "Anche tu in giro a godere di questa splendida serata?" Chiese sorridendo ampliamente: da quando era lì. il druido sembrava se possibile ancora più inselvatichito, e vagava spesso nella profondità della foresta anche per giorni interi.
Elyanis ricambiò il sorriso increspando lievemente le labbra mentre sollevava casualmente gli occhi al cielo, come se l'osservasse per la prima volta. "In effetti non avevo notato quella splendida luna..." Replicò, colpito. -Da quand'è che non guardo il cielo?- Riflettè irrazionalmente.
Lo shamano di Corellon seguì il suo sguardo.
"Difficile non notare qualcosa di così bello, non credi?" Fece notare in un sussurro rapito, gli occhi azzurrissimi persi nell'argento dell'astro.
Erano stesi su una roccia, in silenzio, ad osservare le stelle da diverse decine di minuti. Avevano parlato di molte cose: dai tatuaggi che il lythari aveva di recente fatto al fey'ri, delle creature che abitavano il bosco (alcune delle quali erano totalmente aliene per Elyanis), dei costumi degli elfi della Lonelywood, delle difficoltà che talvolta aveva Aedhan a comprendere i pensieri della sua compagna umana (ed Elyanis tenne per sè il fatto che trovasse ammirevole, ma tristemente scontato il risultato che una simile unione potesse avere), dei loro compagni d'avventura nella Moonwood e del bar di Tyrell a Silverymoon.
Il fey'ri apprezzava particolarmente di Aedhan che -nonostante fosse sicuro che lo shamano avesse intuito il suo grande conflitto interiore- il lythari non l'avesse mai forzato a parlargliene, limitandosi di tanto in tanto a tirar giù dei consigli con fare casuale, ben convinto che Elyanis avrebbe prima o poi imparato a farli fruttare. -E' invidiabile il suo ottimismo...-
Aedhan stava canticchiando tra sè un motivetto silvano, e sentendosi osservato estrasse una delle sue famose riserve speciali, la accese e ispirò una boccata di fumo prima di porgerla all'amico. Elyanis accennò un diniego, riportando lo sguardo alle stelle, e lo shamano non insistè socchiudendo gli occhi per entrare più profondamente in comunione con la natura intorno a loro.
Il mondo reale e quello degli spiriti andarono lentamente fondendosi, creando spettrali chiaroscuri ad ogni oggetto o creatura e popolando quel luogo altrimenti solitario. Un grosso felino spettrale schizzò guardingo nella boscaglia, fissando sull'elfo-lupo i suoi occhi che rilucevano porpora nella luce notturna. -Appropriato, direi...- Aedhan sogghignò, riconoscendo nel massiccio animale striato lo spirito guida di Elyanis.
Nuovamente, però, avvertì quel tremito nel vento, una sensazione come di una brezza calda che lo sfiorasse in mezzo al freddo piacevole del Nord.
"La senti anche tu?" Domandò ad un tratto, voltandosi verso il fey'ri, che riaprì gli occhi fissando l'amico con aria interrogativa. "...questo cambiamento nell'aria... lo avverti?" Incalzò il druido, inarcando le sopracciglia.
Elyanis tentò di sforzarsi per capire a cosa si stesse riferendo Aedhan, ma invano. "Mi spiace, non credo di sentirlo..."
Il lythari fece per ribattere, poi d'improvviso fu come folgorato dalla spiegazione. "E' tempo che torni al mio cerchio druidico..." Sussurrò, e i suoi occhi azzurri incrociarono per qualche istante quelli porpora dell'amico. "E' ormai oltre un decennio che manco dalla mia patria..."
Il bladesinger mezzodemone si limitò ad annuire, comprendendo la necessità dell'amico.
"Ma bravi... manco a chiamarmi per offrire!" Sbuffò il bardo fey'ri sorprendendo il duetto in meditazione.
Aedhan gli rivolse giusto un occhiata bonaria, allungandogli qualcosa facendo spallucce, mente Elyanis si stiracchiava sulla pietra che aveva scelto come scomodo ma asciutto giaciglio lanciando al fey'ri più giovane un'occhiata salace. "Hm... è finita la quiete..."
"E' iniziato lo spasso vorrai dire..." Precisò Tyrell aspirando una profonda boccata, apprezzando ammirato le qualità di erbalista esperto del lythari. "Che facce che avete... vi ospito a casa mia dai, che non mi fido di vedervi così scuri." Mentre parlava il giovane lanciere eseguì un complesso arabesco nell'aria, concludendo con una breve strofa cantata: dal nulla si materializzò un portale formato interamente da un intreccio di rose rosa. Tyrell fece un inchino plateale, invitando gli altri ad attraversare la cortina di perlata luminescenza che occupava il centro del portale.
I due invitati si scambiarono un occhiata divertita, ed Aedhan fù il primo ad attraversare il gate facendo spallucce. "Ok, micio..."
Elyanis si alzò accodandosi lentamente ai due amici, sogghignando: era già stato nella mansion extraplanare di Tyrell, e non poteva negare che fosse un ambiente decisamente piacevole.
[2 Kythorn 1506 - Tempio di Corellon della Lonelywood]
Era solo una settimana che Aedhan era andato via, silenzioso e inatteso così com'era giunto nella vita di Myrcalla.
La giovane maga era triste, ma era da diversi mesi che aveva notato una crescente inquietudine nel lythari, qualcosa che le aveva provocato diversi disagi: se da un lato si rendeva perfettamente conto della sua natura in un certo senso 'selvatica', le era difficile accettare alcuni lati del carattere di Aedhan.
Non che il lythari l'avesse mai trascurata, anzi! Nel loro periodo di permanenza ad Everlund era stato impeccabile, salvo alcune volte che spariva per giorni nei boschi senza avvertire; aveva imparato dal suo sorriso disarmante la prima volta che lo aggredì per una simile mancanza che per un elfo quel tempo corrispondeva realmente ad un inezia.
Da quel momento, però, forse per non preoccuparla, lo shamano la informava di tutti i suoi spostamenti. ...e Myrcalla aveva l'impressione talvolta di avergli messo un guinzaglio, cosa che non le sembrava molto adatta ad una creatura fiera come un lupo...
La situazione dal suo punto di vista non era migliorata di molto nella Lonelywood, anzi: le due cariche religiose del posto, la graziosa Yeshelnè di Corellon e l'eccentrica Tyrande del bosco (che aveva anche l'abitudine di girare nuda anche in pieno inverno), sembravano infatti aver preso molto in simpatia l'aitante shamano lythari. Cosa che le procurava un certo moto di gelosia che Aedhan sembrava non comprendere.
Ed ora era andato via e si sarebbe trattenuto lontano l'intera estate probabilmente, spiegandole che mancava da troppo tempo dal suo cerchio shamanico, e che era venuto il momento di rimediare a quella mancanza.
La ragazza sbuffò, sentendosi subito puntati addosso gli occhi di molti degli Eldreth Veluuthra presenti nella stanza con lei. Rabbrividì inconsciamente: per quanto Saevel la avesse rassicurata più volte, quegli occhi la facevano sempre sentire malvoluta in quel luogo.
-Chisà che stà facendo Kithra a Salingerville? O Kymeria a Everlund... o Stella e Kat a Silverymoon...- Il suo pensiero volò lontano, mentre riattizzava il camino rabbrividendo.
[28 Eleasias 1506 - Circolo Ufficiali di Lonelywood]
Occhi porpora fissi in occhi blu oltremare si scrutavano con attenzione. "Rilancio di sei..." Sussurrò il bladesinger fey'ri, non distogliendo lo sguardo dal suo avversario più pericoloso.
Il prossimo a dover parlare era Saevel, e il suo intuito gli suggerì che quella volta non era il caso di arrischiare. Non sapeva dire di Elledan, che pur aveva prontamente aggiunto sei monete al piatto per raggiungere la posta proposta dall'ex-comandante di Evereska, ma Elyanis era senz'altro sicuro del fatto suo. "Io passo questa mano..." Concluse con freddezza il sacerdote di Corellon, facendo scivolare le sue carte sul tavolo.
"A quant'è arrivato il piatto?" Domandò a bassa voce Velnar, lanciando un occhiata dubbiosa alle fichès.
Shannyria al suo fianco sogghignò, strizzando un occhio. "Se lo chiedi,è già più di quanto tu possa permetterti, zuccherino..." Fece notare con voce suadente.
Velnar arrossì, appoggiando con eleganza le carte al tavolo. "Me ne tiro fuori...". Ammisse amaramente: giudicò infatti che ormai non avesse senso azzardare un bluff.
La donna elfica lasciò scivolare una pila di monete verso il piatto. "Vedo le vostre, e aggiungo queste..." Dichiarò picchiettandosi con una mano le labbra carnose, come per scegliere quale delle pile colorate avanzare. I suoi occhi verdi brillarono quando ne scelse una e la aggiunse con decisione al piatto.
Elledan inarcò un sopracciglio, valutando l'entità del rilancio, ed andando a vedere senza proferir parola.
Elyanis gli lanciò giusto uno sguardo, poi lo spostò su di lei, valutando a sua volta il da farsi: aveva un buon punto in mano, ed Elledan aveva avuto fortuna la mano precedente. Come prima, in questa mano aveva cambiato una sola carta eppure -a meno che non gli fosse entrata una scala ad incastro- dubitava che avesse un altro poker...
Gli occhi verdi di Shannyria incrociarono quelli del fey'ri, maliziosi. "Allora, demonietto?" Tubò. "Vieni a vedere, o ti arrendi?"
Fu forse quello a fargli capire che stava bluffando: Shannyria reagiva sempre in maniera decisa quando si sentiva messa alle strette. -Il che in determinate circostanze ha i suoi risvolti piacevoli...- Sogghignò quando lei distolse lo sguardo per qualche secondo. "Vedo" Commentò deciso, mostrando a tutti il suo full.
"Solo fortuna!" Shannyria sbuffò irritata: aveva solo una coppia. "Biondino, e tu? Questa volta ci stavi vendendo aria fritta o hai un punto?"
Elledan sorrise facendo un cenno di resa con rassegnata classe. "Ma com'è che ultimamente siete sempre convinti che bluffi?" Domandò, abbassando una doppia coppia. "Anche se questa volta la mano è tua, Elyanis..."
Saevel ridacchiò. "Sarà perchè da quando abbiamo inziato a giocare ci stai allegramente gabando tutti? Per una volta è rassicurante che il piatto sia andato a qualcun'altro..." Ammise, pensando che rispetto all'esperienza devastante di due mesi prima, con un tavolo che vedeva Velnar e Draco a punzecchiarsi ogni quindici secondi, l'atmosfera di quella serata era decisamente più rilassata.
...prossimamente: "Estate nella Moonwood" |
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Inviato: Sab Giu 02, 2007 6:04 am Oggetto: [Racconto] Primavera/Estate nella Moonwood e a Saligerville |
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[Quaervarr - Greengrass 1507]
La Festa di Primavera al villaggio degli elfi silvani era un'esperienza nuova per Daigo, che pur era uno dei drow più aperti a questo tipo di scambi interculturali. L'oscuro lanciò un occhiata a Seregorn, che stava godendosi in pieno le danze e i canti dei suoi simili e per un attimo si domandò che cosa avrebbe significato se fosse nato con la pelle chiara.
-Sarei stato comunque così come adesso?- Si chiese, mangiando un'altro dei dolci portati da Maiev, presente lì quale sacerdotessa accompagnatrice della piccola delegazione di Casata Morcane a Quaervarr.
In quel momento Seregorn stava danzando con una graziosa fanciulla dai capelli color del grano che gli aveva presentato come Anwen. Quando la musica cambiò, Maiev venne invitata a ballare dal maturo capovillaggio elfo, Findan Moonglamaer.
Daigo fissò gli occhi verdissimi dell'elfo tatuato per qualche tempo, e si ritrovò a pensare che dopotutto non erano tanto dissimili dai drow: più spensierati, certo, e non vedeva in nessuno di loro quella diffidenza verso i propri simili che era tipica della cultura drow. -Giusto noi drow veniamo guardati da loro con gli stessi occhi che noi riserviamo ai nostri simili...-
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dalla bella Anwen, che gli si avvicinò sorridente. "Come mai resti qui? Non ti piace la festa? Seregorn pare che la gradisca molto invece..." Commentò indicando l'elfo che chiacchierava con Vinrael, che gli era stato presentato come l'addestratore di draghi del villaggio, e Gilraen, uno dei cacciatori.
Daigo sorrise di un sorriso furbo. "No, anzi mi stà piacendo come festa..." Ammise, lievemente a disagio. In effetti, non era abituato a trattare con femmine della razza degli elfi chiari, e non sapeva come comportarsi per non offenderla.
"Ti và di ballare?" Propose lei, tendendogli una mano.
L'elfo scuro sogghignò. "Non rifiuterei mai un'offerta così cortese..." Ammise, alzandosi per unirsi alle danze.
[Dintorni di Quaervarr - Greengrass 1507]
Il duo di scout scivolava silenzioso nella foresta, di tanto in tanto soffermandosi talvolta su qualche ombra più cupa, o su qualche movimento che sembrava sospetto.
Darshin sogghignò, sentendo in lontananza il suono della musica e dei canti provenienti dal vicino villaggio elfico che loro stavano pattugliando. -Tanto rumore in Underdark sarebbe inconcepibile...- Riflettè duramente, i suoi occhi vermigli che saettavano in giro.
Poco dietro di lui, Daimon sbuffò appena, forse condividendo i suoi pensieri mentre gli segnalava rapidamente nel linguaggio gestuale degli oscuri il via libera per il successivo quadrante del bosco.
Hey, se vuoi raggiungere Seregorn, Daigo e gli altri nel villaggio ti copro io... Gli comunicò in un momentaneo guizzo di bontà di cui si sarebbe certamente pentito in seguito se qualche sacerdotessa li avesse beccati in flagrante.
Daimon fece spallucce. -Nah... se sei curioso, possiamo arrivare lì in giro non visti...- Comunicò sogghignando: anche se il suo amico non lo dava a vedere, aveva l'impressione che il drow fosse curioso quanto lui sulla cultura dei loro cugini silvani.
Darshin sogghignò, soppesando quelle parole con malcelato divertimento. -Per essere stato un mezzodrow, pensa proprio da drow...- Riflettè annuendo. Andiamo a dare un occhiata e poi torniamo al dovere... Accordò, e scivolarono entrambi tra le ombre del bosco.
[Quaervarr - Greengrass 1507]
Nedylene chiacchierava con Maiev, osservando con interesse gli elfi dei boschi che le ospitavano per quella piacevole serata. Non le era capitato spesso in passato di partecipare ad una festa 'spensierata', ma da quando si era trasferita su Faerun e aveva preso dimora a Casata Illystin di Cormanthor doveva ammettere che la sua vita era cambiata, e decisamente in meglio...
-Fortunatamente anche qui sembra che gli elfi della mia razza si stiano sforzando per integrarsi con quelli di superficie, e con ottimi risultati direi!- Riflettè, scambiando con la collega sacerdotessa un apprezzamento sul muscoloso capovillaggio elfo.
Maiev annuì divertita. "In effetti alcuni loro maschi sono notevoli..." Commentò, scambiando un un'occhiata maliziosa con l'amica. "...ma tu dovresti saperne più di me: il gruppo a cui ti sei accompagnata, apparte Seregorn che conosco da quand'era piccolo, contiene un sacco di elfi. E un paio direi che sono anche molto carini..."
Nedylene sogghignò, riflettendo sulle parole dell'amica, continuando a godersi la festa...
[Salingerville - 13 Eleasias 1507]
Tyrell era partito in mattinata inoltrata, e Myrcalla aveva deciso di rimanere a Salingerville ospite di Kithra per qualche altro giorno, desiderosa di un pò di calore e di un minimo di vita sociale in più rispetto a quella che poteva offrirle il desolato avamposto di Lonelywood.
"Kithra mi levi una curiosità?" Domandò mentre aiutava l'elfa dei boschi a preparare la cena.
Lei le scoccò un occhiata, ritornando poi a tagliare delle carote che sarebbero servite per la ricca insalata che stavano preparando. "Dimmi..." Rispose incoraggiante.
"Ma non ti senti mai trascurata? Tyrell ti lascia sola così tanto tempo e... ehm... spesso è in compagnia di altre ragazze..." Azzardò, vergognandosi di aver posto quella domanda nel momento stesso in cui la finì.
Se si era aspettata una reazione sdegnata da parte dell'elfa rimase senz'altro delusa. Kithra si limitò a posare il coltello, voltandosi ad osservarla con aria stupita.
"Trascurata?" Fece eco, incerta. "Ma no... anzi, viene a trovarmi spessissimo..." Replicò tentando di far mente locale su cosa potesse intendere l'amica. "...e non ci vedo nulla di male sul fratto che abbia altre amiche..." Concluse facendo spallucce.
Myrcalla sbattè le palpebre, perplessa. -Mi sà che è ancora lunga la strada per comprendere un elfo...- Riflettè tra sè.
La bella donna silvana la fissò per qualche istante, e con una notevole sensibilità sembrò intuire il problema. "Myrca, ma che succede? Hai qualche problema con Aedhan?" Domandò, titubante: l'ultima volta che aveva sentito Tyrell parlare con lo shamano lythari non le sembrava che avessero accennato a nulla del genere.
La maga umana sospirò, sedendosi sul bancone di legno vivo che formava la cucina dell'amica. "Ora è lontano, nel suo paese d'origine..." Espirò tristemente, sollevando i suoi occhi nocciola in quelli chiari dell'elfa. "...ho come l'impressione che tenerlo legato a me sia una sorta di costrizione, anche se lui non mi ha mai rimproverato niente, non credo di riuscire a capire alcune sue necessità..." Commentò. "...ma forse è solo la tensione di essere stata spostata in quel luogo così insospitale... ma a lui invece piaceva, capisci?"
L'elfa sospirò, carezzandole una spalla. "Forse hai solo bisogno di una vacanza..." Le propose.  |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Lun Giu 11, 2007 12:06 am Oggetto: [Racconto] Questi fantasmi... |
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[Underdark, Tempio di Mystryl]
Il fantasma si materializzò come sempre inatteso, con una caciara inusuale per un essere etereo come lui e uno sbuffo di fumo non tanto immateriale proveniente dal suo sigaro.
"LESS!!" Esclamò, attirandosi un'occhiata seccata del mago Azuthiano centenario. "Ho fatto un plainswalker!"
Il mago posò la penna e sì voltò lentamente. "Ti ho detto di smetterla con quel gioco idiota!" Ringhiò, gli occhi ridotti a due fessure nere, tornando poi alle sue ricerche: Tassadar passava spesso a trovarlo, ed ignorarlo si rivelava talvolta la miglior mossa per trarre un senso dai suoi discorsi sconclusionati.
Il mystrano sbattè le palpebre, poi ridacchiò. "Nahhh! Errore di pronuncia: plaNEwalker..." Disse dandosi una manata in fronte. Il 'conc' prodotto asserì due cose: primo, Tassadar doveva essersi castato un incantesimo per essere in grado di manipolare oggetti materiali pur essendo etereo, secondo aveva perso una stoneskin.
"E pensa che voleva insegnare al tempio senza manco essere stato una volta sui piani! Che spreco... gioventù bruciata..." Borbottò il massiccio mystrano continuando il suo monologo.
Il mago azuthiano non si scompose, posando i suoi appunti e voltandosi ad ascoltare, puntellandosi con un gomito alla scrivania domandandosi dove volesse arrivare l'amico.
"L'ho mandato al World Serpent Inn..." Tassadar tirò un altra boccata di fumo dal sigaro, assaporandolo. "...di certo sarà istruttivo! Dopotutto... era un mago e un seminarista, se la caverà egregiamente e proverà una esperienza sul campo senz'altro più istruttiva di studiare sui libri!" Concluse sorridendo bonariamente.
Less inarcò un sopracciglio, sogghignando. "Ti ha detto che seminario voleva tenere? Magari era solo un entomologo: espertissimo in insetti, e totalmente inesperto in materia di cosmologia planare..."
Il clerico in armatura blu sbattè le palpebre. "Ehm... siiiiiii... certo che gliel'ho chiesto! E dopotutto, è un War Wizard no?" Obiettò Tassadar dopo qualche secondo, ridacchiando.
"Se lo dici tu..." Replicò il mago semplicemente.
[Myth Faernyl - dimora dei Lythari]
Aedhan si guardò intorno, respirando dopo più di un decennio l'odore di casa: era molto che mancava da Faernyl, ma ora che era tornato si sentì avvolgere da una sensazione così familiare che un minimo di malinconia lo assalì per qualche tempo, giusto qualche attimo prima che un sorriso agrodolce comparisse sul suo viso.
-Sono a casa...- Riflettè, mentre guardava comparire silenziose dalla foresta decine di ombre. Lupi, argentei e fulvi, più grossi di qualsiasi lupo normale. Il suo popolo. I Lythari.
"Fratelli..." Sussurò allargando il suo sorriso, vedendo una coppia dei più grossi trasformarsi a pochi passi da lui, diventando un'affascinante elfa dai capelli argentei e gli occhi impari e un muscoloso maschio dai capelli di un grigio chiarissimo.
"Bentornato a casa, Aedhan..." Sussurrò lei, sorridendogli di rimando.
Lo shamano ripensò al suo viaggio fino al limitare del mythal, e alla strana sensazione di urgenza che aveva avvertito nel bosco. "Cosa stà succedendo?" Si domandò, sentendo chiaramente nell'aria una sorta di elettricità.
Il lythari maschio prese la parola. "Manchi da troppo tempo, amico mio... La foresta è cambiata, ombre oscure vi si addentrano... crinti, ma non solo... gli gnoll si sono fatti audaci, e ora si accompagnano a strani orchi che mettono in difficoltà i wild elf..." Spiegò.
"Perchè non intervenite?" Domandò Aedhan, perplesso. "Il warchief non può permettere che questa situazione duri..." Ringhiò.
La fanciulla lythari lo fissò furbamente. "Il warchief si è ritirato, Aedhan... ormai è stanco e sente il richiamo più degli altri anziani..."
Lo shamano spalancò gli occhi, sorpreso. "Il Popolo non può restare senza un capo! Non in questa situazione... ci sarà senz'altro qualcuno in grado di prendere il suo posto!" Ribattè irritato da tanta inedia mostrata dai suoi simili difronte ai problemi della foresta.
Lei si limitò a sorridergli fissandolo. "Oh, certo... adesso c'è"
Aedhan si guardò intorno, domandandosi a chi si riferisse. Poi lentamente una fredda consapevolezza lo raggiunse. "...io?" Sussurrò, incredulo, rendendosi conto di essere stato attorniato dal suo clan che lo fissava in aspettativa...
[Faerun- pianure nei pressi di Baldur's Gate]
L'insolito duo formato da un umano in vesti scure e da un'affascinante elfa dai capelli dorati a caschetto e occhi celesti si soffermò qualche istante all'ingresso della grotta che ospitava il portale monovia che li aveva condotti lì.
La bellissima donna inspirò l'aria con soddisfazione. "Eccoci arrivati, caro..." Affermò rivolta al mago al suo fianco. "...quest'area dovrebbe essere conosciuta come Baldur's Gate." Gli spiegò, indicando la città costiera che si intravedeva in lontananza.
Lionel sbattè le palpebre, commosso: per qualche momento aveva dubitato di riuscire a rivedere mai il primo materiale.
"La ringrazio, signora... come posso sdebitarmi?" Sussurrò imbarazzato, domandandosi se per caso si fosse ficcato in qualche altro guaio.
"Sdebitarti? Ma no, tesoro!" Commentò lei con un sorriso affascinante. "Hai già fatto tanto per me, ridandomi la gioia di visitare questo primo... ora scusami, vado a trovare dei parenti..." Gli soffiò un bacio, sparendo in uno sbuffo di fiamme sotto lo sguardo stupito di Lionel.  |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Lun Lug 02, 2007 9:33 pm, modificato 3 volte in totale |
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Ylianor Nimesin
Maestro Bladesinger


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Inviato: Lun Giu 18, 2007 8:28 pm Oggetto: [Racconto] Un autunno particolare... |
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[Festa del Raccolto - Silverymoon, Zanzibar]
Le luci soffuse del privè erano decisamente gradevoli per gli standard del fey'ri, ed Elyanis sedeva silenzioso e solitario accanto al bancone del bar interno, sorseggiando un bicchiere di ottimo vino rosso mentre osservava pigramente Tyrell, Daimon e Saevel chiacchierare.
Seregorn invece era andato via poco dopo il loro arrivo appena sapute le sconvolgenti rivelazioni di Saevel e Myrcalla.
Mentre terminava il suo rosso accompagnandolo all'ottima tartarè di cinghiale il bladesinger dal sangue demonico riflettè che in effetti quella sera neanche lui era molto in vena di feste.
Myrcalla e Johra parlottavano al bancone, poco dostante da lui. La bella sacerdotessa dagli esotici occhi verdi, notando lo spadaccino solitario, gli fece offrire un calice di un vino diverso.
"Dama Johra le suggerisce di provare questo..." Commentò il barista semplicemente, tornando poi a servire gli altri ospiti. Il fey'ri ringraziò la sacerdotessa con un cenno di capo, osservando per qualche istante l'insolita bevanda. -...chisà come si ottengono le bollicine?- Si domandò, soffermandosi ad osservare il perlage dello champagne.
I suoi occhi cremisi scivolarono con apparente indifferenza sugli altri avventori del bar del suo amico Tyrell. C'erano una ventina di persone nel privè, oltre ai suoi amici. Alcuni nobilotti umani parlottavano di affari, facendosi imboccare dalle affascinanti fanciulle dello staff. -Stupidi... il miglior modo per far saltare delle trattative segrete è parlarne di fronte ad una donna...- Sogghignò, notando che una ragazza abbronzata dai capelli candidi stava venendo verso di lui in compagnia di un'umana che sembrava il suo negativo, vista la carnagione pallida e i capelli corvini.
"...Lady de Cliquote, credo che apprezzerà di certo l'abilità nel preparare particolari cocktails dei nostri barristi... Doug! Faresti provare uno Champs-Elysees a questa splendida signora?" Ordinò la seguace di Bast ad uno dei due barman con un seducente sorriso, facendo accomodare la dama al bancone. "...un'esperta di vini come lei non potrà che rimanerne incantata... "
Normalmente Elyanis avrebbe accantonato il duetto riservando loro la stessa attenzione che avrebbe dedicato ad una coppia di uccelli esotici, ma quella frase lo incuriosì, facendogli voltare lo sguardo ad incrociare quello delle donne, concedendosi un sorriso felino.
Johra, poco distante, carpì quello sguardo e, per qualche istante, i suoi occhi verdi da gatta si fermarono sul fey'ri valutando che probabilmente l'amico di Tyrell avrebbe forse potuto distrarre la difficile nobildonna. "Conosce Lord Dlardrageth, madama?" Tubò, alzandosi per porsi tra la nobildonna e il tenebroso fey'ri. "Elyanis, ti presento Lady Audrei de Cliquote, proprietaria dell'omonima tenuta nei pressi di Waterdeep e vinificatrice di un'ottimo champagne..."
La dama si voltò ad osservare l'elfo presentatole da Johra: come Waterdaviana, aveva qualche riservo nei confronti delle altre razze, ma quando vide Elyanis dovette ammettere che anche in quel caso -come per Tyrell prima- avrebbe potuto concedere uno strappo alla regola. -Sperando solo di non ritrovarmi altro sangue di cinghiale addosso...- Rimuginò tra sè, ancora piccata, ma quella sensazione sparì quando si ritrovò incatenata ai due misteriosi occhi cremisi di Elyanis, che la fissavano luminosi come quelli dei felini nella penombra.
"Onorato." Il fey'ri accennò con il capo ad un saluto formale, non staccando lo sguardo dal suo "Deduco quindi che devo a lei il mio cambio di opinione circa i vini umani..." Sussurrò, e adesso Audrei percepì nel suo sguardo qualcosa di estremamente malizioso - e a suo modo imbarazzante, come se l'elfo avesse percepito che lei ne era rimasta affascinata.
"...in particolare questo che stò assaggiando adesso è una varietà che non conoscevo, e che mi ha decisamente incuriosito..." Ammise, accennando al bicchiere di liquido dorato che aveva in mano. -...beh, ormai sono qui... tanto vale soddisfare almeno delle curiosità...- Concluse osservando le tre umane. "..spero che lei possa chiarire alcuni miei dubbi..." Propose, sorridendo di un sorriso furbo.
Johra sogghignò facendo un cenno ad Anek-Sunamon, ed entrambe si allontanarono portando Myrcalla a provare altri vini.
Rimasta sola col fey'ri, Audrei arrossì appena, spiazzata dal criptico complimento del suo affascinante interlocutore, ma anni di educazione nobiliare le consentirono di trovare comunque una risposta adeguata. "Mi permetta di farle assaggiare la versione millesimata di quello stesso vitigno, allora, sperando che la aiuti a fugare le sue perplessità..." Fece un cenno al barista, voltandosi ad ordinare un bicchiere di Gran Dame, riflettendo che dopo tutto forse la serata non era così storta come si era immaginata...
[Underdark, Tempio di Mystril]
Gli allarmi scattarono quasi subitaneamente appena lo sbuffo di fiamme segnalò l'apparizione inattesa e sgradita della creatura extraplanare. La seducente diavolessa si guardò intorno, piccata, notando che le protezioni di quel luogo l'avevano costretta ad assumere la sua forma naturale.
Ali rosse piumate si spiegarono dietro di lei, mentre la sua pelle blu riluceva appena alle fiamme purpuree che illuminavano l'androne del tempio. I suoi occhi fiammeggiarono sulla più vicina delle guardie, un giovane mago imaskari che era scattato immediatamente verso di lei. "Questa mia visita può essere incruenta o molto dolorosa, piccolo... a te la scelta..." Tubò con voce sensuale la creatura, avanzando in ancheggiando verso di lui. "Sono solo alla ricerca di una persona: un umano pelato che si faceva chiamare Less. Portatelo da me e non vi farò alcun male." Assicurò con un sorriso che mostrò i suoi denti bianchissimi e i canini puntuti.
Il mago tentennò, ma sembrò riprendere coraggio quando vide sopraggiungere due altri suoi colleghi del tempio. Fu la donna del duo a ribbattere all'erinni. "Non sei in una posizione da poter dettare condizioni, erinni!" Tuonò Izra, scaricandole contro un'incantesimo che però venne assorbito e reso innocuo dalle protezioni magiche che la diavolessa si era premurata di lanciarsi.
"Temo che tu non abbia capito la situazione, tesoro..." Sussurrò lei dolcemente, voltandosi verso la bella imaskari dagli esotici capelli violetti. Gli occhi rossi del diavolo si chiusero in due fessure rosse prima che proseguisse. "Portatemi il mago immediatamente." Replicò minacciosa.
La situazione rimase in stallo per diversi minuti, fin quando tanto trambusto arrivò alle orecchie del diretto interessato, che era alloggiato proprio poco distante da dove era apparsa la disturbatrice extraplanare. Less inarcò un sopracciglio, riconoscendo una voce familiare, e si alzò di scatto dalla scrivania, lanciando giusto un incantesimo prima di uscire. "Lady Fall-from-Grace, che piacere rivederla..." Esclamò freddamente ponendosi tra gli imaskari e l'erinni, facendo cenno di cessare le ostilità.
La voluttuosa creatura si esibì in un sorriso divertito. "Mi stavo chiedendo quanto tempo ci avresti messo ad arrivare..." Sussurrò in risposta, fissandolo con i suoi occhi fiammeggianti.
Less sospirò, facendo cenno alla donna extraplanare di seguirlo nei suoi alloggi. Quando furono soli, il suo cipiglio si fece più duro prima che tornasse a rivolgerle parola. "E così, ha nuovamente accesso a questo primo." Commentò come se quell'affermazione spiegasse molte cose. "Posso immaginare perchè io sia la prima persona che ha pensato di visitare..." Osservò caustico.
"Un giovane mago Cormyriano si è gentilmente premurato di fornirmi la chiave d'accesso a Faerun..." L'erinni sorrise amabilmente, e per un attimo Less impallidì mentre gli tornavano alla mente le parole di Tassadar, questa volta piene di significati sinistri. La sua espressione dovette essere palese all'erinni, che però la fraintese. "Non hai nulla da temere... voglio solo reincontrare la mia pro-nipote, ma devo sapere come entrare in quel maledetto mythal elfico."
Less scosse il capo, accantonando per un attimo il presunto planewalker di Tassadar e l'arrivo di Grace come una semplice coincidenza, prima di replicare. "E' più banale di quello che crede: se davvero la sua intenzione è solo visitare Ivonrae, allora non deve far altro che teletrasportarsi a Myth Drannor." Spiegò con fredda lucidità. "Il mythal reindirizzerà il suo teleport, come tutti quelli operati da creature con sangue fiendish, in una zona di contenimento dove presumibilmente verrà ad interrogarla il Maestro dell'Arte in pesona... certamente ricorda Elryan, l'ha incontrato all'epoca della guerra di Evereska. Lui disporrà delle misure di sicurezza che riterrà necessarie per la sua permanenza nella capitale elfica."
Lei sbuffò, piccata, ma sembrò rifletterci qualche istante prima di ribattere. "Suppongo esistano altri metodi, ma non credo che tu vorrai fornirmeli..." L'occhiata cupa del mago extraplanare le confermò la sua ipotesi, ma lei si limitò a fare spallucce. "Molto bene... voglio fidarmi di te. Spero solo di non dovermene pentire..." Sorrise, sparendo in uno sbuffo di fiamme così com'era arrivata.
Un'ombra traslucida si materializzò alle spalle di Less. "E' sempre bona come la ricordavo..." Osservò soffiando una nuvoletta di fumo blu dal suo grosso sigaro.
Less si voltò lentamente, incrociando le braccia. "Da dove avevi detto che proveniva, il tuo plainsWalker?" Lo sfidò caustico.
Tassadar si guardò intorno con aria innocente. "Ops! Ho dimenticato il pokerino con Elmister, la Simbul e Sammaster!" Commentò sbattendosi una mano sulla fronte in un sonoro CONC (seconda stoneskin perduta). "Scusami devo scappare!!!"
Sparì in uno sbuffo di fumo blu, sotto lo sguardo rassegnato del mago Azuthiano centenario...
[Myth Dakaan, Globo di Forza di massima sicurezza della Torre Nera]
Un allarme di massima allerta non era cosa comune, in verità non accadeva da decenni. Elryan si premurò di lanciare rapidamente un paio di protezioni prima di toccare la runa che l'avrebbe teletrasportato direttamente fuori il globo di contenimento del loro pericoloso ed inatteso ospite.
Quando riapparve, i suoi occhi di ghiaccio si spalancarono sorpresi: sapeva di doversi attendere un diavolo di notevole potere, ma non si aspettava minimamente lei!
L'erinni sogghignò, squadrando il drow in eleganti vesti azzurre, soppesandolo. "Sei cresciuto, ragazzino... e molto bene direi..." Pronunciò con voce suadente, riflettendo tra sè che quello di certo non le facilitava le cose, se la trattativa non fosse andata bene.
Elryan si avvicinò di qualche passo, impassibile, sfoderando la spada che portava affibiata al fianco. La lama dell'arma, nera quanto la notte più buia, sibilò minacciosa -come un ringhio sordo- emettendo un lieve bagliore porpora mentre il drow la poggiava con studiata lentezza punta a terra. Quando vi si appoggiò lievemente la punta perforarò il pavimento di dura ossidiana levigata. "Vista la carica che ricopro, i miei poteri sono ulteriormente accresciuti dal mythal." Fece notare minaccioso. "Mi auguro di non avere necessità di usarli contro di lei, perchè in uno scontro tra noi due non contemplerei l'ipotesi della mia sconfitta..."
Lady Grace sorrise con aria spiacente. "Non è necessario un comportamento così ostile, Generale dell'Arte..." Sussurrò. "Sono qui a Myth Dakaan con l'unico scopo di visitare la mia discendente..." Assicurò dolcemente.
Seppure la sua richiesta fosse innocente, e suonasse veritiera, il mago oscuro per carattere era portato a dubitare. -Ciò nonostante, non ho motivo di rifiutarle l'accesso alla città a priori...- Riflettè, traendo le sue conclusioni. "Potrà accedere alla città, scegliendo una forma univoca in cui presentarsi, che rimarrà tale per tutta la sua permanenza. Il mythal le interdirà l'accesso a qualsiasi forma d'incantesimo, e dovrà sottoporsi ad una mia costrizione magica che permarrà per l'intera durata del suo soggiorno."
"Quanta poca fiducia." Sbuffò lei, piccata, osservandolo: purtroppo non aveva alternative, e il mago che aveva difronte era ben conscio di trovarsi in una situazione di superiorità. "Molto bene, farò come desideri..." Acconsentì infine tra i denti.
Il mago drow si concesse un ghigno divertito prima di eseguire un incantesimo...  |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Lun Lug 02, 2007 9:30 pm, modificato 1 volta in totale |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Lun Lug 02, 2007 8:35 pm Oggetto: [Racconto] PoWneD |
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[5 Marphenhot 1506 mattina - Forest of Amtar]
Elyanis avanzava nel sottobosco guardingo, tenendo d'occhio il bambino wild elf alle sue calcagna.
Non nutriva particolari speranze di ritrovare i genitori del piccolo Arken vivi, ciò nonostante continuava ad avanzare nella direzione indicata dal fanciullo, ed in pochi minuti sarebbero dovuti sbucare nel campo di caccia dei wild elf. -E se fossero davvero vivi a quest'ora avrebbero dovuto intercettarci...- Riflettè freddamente, facendo cenno al ragazzino di attenderlo nascosto in un anfratto, lanciandogli un incantesimo di invisibilità.
Lui sfoderò la spada, si concentrò per richiamare un secondo incanto che gli avrebbe permesso di vedere l'invisibile e coprì gli ultimi metri che lo dividevano dal campo rapidamente.
Dopo alcuni minuti ritornò indietro con l'amara conferma alle sue perplessità: il campo non era stato usato da settimane. Si avvicinò lentamente ad Arken, facendogli cenno di uscire dal nascondiglio.
"Non hai trovato i miei genitori?" Domandò in un sussurro speranzoso il fanciullo, fissandolo con i suoi liquidi occhi verdi.
Lo sguardo del fey'ri era cupo, ed egli esitò qualche secondo prima di rispondergli. "Sei un ragazzino sveglio, e mentirti non servirebbe... dubito che li troveremo vivi, Arken." Gli dichiarò senza mezzi termini, temendo che il bimbo scoppiasse in un pianto dirotto, ma Arken si limitò a tirar su il naso un paio di volte, ricacciando indietro le lacrime.
"Ora è meglio che torniamo dal resto del mio gruppo... può darsi che mi sbagli, e che loro siano stati più fortunati di me..." Sussurrò accennando un sorriso, giudicando che era meglio dare una speranza cui aggrapparsi -per quanto vana- a quel bimbo coraggioso...
[notte fonda tra il 5 e il 6 di Marphenhot 1506 - Forest of Amtar]
La marcia forzata era stata estenuante, e il tentativo del gruppo di riposarsi era stato vanificato. Si erano accampati da poco meno di un'ora nella cupola magica di Lionel quando apparvero improvvisamente gli spiriti inquieti di due giganti, decisi a spazzar via i profanatori che avevano osato far deflagrare l'altare dimenticato da millenni nelle profondità del bosco.
E così non solo il sonno era saltato ma era stata necessaria una breve sosta nella città dei lythari per curare almeno in parte i danni prodotti dallo scontro: Saevel, Seregorn e Tyrell avevano riacquistato la vista, anche se la debilitazione fisica e mentale subita dal sacerdote di Corellon e da Daimon non si era rivelata semplice da elimininare per i druidi.
Avevano quindi iniziato a prendere sul serio l'inquietante maledizione scagliata loro dai titani per bocca di Arken. Il bimbo, posseduto da uno degli spettri, aveva loro intimato di recarsi in un luogo sacro, per sedare l'ira degli dei. E così avevano deciso di andare a dare un'occhiata, scortati da una guida lythari che avrebbe accelerato la loro marcia...
La loro meta si rivelò essere un inquietante altopiano avviluppato di liane e strani alberi dai rami cadenti. Gli esausti viaggiatori si inerpicarono sino alla cima facendosi strada tra la fitta boscaglia, ritrovandosi ad osservare una strana pietra runica ricoperta di simboli incisi in profondità nella roccia.
"Sembra un qualche tipo di altare sacrificale..." Avevano concordato Saevel e Tyrell dopo averla studiata per qualche minuto. "...ma non del tipo usato per fare sacrifici cruenti del tipo capro sacrificale pugnalato al cuore" Continuò il sacerdote, facendo notare che la forma della pietra non lasciava spazio per adagiarvi sopra neppure una creatura molto piccola.
Lionel, ancora affaticato dalla marcia forzata, indicò qualcosa al suolo. "Avete notato che le scanalature della pietra continuano e si uniscono a quelle nella roccia di base?" Commentò meditando sulla raggiera di solchi che si riunivano in un cerchio esterno con alcuni fori più profondi là dove i raggi intersecavano la circonferenza.
Gli occhi di tutti si abbassarono al suolo, pensierosi. Fu ancora una volta Saevel a dar voce ad un'idea. "Tyrell, non ti ricordano quelli dell'altare di Geerth che trovammo nel villaggio natale di Lionel?" Commentò.
"Quelli in cui facevano scorrere il sangue delle vittime..." Il bardo fey'ri ci pensò giusto un attimo prima di annuire. "Però lì l'altare era piatto e non irregolare come questo, e le vittime venivano sacrificate sopra."
Elyanis, rimasto silenzioso fino a quel momento, accennò col mento ad uno dei fori. "Se ci fosse qualche attinenza con l'altare di cui parlate, allora quelle potrebbero essere pozze per raccogliere il sangue..." Si chinò ad osservare meglio, e il colore brunastro delle scanalature sembrò confermare la sua ipotesi.
Seregorn e Daimon sbuffarono, e stavolta fù l'elfo della luna ad esprimere per l'ennesima volta il loro dissenso. "Io non sono d'accordo a sottostare ad un rituale per ingraziarsi degli sporchi giganti!" Sbottò, indicando la pietra. "Per quel che mi riguarda, possiamo far saltare anche questa e continuare per la nostra strada!"
"Beh, abbiamo già rischiato di morire per aver ignorato l'avvertimento e così facendo abbiamo coinvolto anche Lionel in questa storia, poi abbiamo tirato dentro Velnar e rischiato di uccidere il bimbo! Se permetti, a questo punto ho un giusto timore dell'ira degli dei! Non possiamo combattere un esercito di gnoll e un numero imprecisato di spiriti vendicativi che non ci lasciano dormire!!!" Tyrell sbottò in uno scatto d'ira che fece spalancare gli occhi ad Elyanis, divertito dal fatto che il bardo avesse sclerato prima di lui quella volta.
Lionel e Saevel annuirono di malavoglia, sentendosi entrambi chiamati direttamente in causa per aver l'uno quasi ucciso Arken a seguito di un incanto teso a spazzar via i fantasmi, e l'altro coinvolto un amico ignaro dell'accaduto in fatti la cui evoluzione era difficilmente prevedibile. "Io direi di tentare di dormire prima di fare qualsiasi cosa." Propose il mago. "Dopotutto, è quasi l'alba, forse gli spiriti ci lasceranno in pace..."
Purtroppo, però, le loro speranze furono presto disilluse...
[poche decine di minuti dopo, sempre notte fonda tra il 5 e il 6 di Marphenhot 1506 - Forest of Amtar]
Elyanis espirò rumorosamente, scoprendo i suoi denti bianchi dai canini appena appuntiti. "Avete visto anche voi?" Ringhiò: aveva i suoi ottimi motivi per odiare quando qualcuno o qualcosa si insinuava nei suoi pensieri.
Daimon e il druido lythari, che stavano facendo il primo turno di guardia, guardarono il resto del gruppo con espressioni preoccupate; i compagni erano sobbalzati nel sonno all'unisono, svegliandosi! "Che diavolo succede?" Chiese il drow.
Lionel scosse il capo, scioccato. "Non sò gli altri, ma io ho avuto una sorta di incubo che mostrava l'uso di quest'oggetto... E tecnicamente questo è impossibile! Ero protetto dalle intrusioni mentali e..." La voce del mago scemò, mentre tentava di farsi capace dell'accaduto.
Saevel e Seregorn apparivano egualmente corrucciati, mentre Tyrell scoppiò in una risata amara. "Beh, allora forse non sbagliavo ad essere paranoico e temere la fantomatica ira degli dei..." Puntualizzò, incrociando lo sguardo con Elyanis che si limitò a fissarlo con occhi cremisi luminosi.
Arken dal suo canto sembrava terrorizzato e si limitava a fissare il vuoto con occhi vuoti.
"Non possiamo permettere che gli spettri si impossessino nuovamente di lui... potrebbe turbare la sua psiche anche più di questa faccenda." sussurrò Saevel fissando il piccolo wild elf con crescente preoccupazione. "...da quanto abbiamo visto, bisogna versare del sangue nelle scanalature all'unisono... basterà che la nostra druidica guida ci curi al termine del rituale e non dovremo correre grandi rischi." Commentò, attendendo il reticente consenso degli altri.
[notte fonda tra il 5 e il 6 di Marphenhot 1506 - Forest of Amtar]
Il sangue gocciolò lentamente nelle scanalature, che presero a pulsare di una lievissima luce purpurea al ritmo dei cuori degli officianti di quella strana cerimonia, come un cuore che battesse lentamente rafforzato dal calore del sangue.
Pian piano il lieve bagliore si rafforzò, spostandosi dalle pozze al cerchio, e a quel punto un lampo cremisi si diramò con rapidità su per i raggi sino a toccare la pietra runica, e a riempire con crescente furia le scanalature che la costellavano via via fino alla cima.
Elyanis si sentì raggelare, provando per un attimo una sensazione inspiegabilmente familiare: era come venire prosciugati. Abbassò lo sguardo verso il suolo e venne assalito da un senso di vertigine nel vedere il suo sangue risucchiato verso il suolo ad una velocità innaturale!
Scoccò uno sguardo agli altri del cerchio e notò che non stava accadendo solo a lui, ma il tutto avvenne troppo velocemente per agire in qualsiasi modo.
Il primo a svenire fu il giovane Arken, presto seguito dagli altri membri del gruppo. Il bladesinger sentì le sue gambe cedere e cadde lentamente nell'incoscienza, giù verso la fredda terra.
Il lythari che aveva assistito a tutta la scena strabuzzò gli occhi: nell'arco di pochi secondi dall'inizio di quella strana cerimonia, erano tutti stramazzati al suolo, incoscienti.
Lanciò un incantesimo che avrebbe rimarginato i tagli di tutti, evitando che altro sangue fosse risucchiato, e si precipitò al fianco del bambino, che reputava il più bisognoso di cure...
[data imprecisata - chisà dove]
Le ali gli dolevano.
Non ricordata di aver assunto la sua forma naturale -Devo essere svenuto di nuovo...- Riflettè, la mente ancora annebbiata. Doveva essere stato a lungo appeso ad una parete in uno stato di dormiveglia, forse c'era Tyrell poco distante da lui ma non l'avrebbe giurato.
Gli sovvenne un breve flashback di un dialogo. Ricordava l'odore del suo carceriere, acre e fin troppo familiare. Un demone. Ma c'era anche quel terribile tanfo di peli di cane.
Ricordava due voci discutere nella gutturale lingua dei Piani Inferiori, pattuire un prezzo, uno scambio.... delle manette?
Aprire gli occhi richiese molto sforzo, pari solo al dolore prodotto dai muscoli delle sue braccia tese all'indietro e incatenate in una posizione scomoda dietro lo schienale della sedia su cui sedeva.
Il suo sguardo da demone penetrò senza difficoltà l'oscurità della stanza, appuntandosi sulla figura seduta difronte a lui. Si ritrovò a scrutare due occhi fiammeggianti che lo soppesavano avidamente. "Hmmm... molto bene, ti sei svegliato..." Sussurrò il suo carceriere, e un sorriso malizioso comparve sulle sue labbra. "...da adesso sei mio, mezzo demone... spero solo che tu valga il prezzo che ti ho pagato." Annunciò, alzandosi in piedi ed avvicinandosi a lui continuando a scrutarlo con l'attenzione di un acquirente che avesse appena acquistato un cavallo di razza.
Gli occhi di Elyanis si ridussero in due fessure roventi, mentre si concentrava su l'ultimo incantesimo di alta cerchia che aveva a disposizione, modificandolo in modo da poterlo evocare in quella scomoda condizione...
Non accadde nulla.
Furente ne tentò un altro, ma ancora una volta nulla.
"Inutile sforzarsi. Quelle manette ti impediscono di usare i tuoi poteri." Fece notare semplicemente il suo carceriere. "...sarebbe saggio da parte tua, però, non fare nulla anche quando te ne avrò liberato." Gli disse, portandosi alle sue spalle e lasciando scattare la serratura.
Elyanis stirò i muscoli, ponderando per un momento di saltare al collo del suo padrone. -Sono troppo debole per combattere...- Dovette ammettere, sconfitto, attirandosi un'occhiata divertita dell'unica altra creatura nella stanza. "Che ne è dei miei amici?" Domandò, tentando di prendere tempo.
"Non ne ho idea... ho acquistato te, non loro. Ma se mi servirai volontariamente, seguendo le mie regole senza tradirmi, ti permetterò di riscattarti e andare via libero appena avrai ripagato il tuo prezzo. A quel punto potrai preoccuparti dei tuoi amici..."
Elyanis socchiuse gli occhi, avvilito: forse gli altri erano morti, forse no. In ogni caso, al momento non aveva altra scelta se non quella di assecondare il suo aguzzino...  |
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Ylianor Nimesin
Maestro Bladesinger


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Inviato: Lun Lug 09, 2007 11:38 am Oggetto: [Racconto] Il prezzo della libertà... |
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[da qualche parte nel multiuniverso, chisà quando]
Il fey'ri dagli occhi di scarlatti camminava nervosamente nella stanza avanti e indietro, come un felino in gabbia. Il patto cui era vincolato gli impediva di fare molte cose, tra le altre di mettersi in contatto con i suoi amici ed accertare il loro fato: e così all'impotenza si univa la rabbia montante per la sua situazione corrente.
Il contratto che aveva siglato, infatti, lo vincolava magicamente ad obbedire al suo compratore fin quando non avesse coperto con i suoi servigi il prezzo corrisposto al suo acquisto... eppure erano passati ormai sei giorni e nessuna missione gli era ancora stata assegnata.
Rimaneva bloccato in quella stanza senza uno scopo, a godere dell'aliena bellezza dell'edificio che lo ospitava, nel cuore di una metropoli extraplanare ancor più stravagante (almeno a giudicare dal notevole scorcio che ammirare dalle vetrate).
-Inizio a sospettare che non abbia alcuna intenzione di liberarmi, e proprio per questo non mi assegni nessuna missione!- Ringhiò tra sè Elyanis, frustrato. -...intanto passano i giorni, e si allontana la speranza di poter essere di qualche aiuto agli altri!- La sua lunga coda puntuta sferzò l'aria, palesando il suo nervosismo. -Obbligarmi alla mia forma naturale è solo un'altro modo per umiliarmi!- I suoi occhi balenarono di un lampo porpora quando un rumore gli segnalò l'ingresso di qualcuno nella stanza.
Dalla penombra che caratterizzava la stanza, occhi cremisi luminosi si fissarono in quelli furenti del fey'ri, mentre due labbra carnose si atteggiavano in un compiaciuto sorriso. "Cosa succede, non gradisci la tua permanenza a Sigil?" Domandò dolcemente. "Desideri qualcosa in particolare per allietare il tuo soggiorno?" Tubò la voluttuosa figura dalle ali piumate, riflettendo tra sé che le era difficile non indugiare su alcuni intercalari tipici della sua razza.
Elyanis espirò rumorosamente. "I miei desideri non sono affar tuo, erinni." Ringhiò con tono deciso. "Piuttosto, tu cosa desideri da me? Sono stanco di restare ad osservare dalla finestra il passeggio di questa polverosa città!" Sbottò indicando con un braccio la vetrata alle sue spalle.
Per nulla intimorita, l'erinni si limitò ad avvicinarsi a lui, consapevole che il contratto che avevano stipulato lo obbligava a non nuocerle ed ad obberdirle. Gli girò attorno con fare vezzoso portandosi al suo fianco, solleticando una delle ali membranose del fey'ti con le sue piumate. "Oh quanta solerzia, demonietto..." Lo schernì.
Il bladesinger la fissò cupamente. "Dico solo che stai sprecando un investimento tenendomi qui a fare da soprammobile... anche se suppongo che tu goda nel vedere uno della mia razza costretto a servirti."
La donna diabolica rise di una risata fredda senza allegria. "Molto bene, e cosa cambierebbe se ti ordinassi di rassettarmi la stanza? Ti ho già detto che i miei servi li pago poche monete d'argento al giorno... una dozzina in meno non influirebbero di certo sui millenni che dovresti servirmi per riscatarti!" Fece notare pragmaticamente lei.
"Allora ordinami di fare qualcosa che valuteresti di più." Ribattè lui, afferrandole un polso e stringendo la presa tirandola a se, tentando lentamente di far scemare la sua ira crescente per andare a sostituirla con fredda e rassegnata determinazione. Questo sembrò colpire l'erinni positivamente: si fronteggiarono faccia a faccia per svariati minuti, prima che Elyanis si maledicesse tra sè perchè una parte di lui era fortemente attratta dalla provocante diavolessa.
Compiaciuta, lei gli sorrise mostrando i suoi canini puntuti, avendo forse intuito quella debolezza, e lo tirò a sè. "Mmmmm. Sentiamo, e cosa sapresti fare?" Domandò allusiva. "Qual'è la tua specialità?"
-Già... cosa sapresti fare, fey'ri?- Si schernì il bladesinger, dandosi dell'idiota per averle mostrato il fianco scoperto. Elyanis socchiuse gli occhi e si forzò ad allontanarla con un gesto secco. "Se volevi un amante, hai comprato il fey'ri sbagliato." Affermò dopo qualche attimo. "La mia specialità è uccidere." Ammise con amarezza, e si rese conto per la prima volta che non riusciva a riassumere in alcun modo migliore la sua vita. -...assassino...- Sentì riecheggiarsi nella mente: il nome con cui Zariche lo chiamava. Si voltò verso la finestra dandole le spalle, deciso a non mostrarle altri spiragli cui potesse far appiglio.
"Mi sà invece che ho comprato il fey'ri giusto..." Replicò lei freddamente, e gli occhi cremisi le brillarono in netto contrasto con la sua pelle blu. "...la paga per i miei comandanti più fedeli è molto alta... bladesinger..." Notò con estrema soddisfazione che il mezzo demone sobbalzava appena nel sentirsi chiamare con quel titolo, ed ebbe conferma delle sue aspettative. -...che inaspettata fortuna...-
Elyanis voltò appena la testa per scrutare l'erinni con la coda dell'occhio. "Dammi un bersaglio." Domandò, tornando a fronteggiarla.
Lei si sfiorò le labbra con due dita in un gesto sensuale. "Uccidi una persona per me, e ti considererò libero." Propose, valutando la sua reazione.
Il bladesinger socchiuse gli occhi, titubante: conosceva abbastanza i diavoli per sapere che stava camminando su un terreno accidentato. "Chi?" Domandò.
"Fà differenza?" L'erinni inarcò un sopracciglio mostrandosi sorpresa. "Un mezzo demone come te deve aver ucciso molte persone nella sua vita..." Sussurrò fissandolo negli occhi. "Si vede dai tuoi occhi... non credo che ti sia fatto molti scrupoli in passato, cosa cambia ora?"
Elyanis se lo domandò a sua volta, prima di sorridere amaramente. "Un tempo forse ti avrei risposto <<nulla>>, ma ultimamente valuto la mia libertà più della vita di molta feccia, ma meno del sangue di un'innocente." Replicò semplicemente.
Alilah sorrise interiormente: il suo nuovo acquisto era anche più interessante di quanto avesse sperato! -Quale insolita morale per un mezzodemone... sarà il sangue di elfo nelle sue vene?- Si domandò sogghignando. "Non mi rendi facile venirti incontro... sembrerebbe quasi che tu mi stia dettando condizioni..." Fece notare sarcastica.
Elyanis si concesse una risata aspra. "Dico solo che sarebbe inutile chiedermi cose che non farei, e che mi farebbero rompere il patto che ci lega con tutta una serie di spiacevoli e indesiderate conseguenze per entrambi..." Fece notare. "...dopo aver investito una discreta somma per avermi al tuo servizio, dubito che vorresti vedermi cadere per un tuo ordine avventato."
L'erinni rimase per qualche tempo silenziosa, poi si concesse un sorriso compianciuto, cingendo il fey'ri con una delle sue ali cremisi accompagnandolo in un'altra stanza, un ampio studio pieno di libri e mappe dei tipi più disparati. "Ragioni bene per essere un demone. Credo che potrai essermi di molto aiuto in una faccenda in sospeso in un certo lower plane... si tratta di un'incursione lampo per recuperare qualcosa..." Sussurrò voluttuosa, indicando una delle mappe sulla scrivania.
"Quale dei lower planes? Che resistenza devo aspettarmi?" Domandò Elyanis facendosi serio lanciando un'occhiata alla mappa, tentando di ignorare il fatto che lei lo stesse abbracciando.
"Khalas, il primo layer del Gehenna... non sò se ti è familiare..." Sussurrò ovvervandolo attentamente, e il suo sorriso si allargò quando Elyanis annuì facendo cenno di aver capito a cosa si riferisse. "Avrai una task force di soldati affidabili al tuo servizio. Dovrai aspettarti ostilità dai petizionieri locali, e da altri acquirenti che potrebbero non aver gradito il fatto che io abbia concluso un affare prima di loro... vorranno senz'altro recuperare la perdita sottraendomi ciò che mi spetta." L'erinni gli passò un'incartamento. "I dati sul luogo e sui contatti, nonchè le schede della tua squadra."
Il fey'ri la fissò per un istante, ammirato, osservando poi il territorio vulcanico rappresentato nella mappa e le due dozzine di schede del suo piccolo esercito. "Percentuale di perdite consentite per il conseguimento della missione?" Domandò freddamente.
"Tutte quelle necessarie purchè mi riporti l'oggetto." Replicò lei facendo spallucce, poi gli si avvicinò sussurrandogli ad un'orecchio sensualmente. "...ma tu stupiscimi e saprò ricompensarti..." Gli assicurò andando via in un ancheggiare voluttuoso.
"...ti lascio un giorno per studiare la situazione."
[to be continued] |
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