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Ylianor Nimesin
Maestro Bladesinger


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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:01 pm Oggetto: [Storie] Racconti di Faerun... |
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Dopo attenta analisi, ho deciso di raccogliere in questo thread tutte le storie e i racconti di background che ho sin ora inviato, nonchè usarlo per postare in seguito gli eventuali altri...
Di seguito la lista di tutte le storie presenti... aggiornata di volta in volta:
- Sei Stelle - Inviato: Mar Gen 31, 2006 8:59 pm
- Compleanni - Inviato: Lun Feb 06, 2006 11:27 pm
- La vecchia, l'elfo d'oro e lo straniero... -Inviato: Gio Feb 09, 2006 11:54 pm
- Fine d'anno a Cormanthor (parte prima) - Inviato: Lun Feb 20, 2006 7:02 pm
- Fine d'anno a Cormanthor (parte seconda) - Inviato: Lun Feb 20, 2006 11:32 pm
- Fine d'anno a Cormanthor (parte terza) - Inviato: Mer Feb 22, 2006 4:17 pm
- La Spada, la Nebbia ed una notte di Luna... - Inviato: Mar Feb 28, 2006 1:35 am
- Certe Notti... - Inviato: Lun Apr 24, 2006 6:40 pm
- Prigioni, dubbi e viaggi... - Inviato: Sab Apr 29, 2006 9:42 am
- Dog-sitting di elite - Inviato: Ven Mag 12, 2006 10:04 am
- Venti di guerra... - Inviato: Ven Giu 23, 2006 11:10 am
- Spie come noi... - Inviato: Mar Giu 06, 2006 7:28 pm
- Patti, promesse e scacchi... - Inviato: Ven Giu 30, 2006 12:53 pm
- Tutto in una notte... - Inviato: Lun Lug 10, 2006 6:58 pm
- Il tramonto e l'alba... - Inviato: Mar Lug 18, 2006 11:27 pm
- Canto mattutino di una bladesinger. - Inviato: Sab Ago 05, 2006 3:14 pm
- La luna, il bosco, e il lupo... - Inviato: Lun Ago 07, 2006 12:39 am
- Un altra notte di luna piena... - Inviato: Ven Ago 11, 2006 3:20 pm
- Giovani maghe sole... -parte prima- - Inviato: Lun Ago 14, 2006 11:27 am
- Giovani maghe sole... -parte seconda- - Inviato: Lun Ago 14, 2006 3:09 pm
- Biblioteche e Accademie. - Inviato: Ven Ago 18, 2006 10:19 am
- Vite da tempio... - Inviato: Lun Ago 21, 2006 3:41 pm
- Guardiani di luce... - Inviato: Mar Ago 22, 2006 1:13 pm
- Attendendo la festa Reale... (parte prima) - Inviato: Mar Ago 29, 2006 12:14 pm
- Attendendo la festa Reale, e la festa stessa ^^ - Inviato: Mer Ago 30, 2006 12:13 am
- Una giornata alla Corte della Regina - Inviato: Mar Set 05, 2006 12:35 pm
- Il battesimo di fuoco... - Inviato: Mar Set 12, 2006 1:11 am
- Il Solstizio di Primavera... - Inviato: Sab Set 30, 2006 9:01 am
- Battaglie perse, battaglie vinte... - Inviato: Mer Ott 18, 2006 9:58 am
- Il Canto di Arvandor... - Inviato: Dom Nov 05, 2006 3:56 pm
- Ritorno a casa... - Inviato: Mer Nov 08, 2006 3:14 pm
- Elucubrazioni di un aspirante Occult Slayer - Inviato: Mer Feb 07, 2007 7:24 pm
- Le preghiere di un drow solitario... - Inviato: Mer Feb 07, 2007 8:18 pm
- Peripezie di un bardo marpione... - Inviato: Gio Feb 08, 2007 3:39 pm
- Skullport come vista da un giovane mago... - Inviato: Ven Feb 09, 2007 11:21 pm
- Fidanzamenti austeri ed amicizie particolari... - Inviato: Mer Feb 28, 2007 10:22 pm
- Oscuri presagi e strani messaggi... - Inviato: Mar Mar 06, 2007 10:20 am
- L'alba di Saevel... - Inviato: Mar Mar 06, 2007 10:20 am
- Vita di Everlund... - Inviato: Ven Mar 16, 2007 12:48 pm
- Feste e festini. - Inviato: Lun Mar 19, 2007 5:12 pm
- ...e relativi postumi
- Inviato: Gio Mar 22, 2007 5:40 pm
- Una voce nel buio... - Inviato: Lun Apr 02, 2007 10:48 pm
- Notte alla Torre Nera - Inviato: Sab Apr 14, 2007 7:48 pm
- Vita da fey'ri... - Inviato: Ven Apr 20, 2007 7:45 pm
- In cerca di moonstone. - Inviato: Mer Apr 25, 2007 1:25 am
- Funghi scomparsi. - Inviato: Mer Apr 25, 2007 12:40 pm
- Apre lo Zanzibar. - Inviato: Dom Apr 29, 2007 4:30 pm
- In cerca di se stessi. - Inviato: Lun Apr 30, 2007 12:09 pm
- Addio Zariche. - Inviato: Lun Apr 30, 2007 3:44 pm
Voi giocatori siete liberi di aprire nuovi topic per i vostri racconti, o postare nel thread aperto dal prode Saevel qui... |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:02 pm Oggetto: [Racconto] Sei Stelle |
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[Racconto] Sei Stelle
Inviato: Mar Gen 31, 2006 8:59 pm
Hullack Forest - 14 Nightal 1502
Le due giovani elfe terminarono il loro allenamento con un aggraziato passo di danza. Tallyon, che osservava silenzioso in disparte il duetto allenarsi, si ritrovò a pensare che rappresentavano in un modo ammirevole la diversità tra le loro due razze: i caldi colori del sole e del giorno erano ben evidenti nei capelli di fiamma e nella pelle dorata di Lady Nimesin, tanto quando l'argento della luna riluceva nei capelli e nella carnaggione pallida della giovane Elhanna Nightstar.
La giovanissima Sunguard rivolse un sorriso alla sua compagna d'armi, lasciando che la lunga lancia che impugnava assumesse rapidamente l'aspetto di una spada lunga, rinfoderandola dopo aver eseguito un rapido saluto militare. "E' sempre un piacere allenarsi con te, Ylianor..." Commentò, i suoi occhi violetti che rilucevano appena alla luce del giorno che filtrava tra le fronde del bosco.
Tallyon si compiacque nel vedere che il velo di gelo che normalmente sembrava avvolgere Lady Nimesin sembrò per un attimo spezzarsi quando l'elfa d'oro sorrise di rimando all'amica, appuntando per qualche istante i suoi esotici occhi grigi in quelli di lei. "Da quanto manchi da Cormanthor, Elhanna?" Domandò ad un tratto la bladesinger.
Elhanna sembrò pensarci. "Hm... non saprei di preciso, ma direi un bel pò!" Concluse sorridendo.
Ylianor annuì pensierosa. "Pensavo di teletrasportarmi oggi per controllare se i miei ospiti avessere bisogno di qualcosa, e verificare la data dei miei prossimi allenamenti ad Evereska..." Guardò l'amica sorridendo appena. "Se ti fa piacere puoi venire con me." Propose.
L'elfa della luna annuì. "Con piacere... è da parecchio che non vedo mio padre, in effetti..." Riflettè.
Per il tempo restante, rimase ad osservare Ylianor che dava ordini e si accordava con Tallyon su alcune cose prima della partenza. Per distrarsi la moon elf prese a canticchiare a mezzavoce un motivetto che le era improvvisamente balzato in testa. "Goodnight sweetheart, well, it's time to go... poporopopooo..."
Le due fanciulle riapparvero in uno sbuffo a poca distanza da casata Nightstar, dove Elhanna sperava di trovare il padre. "O almeno mi auguro sia qui -precisò- in teoria dovrebbe avere lezioni in Accademia di questi periodi..."
Ylianor annuì sorridendo, accennando un saluto prima di andarsene. "Credo che tornerò alla Hullack domattina, salvo imprevisti... mi raggiungi tu a casa mia?" Chiese.
Elhanna assunse un espressione perplessa. "Non vieni a salutare papà?" Domandò.
L'elfa d'oro sembrò imbarazzata. "La mia visita non era attesa... non vorrei disturbare..."
L'amica però si limitò a sogghignare. "Ma quanti problemi che ti fai! Vieni..."
Il pranzo era stato piacevole, e ora le due ragazze dialogavano pacatamente con l'elfo della luna dai lunghi capelli di zaffiro, che per il momento si limitava ad ascoltare il colorito racconto della figlia ampliato di tanto in tanto da qualche precisazione dell'amica gold elf.
Ad un tratto Elhanna si interruppe. "Papà ma tu non avevi lezione in accademia oggi?" Domandò, perplessa, fissandolo per qualche istante con aria studiatamente severa.
Aran si esibì in un sorriso innocente. "Tecnicamente si, ma mi sono fatto sostituire... non capita tutti i giorni che mi veniate a trovare." Replicò sorridente.
Elhanna sbuffò. "Ogni scusa è buona..." Lo rimbrottò, ma Aran si limitò ad allargare il suo sorriso. "Dovresti comportarti con più rigore, come zio Vorn!"
L'elfo della luna socchiuse gli occhi ridacchiando tra se. "Ma mica sono vecchio quanto Vorn!"
Ylianor guardò padre e figlia ridere insieme condividendo una qualche battuta privata, e per un attimo si sentì avvolgere da la gelida morsa della malinconia, e della solitudine. In momenti come quelli, nonostante ora avesse abbastanza amici, e la famiglia dello zio si fosse offerta di aiutarla in tutto, si sentiva sola in una terra che non le aveva dato i natali.
Aran dovette intuire il disagio della fanciulla, perchè le scoccò un occhiata con quei suoi occhi blu, per poi rivolgersi alla figlia. "Elhanna, ieri tua nonna ha fatto un ottima torta... perchè non ne offri una fetta ad Ylianor?" La ragazza sorrise scattando in piedi prima che la gold elf potesse replicare con le cortesie di rito esclamando "Ne vado a prendere tre fette! Tanto lo so che era una scusa per mangiarne anche tu, pà.." Concluse con aria truffaldina sfilando fuori.
Aran reclinò la testa, sorridendo alla figlia del suo vecchio amico Kymil. Seppure avesse i colori tipici degli Alastarra, quella fanciulla gli ricordava il bladesinger di Evereska in molti modi. "Stai facendo un ottimo lavoro alla Hullack, a quanto mi dicono..." Commentò gettandola sul casuale, alzandosi dal divano per andare a prendere una piccolo cofanetto ornato su una scaffalatura.
Ylianor annuì appena. "Abbiamo organizzato una base in poco tempo... ma devo ammettere che per adesso -salvo che la guerriglia- non ho ancora chiaro un modo efficiente per essere di effettivo aiuto al mio amico cavaliere..."
L'elfo della luna allargò il suo sorriso: i tempi erano davvero cambiati, se un Nimesin si riferiva ad un cavaliere umano come ad un amico. "Sua madre è ancora tua ospite, suppongo... Elhanna mi aveva accennato qualcosa durante il pranzo."
L'elfa d'oro annuì ancora una volta, sotto lo sguardo attento del bladesinger più anziano. "Ho supposto che restare nella baronia potesse esserre pericoloso per la baronessa... rapirla per ricattare Michael sarebbe stata una mossa senz'altro auspicabile per il Duca Geerth."
Aran assentì a quell'osservazione. "Indubbio." Posò il piccolo scrigno con cui stava giocherellando sul tavolo che divideva lui dalla ragazza, facendolo scivolare appena verso di lei. "Visti i tuoi progressi con gli elfi di Lonelywood, mi sembra giusto che tu abbia questi..."
Ylianor reclinò il capo, osservando l'oggetto per qualche istante prima di sollevarlo delicatamente facendone scattare il coperchio sotto lo sguardo attento di Aran. Le sopracciglia eleganti dell'elfa di arcuarono in un espressione stupita, e i suoi occhi grigi lampeggiarono per qualche istante, prima che abbassasse lentamente lo scrigno, andando ad incrociare lo sguardo del bladesinger. "I gradi di mio padre..." Sussurrò appena, osservando le cinque appuntite stelle di mithril, splendidamente decorate, e l'ultima -identica alle altre se non fosse che era realizzata in adamantio bluastro.
L'elfo della luna sorrise appena. "Li diede a me tempo addietro... ma penso che adesso sia meglio che le tenga tu..."
Ylianor e Kymil Nimesin |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:03 pm Oggetto: [Racconto] Compleanni |
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[Racconto] Compleanni
Inviato: Lun Feb 06, 2006 11:27 pm
22 Nightal - Hullack Forest
Il campo tra i boschi era come sempre silenzioso, nonostante i molti wood elf affaccendati nelle normali routine che contraddistinguevano un insediamento altamente militarizzato come poteva essere quello degli Eldreth Veluuthra.
Ylianor sorrise appena vedendo Tallyon e Daryl discutere vivacemente vicino il recinto dei grifoni: le faceva piacere che il kerym degli elfi del nord avesse familiarizzato con il moon elf di Cormanthor.
Riportò gli occhi al foglio dinnanzi a lei, facendo scricchiolare la neve sotto i suoi piedi in cerca di ispirazione, e gettò giù un altra bozza a carboncino. Aveva preso l'abitudine di disegnare modelli quando aveva un minimo di tempo libero, ma in quel caso particolare non lo faceva per una commissione specifica, quanto piuttosto per un regalo.
-Cosa che non mi facilita minimamente il compito...- Riflettè tra sè la splendida fanciulla elfica, voltando pagina con aria piccata e cambiando totalmente genere. Questa volta abbozzò lo schizzo di un mantello di foggia particolare. Passi felpati sulla neve, captati appena dalle sue orecchie allenate, le indicarono un elfo in avvicinamento.
Abbassò il blocco che aveva istintivamente nascosto, e fece per riprendere a disegnare, quando intuì chi fosse il nuovo arrivato. "Hai bisogno di qualcosa?" Domandò in tono freddo senza voltarsi.
Elledan sbuffò una nuvola di vapore nell'aria gelida della sera. "Hmmm... molte cose in verità, ma per iniziare un bentornato non sarebbe sgradito..." Commentò salace, fissandola con quei suoi occhi azzurrissimi.
"Bentornato?" Ylianor inarcò un sopracciglio andando ad incrociare il suo sguardo. "Mi sembra che tu sia tornato da diversi giorni, principe..." Fece notare.
L'elfo d'oro sorrise. "Meglio tardi che mai... al mio rientro mi hai accolto con lo stesso calore di un iceberg..." Sogghignò, sbirciando il disegno sul blocco. "Carino..."
Ylianor sospirò. "Mmm... Non ne sono convinta..." Commentò dopo un pò, concludendo che non era giusto da parte sua trattar male Ellèdan senza un motivo specifico. "Stavo pensando ad un pensiero per Michaèl: tra qualche giorno è il suo compleanno... e non mi viene in mente nulla..."
Inaspettatamente l'elfo d'oro impallidì. "Oh no! Ecco cosa avevo dimenticato..." Crollò il capo, mordendosi il labbro.
"Il compleanno di Michaél?" Sussurrò Ylianor, incredula. "Credevo fosse il tuo miglior amico..."
Il volto sfregiato dell'elfo si illuminò di quella sua aria malandrina che lo rendeva così affascinante, e così lontano dalla classica idea di principe elfico che buona parte di Faerun aveva. "Peggio! Ho completamente dimenticato il regalo per il compleanno di mio padre... che per inciso è solo tra due giorni!"
Il viso solitamente glaciale dell'elfa d'oro si atteggiò in un espressione totalmente incredula. "Non puoi fare sul serio..." Asserì.
Elledan sorrise di un sorriso triste. "Quasi un mese intero in giro per cripte di Halruaa fa perdere la cognizione del tempo..." Ammise passandosi una mano tra i corti capelli dorati. "E' meglio che rientri subito ad Everlor..." Concluse amaramente.
L'elfa annuì, ma prima di mantener fede a quelle sue parole, il bladesinger dai capelli oro ed ambra indicò il disegno. "...credo che piacerà a Mike... tieni presente che predilige i colori scuri." Aggiunse, guardandola ancora qualche istante, come indeciso su qualcosa. Poi chiuse gli occhi, dandole le spalle, incamminandosi verso il bosco.
L'elfa lo guardò allontanarsi prima di sorridere malinconicamente. "Bentornato..." Sussurrò prima che sparisse tra gli alberi, forse diretto a salutare il suo amico cavaliere prima di andar via... |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:05 pm Oggetto: [Racconto] La vecchia, l'elfo d'oro e lo straniero... |
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[Racconto] La vecchia, l'elfo d'oro e lo straniero...
Inviato: Gio Feb 09, 2006 11:54 pm
[21 Nightal 1502 - campo EV nella Hullack's Forest]
L'elfo dai corti capelli biondi stava osservando alcune mappe della foresta su cui erano segnate le ronde degli oltre cento elfi stanziati nel bosco. Michaél era poco più in là, sotto una delle tende da campo, intento a pulire la sua pesante armatura d'adamantio. Elledan sorrise appena, pensando che il suo amico aveva accettato con stile la sua "caduta di grazia".
Le sue orecchie puntute captarono pezzi di una discussione in elfico tra due giovani arcieri Eldreth Veluuthra e l'unico sacerdote di Corellon del campo, un giovane gold elf della famiglia Miritar di Illefarn.
"...l'umano da passeggio di Lady Nimesin è decisamente meglio del mio..." Commentava sogghignando l'elfo d'oro ai due arcieri, che risero in risposta. "...mi pento di averlo lasciato andare da solo con altri elfi senza che io fossi presente... non è abbastanza civilizzato."
Elledan si voltò, perplesso. Colse l'occasione di intervenire quando la giovane arciera wood elf, accortasi dello sguardo dell'affascinante principe elfico, lo coinvolse nella conversazione. "Ma il barone capisce l'elfico?" Domandò al bladesinger, dubbiosa, lanciando uno sguardo in direzione della tenda di Michaél.
Elledan annuì sorridendo appena, notando che lei sembrava a quel punto imbarazzata. "Una volta mi è stata raccontata un interessante leggenda sugli umani..."
Ben consapevoli dell'abilità del bladesinger di narrare storie, i due elfi silvani dedicarono immediatamente tutta la loro attenzione al principe.
Saevel socchiuse appena gli occhi riflettendo sulla inopportuna mancanza di etichetta nei rapporti con il giovane principe di Tyriòn e sospirò appena. "A quale leggenda si riferisce, Altezza?" Commentò ignorando volutamente l'ordine di Elledan di rivolgersi a lui al massimo col suo titolo militare: voleva proprio sottolineare la mancanza di tatto dei wood elf.
Il principe elfico si appoggiò ad un albero con uno sguardo furbo, e iniziò a narrare la sua storia...
"Molti secoli fa, un ufficiale gold elf dell'antico reame di Myth Drannor fu inviato in una delle piccole comunità umane ai margini del reame elfico..." La voce calda di Elledan irretì altri elfi del campo, che si avvicinarono ad ascoltare anche loro.
"...dopo aver sbrigato i suoi compiti in quel luogo, si rese conto che era ormai molto tardi..." Non lontano, Michaél smise di lucidare la sua armatura, ascoltando incuriosito.
Elledan allargò il suo sorriso, riprendendo la sua narrazione. "...la sera era buia, senza luna, e minacciava di nevicare. Ciò nonostante, pur di non trattenersi per la notte nella piccola comunità di umani, il nobile elfo intraprese il suo viaggio..."
"Non si allontanò però di molto, che prese a nevicare." Tutti gli elfi che lo ascoltavano lo fissavano in aspettativa. Elledan fece cenno verso il bosco "...scorse una luce nel bosco, e diresse il suo moonhorse in quella direzione: era una piccola baita di fattura umana, dal cui comignolo fuoriusciva un filo di fumo."
"Di malavoglia, il gold elf smontò da cavallo e bussò alla porta..."
Saevel storse il naso all'idea di entrare in una dimora umana, e molti wood elf iniziarono a bisbigliare tra di loro riguardo cosa avrebbero fatto in quelle condizioni.
Elledan li lasciò fare per un pò, poi riprese a narrare. "...dopo qualche tempo, venne ad aprire un'umana dal volto rugoso e i capelli completamente bianchi. Lei fissò per qualche istante il nobile elfo, stupita, tentando di capire cosa volesse..."
"Capita la richiesta di ospitalità, la vecchietta lo fece accomodare, offrendogli una tazza del brodo che aveva preparato per se..." Il bladesinger constatò che alcuni elfi annuivano, altri invece sembravano contrariati, altri ancora si limitavano ad ascoltarlo silenziosi.
"L'elfo osservò quel pasto frugale, e chiese alla donna se avesse un pasto più adatto ad un nobile elfo..." Michaél, avvicinatosi a sua volta all'amico, si limitò a sogghignare empaticamente ad Elledan...
"La vecchina si stava prodigando per accontentare il nobile, quando qualcun'altro bussò alla porta... un secondo elfo si era attardato quella sera..." Elledan fece scemare i sussurri meravigliati. "...lo straniero, il cui mantello era coperto di neve, era apparentemente un cacciatore. Si scrollò la neve di dosso prima di entrare e rivolgendosi alla donna in comune le chiese a sua volta ospitalità"
"L'anziana signora lo fece accomodare, dicendogli che era il secondo elfo di quella sera... Domandò cosa avrebbe gradito mangiare e si sentì rispondere che qualsiasi cosa sarebbe andata bene..."
Alcuni wood elf ridacchiarono commentando che di certo il nuovo venuto era un loro simile, mentre i moon presenti sostenevano che di certo era un moon elf.
Elledan sogghignò e riprese a narrare. "Il nuovo venuto bevve il brodo offertogli dalla vecchina. A quanto appare gli piacque tanto che le domandò come l'avesse fatto... Lei, che si disperava per pensare a come soddisfare il palato più sofisticato del nobile elfo d'oro, rispose che era il brodo di una delle sue galline, la più vecchia che di certo non sarebbe sopravvissuta all'inverno, arricchito con verdure e funghi secchi..."
Saevel inarcò un sopracciglio all'idea di quella barbarie, ma non replicò, attendendo che il principe riprendesse il suo racconto...
"A quel punto l'elfo d'oro commentò nella loro lingua natale che un comportamento così disdicevole nei confronti di un animale anziano era tipico degli umani, poi adattandosi ad esprimersi in comune chiese alla donna di avere delle uova per potersi cucinare personalmente il pasto."
"Dispiaciuta, lei rispose che le galline in inverno deponevano le uova solo all'alba e molto di rado, visto il freddo... il gold elf sbuffò contrariato, domandando allora alla donna della frutta..."
Elledan sogghignò. "Lei però non aveva nemmeno quella... infatti spiegò che non era periodo di frutta nelle regioni umane e che comunque visto l'inverno rigido i raccolti di mele sarebbero andati perduti..."
"L'elfo d'oro le disse che questo era impossibile, visto che il villaggio era nel mythal... il secondo elfo invece si fece attento, domandando alla vecchina come mai era giunta a quella conclusione. Lei spiegò che diversi anni addietro c'era stata una gelata simile, le galline anche quella volta avevano smesso di fare le uova come quest'anno, e il ghiaccio aveva fatto ammalare le piante... che non avevano prodotto frutti."
I wood elf sembrarono rifletterci, alcuni annuendo, altri contestando qualcosa.
Elledan rise. "Il gold elf aveva le vostre stesse perplessità!"
"Si alzò stizzito, commentando che in tutta la sua vita non aveva mai sentito sciocchezze simili, poi si rivolse in elfico al suo simile commentando che quella creatura era da biasimare: non aveva nemmeno un centennio e sparlava del mythal al solo scopo di non privarsi di cibo per offrirlo ai suoi ospiti!"
"L'altro elfo si fece scuro in volto, alzandosi dalla sedia lentamente e rivolgendosi con parole dure al nobile <<C'è più saggezza in questa donna di nemmeno un centennio, che nei tuoi secoli di vita.>>"
"Occhi di un azzurro ultraterreno si fissarono in quelli del nobile, scavandogli nell'animo <<Se hai trascorso trecento anni di vita ignorando quanto di buono possa insegnarti qualsiasi creatura, per quanto diversa possa essere da te e da me, allora hai invero sprecato il mio dono...>>"
Elledan lasciò che gli elfi metabolizzasero quest'ultima frase prima di continuare. Notò che qualcuno si interrogava sull'uso dell'aggettivo mio.
"...poi il misterioso visitatore si voltò verso la vecchina, rimasta ad osservare i due timorosa, e le sorrise levandosi solo allora il cappuccio, mostrando capelli lucenti quando il sole. <<Ti ringrazio per l'ospitalita e per i consigli, yaaraer...>> sussurò inchinandosi ed allungandole una piccola scultura intagliata in legno raffigurante una mezzaluna. <<...tienila con te e se avessi bisogno di aiuto lo saprò...>> detto questo sparì nel nulla, come se non fosse mai stato li".
Gli elfi fissarono Elledan strabiliati. "E cosa successe dopo?" Domandò un moon elf.
Il principe elfico sorrise di un sorriso furbo. "L'elfo d'oro, scosso da quell'apparizione, partì la mattina dopo e si narra che non fu più rivisto a Cormanthor. Lasciò però alla vecchia umana diverse monete d'oro prima di sparire..."
"L'estate fu particolarmente infruttuosa, e i raccolti andarono perduti come l'anziana aveva predetto... lei però aveva conservato parte dei soldi dell'elfo d'oro e fu quindi una delle poche fortunate ad avere vita facile..."
"Passarono vari inverni, e nonostante fosse sempre più vecchia e sempre più stanca, l'anziana umana trascorse il resto dei suoi anni in pace... fin quando un giorno, sentendosi sempre più sola e più vicina al termine del suo ciclo vitale, il suo pensiero andò a quello strano elfo incontrato anni prima..."
Il silenzio al campo degli Eldreth Veluuthra era quasi irreale. "<<Non devi temerla...>> sentì dire da una voce ultraterrena; voltò lo sguardo, e l'elfo era lì, seduto al suo capezzale, e aveva risposto ad una domanda che lei non si era nemmeno resa conto di aver pronunciato. Parlarono a lungo, poi lui le tese una mano, dicendole di chiudere gli occhi. Quando li riaprì, era in un reame boschivo. L'elfo le sorrise commentando solo <<benvenuta nel mio regno...>>"
Elledan lasciò che gli elfi chiacchierassero tra loro, commendando la storia, sparendo tra gli alberi per non rispondere a domande prima che avessero metabolizzato quella parabola.
Sorrise quando si rese conto che anche un altro gold elf, oltre al giovane Miritar, aveva ascoltato il suo racconto.
"Bella storia..." Sussurrò l'elfa dai capelli di fuoco, sorridendogli appena dalle ombre che la celavano.
Il bladesinger sorrise malinconicamente. "Me la narrò mio padre alcuni decenni fà..." |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Sab Apr 22, 2006 11:24 pm, modificato 4 volte in totale |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:06 pm Oggetto: [Racconto] Fine d'anno a Cormanthor (parte prima) |
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[Racconto] Fine d'anno a Cormanthor (parte prima)
Inviato: Lun Feb 20, 2006 7:02 pm
[Everlor, 1 Hammer 1503 - ore 00.25 al fuso orario di Cormanthor]
Elledan si guardò intorno: la noia della serata mondana era mitigata dalla piacevole compagnia degli amici, vecchi e nuovi, di cui si era circondato quella sera.
-...forse però la festa non è tanto male... è solo il senso di vuoto che la rende tale...- Si ritrovò a pensare, ascoltando distrattamente una schermaglia verbale tra le due belle moon elf sedute a poca distanza da lui. Elhanna e Azariah sembravano andare d'accordo, cosa che gli faceva di certo piacere.
Il suo sguardo si spostò poi sulla nipote Galadriel e suo fratello Lamruìl, intenti a parlare con la rivelazione della serata: Velnar Durothil, che doveva avere qualche anno più di lui eppure non si era mai visto in una festa ufficiale.
Il gold elf, nonostante il carattere all'apparenza serio e meditativo tipico dei Durothil, si era dimostrato molto brillante e decisamente simpatico. -E soprattutto, totalmente privo della spocchia che contraddistingue noi gold...- L'elfo si concesse un accenno di sorriso, ma il suo pensiero era lontano.
"Anche lei è del parere di lasciare la festa come suo fratello Gavilan, principe?" Chiese proprio il giovane mago Durothil, fissandolo con i suoi occhi dorati screziati d'argento.
Elledan si riscosse dai suoi pensieri. "Chiamami pure Elledan, Velnar... e per rispondere alla tua domanda, in effetti il rave di Cormanthor sarebbe qualcosa da non perdere. Lo consiglio a voi tutti."
Galadriel sbuffò, ringhiando qualcosa tra i denti. "Se non mi avessi trascinato qui, zietto, io sarei già la!"
Lamruil ridacchiò, guardando il fratellastro più giovane con sguardo complice. Inaspettatamente, però, dovette notare che Elledan era diventato estremamente cupo...
[Hullack Forest, 30 Nightall 1502- ore 11.25 al fuso orario del Cormyr]
La musica e i canti soffusi della festa improvvisata dagli Eldreth Veluuthra del bosco, raggiunti da quasi tutti il loro congiunti del Nord, giungevano alle orecchie dell'elfa solitaria attutiti dalla distanza a cui si era allontanata cavalcando senza meta nel bosco.
Ylianor smontò dal suo stallone bianco, carezzandone appena il muso, per fissare gli occhi completamente neri del cavallo elfico. Quegli occhi scuri le riportarono come sempre alla mente un ricordo agrodolce non richiesto, e lì, lontana da tutti e da tutto, si concesse un attimo di debolezza, permettendo alle lacrime di scendere sul suo viso freddo e perfetto.
Una brezza agitò i capelli della donna, facendoli muovere come fiamme nella notte. Ylianor si sedette ai piedi dell'albero, sopraffatta dal dolore, mentre Asfeloth empaticamente le si avvicinò spintonandola appena col muso, nel tentativo di rincuorarla.
Lei fissò appena il cavallo carezzandone la criniera, gli occhi appannati dalle lacrime, poi crollò il capo tra le sue ginocchia rannicchiandosi, non riuscendo più a reprimere i singhiozzi...
[Everlor, 1 Hammer 1503 - ore 00.26 al fuso orario di Cormanthor]
L'elfo dai corti capelli dorati si corrucciò appena, posando al volo il bicchiere che aveva in mano e lanciando un occhiata strana ai suoi compagni per la serata, che lo guardarono con sguardi strani.
"Tutto bene, Elle?" Domandò Galadriel, preoccupata, squadrando l'espressione cinerea del giovanissimo zio.
Il bladesinger socchiuse gli occhi, poi li riaprì lentamente. "Vogliate scusarmi, ragazzi... probabilmente vi raggiungerò più tardi, e se così non fosse vi auguro nuovamente buon anno nuovo..." Sussurrò, accennando un saluto teso prima di andar via.
Individuò quasi subito l'unica altra persona che avrebbe salutato prima di trasportarsi magicamente lontano dalla festa. Suo padre era discosto dagli altri, in conversazione con Lord Durothil. Si avvicinò e attese che il Re si accorgesse di lui, voltandosi ad osservarlo. "C'è qualcosa che vorresti dirmi, Elledan?" Gil Galad lo guardò con uno sguardo penetrante, sorridendo appena.
Elledan si inchinò. "Vorrei il permesso di allontanarmi padre..." Chiese formalmente.
Questo sembrò meravigliare sia Gil Galad che l'anziano Isaryon.
Gil Galad annuì, sorridendo. "L'ho concesso a tuo fratello, che è stato molto meno cortese nel chiedere... non vedrei perchè negarlo a te..." Il sorriso dell'elfo d'oro fece luccicare i suoi occhi cangianti di una luce furba. "Avvertirò io tua madre, non temere..."
Il giovane bladesinger fissò il padre con riconoscenza, inchinandosi nuovamente. "Grazie mille..." Accennò ad un saluto cortese a Lord Durothil, poi fissò per un altro istante il padre. "Di nuovo auguri, papà..." Sussurrò prima di sparire... |
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Ultima modifica di Ylianor Nimesin il Dom Gen 28, 2007 10:17 pm, modificato 2 volte in totale |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:07 pm Oggetto: [Racconto] Fine d'anno a Cormanthor (parte seconda) |
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[Racconto] Fine d'anno a Cormanthor (parte seconda)
Inviato: Lun Feb 20, 2006 11:32 pm
[Hullack Forest, 1 Hammer 1503 - ore 00.01 circa al fuso orario del Cormyr]
Erano abbracciati da parecchio tempo in silenzio, il bladesinger dai corti capelli dorati che cullava dolcemente Ylianor, carezzandole i meravigliosi capelli di fiamma.
Improvviso, dal cuore della foresta e dalla lontana Lion's Rest si alzò un boato di canti, festeggiamenti e applausi che fece capire ad Elledan che in quel luogo di Faerun doveva essere scattato in quel momento l'anno nuovo.
Sollevò il mento della donna che amava con un dito, fissandola per qualche istante negli occhi. -...buon anno nuovo, amor mio... ricorda che non sei mai sola...-
Ylianor abbassò appena lo sguardo, arrossendo appena nell'avvertire il calore dei pensieri dell'elfo nella sua mente. Gli sfiorò le labbra con un bacio, mentre una lacrima scorreva pigramente sul suo viso. -Mi manca tantissimo...-
Elledan la asciugò con il dorso di una mano, baciandola a sua volta, per poi alzarsi facendole cenno di fare altrettanto. La fanciulla lo fissò interrogativa, e lui le sorrise. "E' normale che ti manchi... ma non puoi isolarti qui, in una notte così. Lui non lo vorrebbe... ti vorrebbe tra i tuoi amici." Le sussurrò, la sua voce ammaliante che la avvolgeva come sempre. "Andiamo."
Lei si alzò, titubante, fissandolo non del tutto convinta. "Dove?" Chiese in un sussurro teso.
"Fidati di me..." Replicò lui, semplicemente, e quando Ylianor si abbracciò a lui annuendo, sorrise sparendo in uno sbuffo di stelle...
[Everlor, 1 Hammer 1503 - ore 01.01 circa al fuso orario di Cormanthor]
L'elfo dagli occhi color dell'ambra fissava da svariati minuti le due moon elf e la giovane figlia del Coronal confabulare.
In altre occasioni, Elaith avrebbe accantonato la faccenda come pettegolezzi da donne, ma questa volta supponeva che ci fosse qualcosa di più dietro. Impressione che gli venne prontamente confermata quando anche Gildor e la sua compagna raggiunsero il terzetto, seguiti a poca distanza dal giovane erede dei Durothil e da Daryl Hawksong.
A quel punto si avvicinò al gruppetto, carpendo la fine della conversazione.
"Allora offri tu il teleport, Velnar?" Domandò Azariah, guardando il gold elf dei Durothil, speranzosa.
Prima che il mago potesse replicare, Elaith si intromise nella conversazione con un sorriso lupino stampato sul volto. "E dove vi teletrasportereste, sorellina?"
La fanciulla non si fece intimidire, esibendosi in un sorriso angelico a trentanove denti. "A Myth Dakaan ovviamente! Gildor ci accompagna... sono sicuro che se vieni anche tu nessuno avrà da ridire!" Lo sguardo speranzoso della fanciulla andò a cozzare con l'imperturbabilità dell'elfo conosciuto come il Serpente. "Scordatelo."
Azariah, però, quella sera sembrava più che propensa a contestare le decisioni del fratello maggiore...
[Myth Dakaan, 1 Hammer 1503 - ore 02.15 circa al fuso orario di Cormanthor]
Elledan sogghignò, guardando andar via Michael con sei elfe e i suoi tre nuovi amici degli Eldreth Veluuthra. "E sò ragaaaaazziiiiiiiiiiiii..." Commentò più a se stesso che alla fanciulla, che però rise alla sua constatazione.
"Beh, credo che Michaèl abbia bisogno di un pò di svago..." Confermò lei tra se.
Il bladesinger ritornò con lo sguardo al bel vestito nero e argento di Ylianor vicino a lui: il top argenteo e il pantalone lungo nero la fasciavano aderendole al corpo come una seconda pelle zuppi com'erano di champagne.
Sentì che lei si stringeva al suo fianco, evitando un trenino di elfi di passaggio alle note di una canzone più tranquilla delle precedenti di Gavilan, un pò sulla scia di quella inattesa di suo padre...
-Indubbiamente, per una gold elf al suo primo rave party, ha un contegno esemplare...- Si ritrovò a pensare. In quel momento la fanciulla scosse appena il capo, e i capelli rossi bagnati le si avvolsero al collo come serpenti, dandole un aspetto stranamente selvatico. Disse qualcosa che si perse nel boato della folla e della musica, poi alzò gli occhi al cielo, parlando direttamente nella mente di Elledan. -Ma era davvero il Re?!-
Lui le sorrise, avvicinandole la bocca ad un orecchio elegantemente puntuto. "Si, proprio lui... Vieni che ti presento degli amici" Le sussurrò sogghignando: proprio in quel momento aveva individuato nella folla alcuni volti a lui familiari ed inattesi... |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:09 pm Oggetto: |
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[Racconto] Fine d'anno a Cormanthor (parte terza)
Inviato: Mer Feb 22, 2006 4:17 pm
[Myth Dakaan, 1 Hammer 1503 - ore 03.25 circa al fuso orario di Cormanthor]
Il gruppetto di elfi stava divertendosi non poco, e nonostante gli abiti eleganti indossati da tutti non si facevano certo mancare i balli di piazza, o l'occasionale trenino. La musica si era fatta meno incalzante, e di tanto in tanto veniva inframmezzata da qualche lento per permettere alle moltissime persone un minimo di tregua.
Elhanna sorrise vedendo Elledan e Ylianor ballare: lei le aveva detto che non avrebbe partecipato alla festa di Everlor quell'anno. Poteva capire la sua decisione, vista la scomparsa recente del padre della ragazza, ma in cuor suo era contenta che Elledan fosse schizzato via dalla festa per tirarla in mezzo ad un minimo di divertimento. "Sono una bella coppia, non trovi?" Commentò nell'orecchio a Daryl, suo cavaliere per la serata.
L'elfo dai capelli argentati fissò i due. "Direi di si... ma che io sappia ufficialmente non sono fidanzati..." Puntualizzò sogghignando: trovava assurdi i problemi che si facevano molti gold in questioni di coppie.
La canzone finì e la bella gold elf dai capelli di fiamma questa volta venne invitata a ballare dal più serio del gruppetto di amici. Elaith si inchinò appena a Lady Nimesin, sorridendole di un sorriso furbesco mentre la fissava con quei suoi insoliti occhi ambra. "Un moon elf ha speranza di strapparle un ballo questa sera?" Le domandò sarcastico.
"Dipende..." Replicò lei ricambiando con un occhiata dei suoi occhi freddi, sotto lo sguardo attento di Elledan. "...nel suo caso, Lord Craulnober, direi di si..."
Elaith allargò il suo sorriso, ignorando volutamente l'occhiata furba che si scambiavano Azariah ed Elhanna, allungando una mano verso la sua dama per quel ballo. Quello che invece registrò fù uno sguardo particolare del giovane principe di Tyriòn, qualcosa che gli ricordò il passato, quando lo spadaccino moon elf viveva ancora sulle sponde di Evermeet, e un'altra elfa dai capelli di fiamme era solita danzare tra le sue braccia...
[Myth Dakaan, 1 Hammer 1503 - ore 06.00 circa al fuso orario di Cormanthor]
La principessa Ellesime si guardò intorno, riprendendosi dal teleport gentilmente offerto da Lord Craulnober. Non sapeva perché avesse agito così d'impulso, lasciando gli agi della piccola nave volante di Draco Ni'Tessine per accodarsi al gruppetto di amici di suo fratello Elledan, ma ormai l'aveva fatto. Si guardò intorno, e notò che tutti sembravano essersi ripresi prima di lei, e chiacchieravano amabilmente su come proseguire la notte brava.
Si accorse che almeno tre persone la tenevano d'occhio, probabilmente preoccupate della sua incolumità: una era proprio Elaith, la seconda era lady Nimesin, che a quanto aveva capito era stata trascinata a forza da suo fratello nella festa, e la terza era il pro-nipote di Lord Durothil, un giovane elfo dai lunghi capelli neri che non aveva mai avuto il piacere di conoscere prima di quella festa.
Proprio in quel momento Elledan si voltò verso di lei. "Sorellina, visto che si appresta ad albeggiare, pensavamo di avviarci verso casa mia per fare colazione. Che ne pensi?"
Ellesime gli sorrise di rimando, guardando i molti gruppetti di persone rimaste i piazza, che ancora ballavano, poi annuì. "Molto bene." Sussurrò, a disagio, non sapendo esattamente come rivolgersi agli altri: sapeva bene che Elledan usava spesso toni informali, ma lei aveva qualche difficoltà ad adattarsi, soprattutto con persone estranee alla sua famiglia.
"Elle, vedo di far recuperare due cornetti o provvedi tu?" Domandò Gildor, abbracciando a se la bella Delialh che gli sorrise sussurrandogli qualcosa all'orecchio che fece sogghignare l'alto mezz'elfo dai capelli neri.
Il suo giovanissimo zio scosse il capo. "No Gil, faccio io." Assicurò, facendo cenno agli amici di avviarsi in una direzione. Fu in quel momento che Galadriel si improvvisò capogruppo. "Bene signori, il modo migliore per arrivare da qui all'altro lato della piazza è un trenino!!" Annunciò con una serietà che poco si addiceva ad un gruppo di elfi mezzi brilli la sera di capodanno.
Ilyvrin Alastarra, Elhanna e Daryl parvero gradire la proposta, facendo subito quanto richiesto.
Elledan sembrò pensarci, poi afferrò Ylianor per la vita. "Attaccati a tuo cugino..." Le sussurrò all'orecchio, poi guardò la bionda nipotina "Gala, a te l'onore di condurci verso la salvezza... tanto sai dov'è casa mia!" Ordinò il bladesinger sorridendo.
Ellesime spalancò gli occhi vedendo Galadriel a capo di questo fantomatico 'trenino', che in realtà non aveva la minima idea di cosa potesse essere. Vide aggiungersi in coda ad Elledan un'entusiasta Azariah ed un molto meno convinto Elaith, presto seguiti da Delialh e Gildor.
Si voltò verso il giovane Durothil, perplessa "Ma cosa dovrei fare, esattamente?" Domandò.
L'elfo d'oro le sorrise, facendo appena spallucce. "Sono anche io nuovo a queste feste, ma da quanto ho visto, afferri suo nipote per la vita e segua il ritmo..." Spiego semplicemente, inchinandosi appena. "Col suo permesso, chiudo io la fila..." Commentò quando la principessa raggiunse Gildor, facendo quanto le era stato detto.
Lei annuì, un minimo frastornata. "La ringrazio, sir Durothil..." Tornò a voltarsi in avanti, sentendo che il mago la prendeva delicatamente per la vita, unendosi anche lui alla compagnia...
[Myth Dakaan, 1 Hammer 1503 - ore 07.00 circa al fuso orario di Cormanthor]
"Ma davvero non avevi mai fatto un trenino?" Galadriel fissava la principessa dei Tyriòn, scettica. "Ma no... impossibile!"
Ellesime annuì, domandandosi se non avesse bevuto forse un pò troppo: sentiva che la testa le girava appena, e di tanto in tanto rideva anche quando non le sembrava decoroso farlo. "Ti giuro, Gala!" Replicò, ricordandosi poi che forse non era il caso di usare il tu con la nipote visto la presenza di altre persone. Si fermò a riflettere, ma vide che Galadriel si limitava a scoppiare a ridere, mentre Azariah ed Elhanna la guardavano perplessa.
"Non sa cosa si è persa in passato!" Commentò l'affascinante moon elf dai capelli dorati dei Craulnober, e la giovane erede dei Nightstar al suo fianco annuì. Deliahl, poco lontano da loro, sembrò confermare. "Pienamente d'accordo. Principessa, dovrebbe partecipare più spesso alle feste di Myth Dakaan... la si vede così di rado..." Commentò sorridendole, tornando poi a voltarsi verso Gildor che la abbracciava.
Ellesime sembrò rifletterci. "Beh, ammetto di non aver mai partecipato ad un ballo stando in piazza..."
Lady Nimesin, rimasta fin ora silenziosa ad osservare le altre elfe parlare, sorrise appena. Nonostante avesse bevuto, era rimasta perfettamente lucida. "Neanche io vi avevo mai partecipato, altezza... ma per adesso devo dire che -seppur caotica- è stata un'esperienza divertente."
In un ombra poco distante da lei, Elaith sogghignò divertito. -Ora posso dire di averle viste tutte nella vita... una Nimesin ad un rave party... e si è divertita!- Socchiuse gli occhi, rilassandosi appena, continuando ad ascoltare...
Dall'altro lato del salone, Elledan, Ilyvrin, Daryl e Velnar avevano appena finito di organizzare una colazione improvvisata a base di cornetti e quant'altro il principe era riuscito a recuperare dalle cucine, e ad ottenere dai servitori invisibili.
Il mago Durothil sogghignò "Ma i servitori invisibili non dovrebbero saper apparecchiare?" Si domandò ad un tratto.
Elledan si fermò, guardandolo. "Ci avrei perso più tempo a spiegargli cosa fare..." Commentò scuotendo il capo. "Se vi secca farlo, faccio io..." Afferrò con abilità di un funambolo un vassoio con una mano e l'altro con la seconda. -Per fortuna sono ancora abbastanza sobrio...-
Daryl sbuffò, levandogli un vassoio di mano. "Non dire scemate e dammi questi cornetti!"
Al suo fianco, Ilyvrin sogghignò. "An garde, Teu'Tel Quessir! Portare i cornetti spetta a me, tu al limite prendi i bicchieri..." Commentò brandendo un cucchiaio e fingendo di minacciare Daryl, che in risposta afferrò una forchetta.
Velnar rise di gusto guardando un moon elf e un gold elf contendersi una pila di cornetti, una scena di cui nessuno gli aveva mai riferito partecipando alle feste di Illefarn. "Signori, mi dispiace dissentire: sono il più anziano e il più alto in grado tra voi due! Consegnate i cornetti e deponete le armi..." Il viso regolare dell'elfo dei Durothil si atteggiò in un'espressione artificiosa di sfida, mentre fissava con occhi dorati i due contendenti, accennando alla forchetta e al cucchiaio che i due stavano brandendo nella loro scherzosa tenzone.
Elledan sorrise guardando tutti e tre. -Direi che c'e' speranza... anche tra i gold elf...- Il suo sguardo scivolò poi dall'altro lato della sala, dove le ragazze stavano chiacchierando amabilmente con sua sorella, e il suo sorriso si allargò mentre il giovane erede dei Durothil si avvicinò alle fanciulle con un vassoio di cornetti...
[Myth Dakaan, 1 Hammer 1503 - ore 07.30 circa al fuso orario di Cormanthor]
La casa andava lentamente svuotandosi, si erano attardati solo Velnar, rimasto solo quando Elaith era andato via in compagnia di Azariah, la vulcanica Galadriel, Daryl ed Elhanna, Ellesime ed ovviamente Ylianor. Sua nipote sbadigliò appena, guardando gli unici due elfi della luna presenti. "Ragazzi, non sò voi, ma io ho proprio sonno... dopotutto a differenza vostra ho bisogno di dormire! Quindi o collasso qui, o voi due mi trascinate dall'altro lato della piazza fino a palazzo, sperando che qualcuno mi faccia entrare..."
Ellesime sbatté le palpebre, a sua volta stanca, ma felice della serata. "In effetti, anche io dovrei tornare ad Everlor... non vorrei che mia madre si preoccupasse..." Rifletté mentre Daryl, Elhanna e Galadriel prendevano congedo, avviandosi ridendo tra loro nella piazza adesso quasi deserta.
Elledan si avvicinò alla sorella sorridendole. "Io resto a Myth Dakaan, sorellina..." Il principe elfico si voltò verso Velnar, osservandolo per qualche istante. "Velnar, i Durothil a quanto sò sono ospiti al palazzo del Sole e della Luna... potresti gentilmente accompagnare mia sorella ad Everlor, quando rientri?" Domandò con tono casuale.
Il giovane mago accennò un assenso. "Sarà un onore. Quando desidera, principessa..."
L'elfa si alzò, socchiudendo appena gli occhi per un inatteso capogiro. "Forse è meglio andare adesso... credo di aver ecceduto con il vino..."
Velnar si alzò a sua volta, porgendole un braccio. "Mi sa che è un problema comune un pò a tutti questa sera..." Ammise semplicemente, inchinandosi al principe elfo e a lady Nimesin mentre si congedava...
[Everlor, 1 Hammer 1503 - ore 07.40 circa al fuso orario di Cormanthor]
"Cos'è quel mezzo sorriso?" La voce musicale di Gil Galad raggiunse non del tutto inattesa la regina, affacciata alla finestra del palazzo a guardare il sole tra gli alberi.
Amlauril si voltò sorridendogli. "La piccola è tornata..." Gli sussurrò, baciandolo appena: aveva avvertito la presenza di Ellesime non appena aveva messo piede ad Everlor..
Il Re degli Elfi si concesse una risata. "Era a Myth Dakaan, non al fronte!" Fece notare abbracciandola. "...anche se ammetto che questa sera la differenza era difficilmente apprezzabile..." Fissò la moglie con i suoi occhi cangianti. "Le farà bene diversificare un minimo le sue amicizie, e vedere cose per lei nuove..." Il suo sguardo scivolò poi verso il viale alberato che conduceva al parco del palazzo, e si concesse a sua volta un sorriso divertito.
"E tu? Come mai quel sorrisetto?" Gli sussurrò Amlauril ad un orecchio, cercando di seguire lo sguardo del Re.
"Cosa ne pensi del pro nipote di Isaryion? Sembra un ragazzo simpatico..." Le domandò casualmente.
Amlauril reclinò il capo, pensierosa. "Prima di oggi non sapevo che Isaryon avesse discendenti dell'età dei nostri figli, ma mi è sembrato un ragazzo posato, ben educato, e decisamente affabile..."
Gil Galad allargò il suo sorriso. "Beh, allora nostra figlia si è scelta un accompagnatore adeguato, nel rientrare a casa..."
[Everlor, 1 Hammer 1503 - ore 07.42 circa al fuso orario di Cormanthor]
La vista del Palazzo del Sole e della Luna ai raggi del primo sole del mattino era indubbiamente uno spettacolo incantevole, e l'elfo dai capelli neri non poté far a meno di fermarsi ad ammirarlo per qualche istante, prima di voltarsi verso la sua accompagnatrice. Stava decidendo come fosse più opportuno congedarsi dalla principessa, quando lei scosse i capelli in un gesto naturale, facendoli muovere in una cascata di oro e ambra, sorridendogli.
Velnar sbatté le palpebre, domandandosi perché un gesto così semplice avesse avuto su di lui un effetto molto simile ad un time stop.
Fissò quegli occhi azzurrissimi e quel sorriso, e per una rara volta nella sua vita non seppe cosa pensare, dire o fare. Rimase semplicemente lì, a fissarla anche se il suo cervello gli intimava pressantemente di non fare l'idiota e dire subito qualcosa!
Fu lei a spezzare il silenzio, continuando a sorridergli "E' stata una bella serata, non trova?" Domandò, accennando qualche passo verso l'ingresso del castello. "Spero che avrò l'opportunità di rivederla, sir Durothil... la sua compagnia, e quella degli amici di mio fratello, è stata inaspettatamente piacevole..."
Il mago si inchinò per nascondere il suo imbarazzo. "E' stato un piacere conoscervi, principessa... e sarà un onore avere l'opportunità di rivedervi." Sussurrò, deglutendo. "Le auguro una buona notte, e un anno nuovo piacevole com'è stata questa serata per me..."
Non riusciva a staccare lo sguardo da quegli occhi, nemmeno mentre entravano nel palazzo, e lei si guardava intorno con aria stanca ma felice, sotto lo sguardo vigile ma discreto delle guardie elfiche.
"Namarie..." Ellesime gli si allontanò di qualche passo, tornando poi a voltarsi donandogli un altro dolce sorriso. "...e buon anno anche a te, Velnar..."
L'elfo d'oro la guardò sparire su per il grande scalone del palazzo, domandandosi com'è che il suo nome detto da lei gli sembrava diverso...
[Myth Dakaan, 1 Hammer 1503 - ore 07.45 circa al fuso orario di Cormanthor]
Erano rimasti solo loro due, in una villa di circa venti stanze (o venticinque? non ricordava mai...) che affacciava sulla piazza di Myth Dakaan. Elledan fissò per qualche istante Ylianor, che stava istruendo i servitori invisibili per riassettare il salone, e le si avvicinò afferrandola per la vita, avvicinando le labbra al suo orecchio. "Tu come lo conosci Elaith?" Domandò, e non riuscì minimamente a far suonare la domanda casuale.
Ylianor sogghignò, socchiudendo appena gli occhi di ghiaccio. "Tu come conosci la gatta nera cubista di cui <<non ricordi il nome>>?" Replicò afferrandogli un polso, torcendolo, riuscendo così a divincolarsi dal suo abbraccio per fissarlo negli occhi.
Il bladesinger la fissò per qualche istante con i suoi occhi azzurrissimi, esibendosi in un sorriso sghembo. "Dhayane Illistyn... se avessi detto loro che era la sorella di Elryan si sarebbero di certo intimiditi..." Replicò avvicinandosi di qualche passo verso di lei.
L'elfa reclinò il capo in un espressione di sfida, i suoi capelli liberi che si agitavano dietro di lei come lingue di fiamma. "Hmm..." Sibilò, inarcando un sopracciglio in un'espressione scettica, mentre osservava i movimenti dell'elfo.
"Attendo ancora la mia risposta..." Fece notare Elledan, avvicinandosi ancora di un passo e scattando in avanti, riafferrandola e tirandola a se fin quando non la bloccò nel suo abbraccio. La fissò negli occhi. "Come conosci Elaith?"
Gli occhi dell'elfa erano due fessure scure. "Lo conosco da quando sono arrivata qui da Evermeet..." Sussurrò in risposta. "...è il primo elfo che io abbia incontrato che mi abbia trattato con modi cortesi... a differenza di qualcuno di mia conoscenza..."
Le labbra di Elledan si inarcarono in un sogghigno divertito, mentre le baciava il collo. "Credo di essere geloso..." Le sussurrò, bloccandola contro un muro.
"Forse dovresti esserlo..." Replicò lei, in tono freddo, attirandosi un occhiata fiammeggiante dell'elfo dai corti capelli biondi. "E forse io dovrei eliminare qualche drow di troppo..." Fece notare con aria casuale, ma come sempre aveva l'abilità di far gelare il sangue quando commentava determinate cose con una naturalità impressionante.
"Dhayane è solo un amica..." Elledan la fissò, sforzandosi di tenerla bloccata contro il muro: nonostante la bladesinger dai capelli di fiamma fosse addestrata quanto lui, e dotata di una discreta muscolatura, il principe poteva contare sulla maggiore forza e sul vantaggio in altezza per placcarla.
"Anche Elaith è un amico..." Replicò lei con un sorriso che fece bollire il sangue di Elledan.
La baciò con passione. "Un amico come me?" Domandò poi, amaramente, lasciandola andare per voltarsi di schiena. La situazione di stallo tra loro gli pesava non poco: proprio non riusciva ad accettare la decisione della donna, a suo avviso dettata solo da un assurdo tentativo di accollarsi colpe non proprie.
Ylianor chiuse gli occhi. "Hai una doccia in questo buco?" Domandò sarcasticamente, passandosi una mano tra i capelli. "Dovrei levarmi questo champagne di dosso..."
Il bladesinger si voltò lentamente, sorridendole appena e accantonando qualsiasi dubbio o gelosia. "Suppongo di si..." Disse, avviandosi in una direzione... |
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Inviato: Sab Apr 22, 2006 10:12 pm Oggetto: [Racconto] La Spada, la Nebbia ed una notte di Luna... |
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[Racconto] La Spada, la Nebbia ed una notte di Luna...
Inviato: Mar Feb 28, 2006 1:35 am
[Radura ai piedi Evereska, 13 di Hammer 1503]
La notte era fredda e immota, le stelle splendevano alte nel cielo blu nero spezzato solo dalla luce della solitaria falce di luna che luccicava lontana.
Si era lasciato alle spalle la pioggia fine come lacrime silenziose che ricopriva il triste candore di Evereska, e ora sedeva solo sull'erba, le braccia strette alle ginocchia e il mento poggiato su di esse, pensoso, osservandola.
Sin da quand'era molto piccolo, suo padre l'aveva portato spesso a giocare in quella vallata e ora, a distanza di anni, aveva preso spesso l'abitudine di venirci quando aveva bisogno di solitudine per riflettere... e ultimamente ne aveva parecchio bisogno.
Sahandrian era lì, dove era sempre stata sin da quando la sua memoria poteva spingersi, splendida e terribile, a un tempo monito e conforto per un elfo come lui.
I suoi occhi blu cobalto si chiusero lentamente, una ciocca dei corti capelli biondi gli danzò dinnanzi al volto mentre molte immagini gli si affollavano in mente: i capelli color delle fiamme di Ylianor e il duello che avevano avuto quando si erano conosciuti, le molte battaglie combattute al fianco di Michaèl, i continui battibecchi con Aldaris, la cocciutagine di Maya...
Avrebbe tanto voluto fare di più, essere più risolutivo nell'aiutare i suoi amici, e nel risolvere i molti nodi nella sua vita, ma in quel momento si sentiva una tigre in gabbia... non vi era un azione che non avesse ponderato, non una ipotesi che non avesse esaminato e poi scartato per poi giungere inequivocabilmente alla conclusione che si poteva solo attendere... e pregare...
e questo lo faceva sentire terribilmente impotente!
Poi d'improvviso, una voce nella sua mente, lontana come un ricordo...
Se saprai conservare la testa, quando intorno a te
tutti la perderanno e te ne faranno una colpa;
Se crederai in te stesso quando tutti dubiteranno,
ma saprai capire il loro dubbio;
Se saprai aspettare senza stancarti nell'attesa,
ed essere calunniato senza calunniare;
o essere odiato senza dare tu sfogo all'odio,
e non apparir troppo bello, né dire cose troppo sagge;
Se saprai sognare senza fare del Sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare senza fare del Pensiero il tuo fine;
Se saprai incontrare il Trionfo ed il Disastro
e trattare questi due impostori nello stesso modo;
Se saprai sopportare di sentire le tue parole giuste
falsate da ribaldi per farne trappole per i creduli;
o vedere le cose per cui hai dato la vita spezzate,
e curvarti e ricostruirle con logori utensili;
Se saprai fare un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un giro di testa e croce;
e perdere e ricominciare da capo
senza fiatare sulle tue perdite;
Se saprai forzare il tuo cuore, i nervi e i tendini
per assecondare il tuo volere, anche quando essi sono consumati;
e così resistere, quando non c'è più niente in te,
tranne che la tua Volontà che dice loro: Reggete!
Se saprai parlare alle folle e mantenerti virtuoso,
passeggiare con i re e non perdere la semplicità;
Se né i nemici, né gli amici potranno offenderti,
Se tutti conteranno, ma nessuno troppo;
Se saprai riempire il minuto che non perdona,
coprendo una distanza che valga i sessanta secondi;
tuo sarà il mondo e tutto ciò che esso contiene,
e, ciò che più conta, tu sarai un Elfo, figlio mio...
Elledan riaprì gli occhi di scatto, sbattendo le palpebre, fissando le stelle danzare sulla lama scura di Sahandrian. Poi si alzò in silenzio, sorridendo appena, tornando verso la Città Fortezza e i suoi fantasmi...
p.s: la poesia ovviamente non è mia ma di Kypling, ma rende l'idea che volevo rendere  |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Lun Apr 24, 2006 5:40 am Oggetto: [Racconto] Certe notti... |
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[15 Alturiak 1503 - Hullack Forest]
La cerimonia del Lateuquor, la "Comunione Naturale della Luna Crescente", era stata particolarmente suggestiva quella sera, nella bella radura dedicata ad Eilistraee.
L'elfo fissò la figura longilinea della dama dai capelli rossi. Si era concessa solo un'ultima, breve preghiera accanto alla polla immota di acqua limpida prima di allontanatasi nel bosco in silenzio, al seguito del giovane scout che era venuta ad avvertirla che al campo era giunto un messo reale.
Elledan si avvicinò a sua volta all'acqua e prese da una tasca della giubba azzurra che indossava una piccola scultura di legno; la fissò per qualche istante, prima di lasciarla su una roccia li vicino, eseguendo un ultima preghiera al Padre degli Elfi.
Poi si voltò e sparì anch'egli nel bosco, non notato dai molti dei presenti, che ancora festeggiavano.
-Perchè un messo di Everlor è venuto a cercarla?- Si ritrovò a pensare mentre camminava tra gli abeti le cui chiome erano ancora spruzzate di neve...
Il bardo dall'insolito costume piumato si sentiva addosso lo sguardo perplesso e curioso dei molti elfi intorno a lui che lo scrutavano. Si alzò, rabbrividendo appena: sarà stata l'umidità di quel luogo, che in quell'Alturiak rigido non aiutava minimamente... o forse il senso di disagio che quella strana eppur splendida cerimonia gli aveva messo addosso.
Ripensò alle forme armoniche della dama elfica che aveva danzato quella sera. Già tempo addietro era rimasto affascinato dalla rossa spadaccina, e dopo averla vista danzare quella sera il suo capriccio si era ancora più acceso, assieme all'invidia per l'elfo sfregiato dai corti capelli color dell'ambra che aveva danzato al suo fianco.
-Perchè dovrebbe preferire un elfo sfregiato a me?- Ponderò, piccato. -La sua voce e due occhi blu cobalto fanno forse passare in secondo piano quell'orribile sfregio che gli deturpa il volto?-
Poi un pensiero lo raggiunse, sgradito, e si portò istintivamente una mano al naso ancora imperfetto dopo lo scontro frontale imprevisto con delle assi di legno di mogano stagionato.
-Sarà forse per questo?- Odiava l'ex-barone umano che aveva provocato un simile scempio del suo viso perfetto, odiava il gruppo che quella sera lo aveva costretto a mostrarsi ad un pubblico così esigente in non perfetta forma...
...e ancor più odiava il giovane elfo biondo dal volto sfregiato...
-Già, lo odio...- Riflettè -... e lo invidio profondamente... Nonostante i suo capelli, di certo non curati come i miei, l'abigliamento da cacciatore e lo sfregio in pieno viso, tutti lo guardavano con ammirazione!- Ringhiò fra sè, cercando l'oggetto della sua invidia tra la folla.
E in quel momento notò che non solo il misterioso spadaccino era sparito, ma non c'era traccia della bellezza elfica dai capelli color del fuoco.
Probabilmente fu quello che lo fece andare ancor più in bestia: si alzò e si avviò alla ricerca dello spadaccino nel bosco...
L'alta figura ammantata di una elegante cappa azzurra bordata oro fissava con sguardo inespressivo la dama elfica, in attesa che ella finisse di leggere il messaggio che le aveva consegnato.
Ylianor rilesse la pergamena per una seconda volta, ponendo particolare attenzione, quando giunse alla fine, al sigillo a forma di fiore argenteo e azzurro che indicava una missiva della Regina Amlauril in persona.
Un brivido gelido le percorse la schiena.
Guardò il messo, che chiaramente non aveva altro da aggiungere, ed annuì appena. "Può andare a riferire a sua Maestà la Regina che sarò ad Everlor domani all'alba, com'ella comanda..." Assicurò.
L'elfo messagero annuì, salutando militarmente la dama prima di sparire in uno sbuffo di fumo.
Gli occhi di ghiaccio della donna si fissarono sull'arco aggraziato che segnava l'ingresso della dimora extraplanare che ospitava gli ufficiali del campo. -Perchè questa repentina convocazione?- Si domandò, sentendo improvvisamente il freddo avvolgerla...
Il raspare di artigli, l'umidità di una grotta, e due occhi spalancati nell'oscurità della notte.
Sangue.
Dolore.
Paura.
Gli occhi specchiati fissarono l'oscurità penetrandola, spingendosi verso l'esterno, verso l'imboccatura della grotta. Celati, avviluppati dal buio, nascosti dalle coltri della nebbia e del dolore...
Dolore.
Nebbia.
Paura.
Un battito veloce, quasi impazzito, di un cuore.
Rabbrividì, sentendo il gelo, il dolciastro del sangue e quell'odore di marcio e di umido... vicino... come il raspare e quel gocciolare... e lo sfrigolare...
Gli occhi si chiusero, concentrandosi sul gocciolio.
Plick...plick...
Il battito rallentò. Ma il gelo rimase... come il sangue e la putrefazione...
DARSS VRAK THRIC' SJACH-OSSVITH THRODEN'EARENK
Poteva la nebbia celare in eterno?
[Continua?] |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Ven Apr 28, 2006 8:42 pm Oggetto: Prigioni, dubbi e viaggi... |
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[16 Alturiak 1503 - Hullack Forest ore 00.30 a.m. circa]
Ylianor finì rapidamente di preparare le sue cose per partire al più presto, riflettendo timorosa su quella convocazione inattesa.
Non riusciva veramente ad immaginare un motivo per cui la Regina desiderasse la sua presenza ad Everlor... a meno che...
Un moto di stizza la pervase a quel pensiero, e i suoi occhi di ghiaccio si socchiusero in due fessure insolitamente nere. -Mi auguro per lui che non...- Una presenza alle sue spalle interruppe i suoi rabbiosi pensieri, mente voltava appena la testa per far dardeggiare lo sguardo sull'elfo immobile all'ingresso della sua stanza.
Gli occhi azzurri dell'elfo ressero quello sguardo senza timore, prima che la sua voce musicale interrompesse quel gelido silenzio, rispondendo ad una domanda inespressa. "Non è opera mia. Ignoro come te il motivo di questa convocazione..." Le disse semplicemente.
Ylianor si voltò nuovamente, completando i suoi preparativi per la partenza con un incantesimo che ridusse il suo bagaglio a dimensioni minuscole, tanto che pote' infilarlo in una tasca. "Con il suo permesso, principe, lascio il campo come richiestomi." Commentò rigirangosi ed eseguendo un saluto militare.
Il principe elfico reclinò appena il capo, sogghignando. "Permesso accordato, lady Nimesin." Replicò, guardandola di sottecchi sfilar via dalla porta...
[16 Alturiak 1503 - the Vast Swamp all'alba]
Appallottolata in una galleria fangosa.
La draghetta farfalla non riusciva a trovare una situazione peggiore in cui si era trovata in passato.
Non aveva mai sentito l'odore dei draghi neri, doveva ammetterlo, e forse quello l'aveva tratta in inganno mentre sorvolava quella palude. Si sarebbe dovuta rendere conto che era territorio di quell'infida specie di creature.
Ma ormai aveva ben poca importanza. Iniziava a temere che fosse tutta una questione di tempo: le sue illusioni non avevano ingannato il giovane drago nero, e prima o poi lui sarebbe riuscito a scavarsi un passaggio fino a lei.
Solo questione di tempo.
E, si sa, i draghi ne hanno molto, anche quando appartengono ad una specie impaziente come i neri...
[16 Alturiak 1503 - Hullack Forest ore 15.00 p.m. circa]
"MA NOOOOOOOOOOOOOOOO!!! E' UN DROW!!!" L'esclamazione attraversò tutto il campo come un boato, attraversando la darkness appena apparsa nel campo.
Elledan sogghignò nel buio magico creato da Velazar, ascoltando la risata di Zoro presto seguita dal brillio familiare del faerie fire.
Tutti quelli nel campo nella direzione di Velazar vennero inondati da uno spettrale lucore porpora, compreso lo stupefatto sottoposto di Aramis. -Devo dire a Dark di fare qualche ripetizione di vita di underdark ai suoi ragazzi...- Pensò distrattamente, mentre il suo pensiero scivolava nuovamente lontano. -Perchè richiamarla ad Everlor?- Continuava a ripetersi.
L'urlo di dolore del tiefling lo fece riscuotere dai suoi pensieri. "Zoro, piantala adesso! Ti sei divertito abbastanza..."
[17 Alturiak 1503 - Castle Coldspear]
Il giovane barone decaduto si passo una mano tra i corti capelli neri, pensieroso. Improvvisamente l'ala del castello dove Cilles lo aveva sistemato, facendosi promettere che non avrebbe tentato la fuga o altri scherzi, gli sembrava stretta.
-Grunt... vedi se proprio adesso che non posso muovermi quelle lucertole nere dovevano crear casini!- Ringhiò fra sè rabbiosamente, lanciando un occhiata fuori dalla finestra.
Una giornata dal sole velato gli si prospettò innanzi, cupa e grigia come il suo umore quel giorno. -Quella specie di piumate che vuole sembrare un elfo era quindi manovrato...- Si ritrovò a pensare, riflettendo sulle parole di Tyrell. -...mi domado da chi. Chi è questa misteriosa signora cui si riferisce?-
Un immagine gli si presentò alla mente, non richiesta: il ghigno beffardo del duca Geerth mentre Michael veniva arrestato al torneo, mesi addietro. -Che abbia pagato qualcuno per inscenare questa farsa?-
Scosse la testa -No. Per quanto sia facile ed allettante tentare di accollargli tutte le colpe, non è con simili pregiudizi che si emette un giudizio obiettivo, o si giunge ad una conclusione corretta...- Concluse, sospirando e voltando le spalle alla finestra...
[17 Alturiak 1503 - Corte Elfica di Everlor]
Una tiepida brezza primaverile agitava i rami degli alberi secolari della corte elfica, facendo frusciare le foglie.
Le due guardie, immobili ai lati del fey gate, scattarono sull'attenti in un unica mossa fluida quando l'elfa varcò quel portale con passo altero, fermandosi giusto un attimo ad osservare incantata il paesaggio. Un elfo le si fece incontro quasi subito, inchinandosi. "Lady Nimesin, sua Maestà la Regina attendeva il suo arrivo, voglia seguirmi..." Il paggio osservò per un attimo il volto dall'espressione imperscrutabile di quella che a Cormanthor era stata definita la Dama di Ghiaccio. In effetti, le voci sulla figlia del compianto Lord Kymil Nimesin erano rapide a diffondersi, e la giovane elfa che aveva d'innanzi era indubbiamente bella quanto narrato nei racconti.
Ylianor annuì, e i suoi occhi grigi si fissarono in quelli del suo interlocutore. "Faccia strada, prego." Sussurrò gentilmente, ma qualcosa in quello sguardo e nei suoi modi marziali fece sorridere l'elfo più anziano, che era uno dei veterani di Evereska.
Pugno di ferro in un guanto di velluto... una volta un suo compagno d'arme aveva definito così il modo di comandare di Lord Nimesin.
-...e sua figlia sembrava la sua degna allieva...- Accennò nuovamente un inchino, facendo cenno alla donna di seguirlo... |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Gio Mag 11, 2006 9:04 pm Oggetto: Dog-sitting di elite |
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[24 Alturiak 1503 - Hullack Forest, in serata]
L'elfo era semi sdraiato sul suo letto intento a leggere un libro, la schiena sollevata mentre si sorreggeva il mento con un gomito. Una pila di altri antichi tomi era poggiata su un basso tavolinetto poco distante da lui, in attesa di essere consultati.
Elledan si strofinò la mano libera sugli occhi, stanco, sbattendo le palpebre per tentare di riprendere la concentrazione. Era da quando si erano stabiliti nella Hullack che si documentava su Geerth, sulle precedenti guerre combattute nel Cormyr, e sulle peculiarità in battaglia dei dragoni porpora. Ed ora a quei suoi studi si era aggiunta l'ostica ricerca sulla misteriosa erinni che aveva ammaliato "Eliwan".
"...o Elwin... o Nawiel...o Sharun... o comunque egli si chiami realmente..." Riflettè cupamente, riportando il suo sguardo sul libro e sui complessi diagrammi che descrivevano alcuni dei rituali che avrebbero permesso ad una creatura di possedere il corpo di un altro essere vivente.
Un sommesso uggiolio gli segnalò di non essere più solo. I suoi occhi azzurri dardeggiarono verso la porta della stanza che aveva scelto come propria nella immensa mansion extraplanare che ospitava gli ufficiali di campo: il blink-dog del sacerdote dei Miritar era accucciato lì fuori, immobile. Abbassò lo sguardo ai piedi del letto e gli occhi scuri ed intelligenti di un cucciolo di cooshe* incrociarono il suo sguardo.
-Mal che vada, ho un futuro come dogsitter...- Rifletté causticamente.
Il cucciolotto dal pelame argentato reclinò appena il capo, emettendo una serie di suoni che voleva apparire un discorso...
Elledan sorrise. "Non prendertela con me: la tua signora non vuole." Commentò casualmente, abbassando appena il libro per osservare meglio il cucciolo. Il cagnolino -in tutto simile ad un cucciolo di lupo del nord- abbassò le orecchie appuntite, assumendo un espressione infelice.
L'elfo d'oro sbuffò. "Sò che me ne pentirò..." Ringhiò fra sè, facendo cenno al cucciolo di saltare al suo fianco.
La palletta di pelo non se lo fece ripetere, saltando sul letto scodinzolando gioiosamente ed assestando un paio di leccate in pieno volto al principe elfo.
"Ora basta però. Mettiti buono qui e fammi finire di leggere..." Sussurrò, e il piccolo cooshe ubidì accoccolandosi al suo fianco, non del tutto soddisfatto, spiando il libro con sospetto.
Dopo qualche minuto Elledan posò il tomo, corrucciato, prendendone un altro e sfogliandolo rapidamente come in cerca di qualcosa.
"Auuuuuuuuurrrrrrr?" Uggiolò il cucciolo reclinando appena il capo.
L'elfo gli lanciò un occhiata. "Non lo so... però tutta questa storia mi sembra troppo intricata per essere semplicemente il frutto di una serie di eventi scorrelati..."
"Yap!" Replicò il cooshe scodinzolando. "Grrrr auuu yap!"
"...per aver ordito tutta questa messinscena, quell'erinni non è da sottovalutare..." Elledan espirò rumorosamente. "Già il fatto che stia qui a parlarne con te dovrebbe essere indice del fatto che alla fine di questa storia avrò bisogno di una buona vacanza..."
Il cucciolo argentato gli leccò appena le dita, tirandogli una mano nel tentativo di distorglierlo dai suoi studi. Elledan lo sollevò di peso da sotto lo stomaco, avvicinandolo al suo viso. "Vorrei proprio vedere se facevi tutta questa scena con Ylianor presente..." Per tutta risposta, ricevette una sonora leccata il pieno viso.
Ripoggiò il cagnolino a terra (e lui risaltò sul letto 15 secondi dopo, accucciandosi in silenzio ai piedi dell'elfo) e riprese la sua lettura...
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*Cooshe= razza di cani elfici molto simili ai lupi selvatici, incredibilmente longevi |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Mar Giu 06, 2006 6:28 am Oggetto: [Racconto] Venti di guerra... |
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[7 Chess 1503 - Semberholme, Cormanthyr Forest, in serata]
L'elfa dai capelli color delle fiamme osservava il cielo stellato di quella notte primaverile, rimanendo vigile su quanto accadeva nelle adiacenti stanze del piccolo palazzo che era dimora usuale dei reali in visita alla comunità di Semberholme.
Seconda solo a Myth Dakaan per grandezza, la città era quasi interamente abitata da elfi della luna o dei boschi; le case erano state in parte ricavate adattando con la magia le querce e gli aceri secolari di quella parte del bosco, in parte modellando le belle rocce calcaree della valle, in modo da rendere la cittadina elfica completamente integrata nell'ambiente circostante.
Quella sera era molto silenziosa, fatto salvo per il frinire dei primi grilli. Sfiorò con una mano l'elsa della sua moonblade, come a trarne conforto, ma era innegabile che -seppur vigile e attenta nello svolgere il suo compito- il suo pensiero era altrove.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo aveva passato immobile, sola con i suoi pensieri, quando avvertì lo sguardo di due occhi dorati fissi su di lei, accompagnato dal lieve frusciare di un mantello. -_-"
Si voltò ad osservare il nuovo arrivato: Velnar Durothil era decisamente un elfo d'oro di ragguardevole statura, e il suo volto appuntito incorniciato da lunghi capelli neri era un giusto completamento per quegli occhi d'oro penetranti.
"Sembra preoccupata, Lady Nimesin..." Commentò il mago elfo, pensieroso.
Le fronde degli alberi si mossero appena, stormendo alla lieve brezza di vento foriera dell'imminente primavera. I due elfi rimasero silenziosi per qualche istante prima che lui riprendesse a parlare. "...eppure proprio qui a Semberholme la principessa non ha nulla da temere." Il mago lanciò un occhiata alla figura che era comparsa adesso all'ingresso di quel salone, un elfa poco più giovane di loro dai capelli color dell'ambra raccolti in un'elaborata acconciatura.
Gli occhi azzurrissimi della principessa Ellesime, così simili a quelli del suo gemello, si appuntarono in quelli di Ylianor, interrogativi. "Teme invero qualcosa, come Velnar suppone?" Domandò, sorpresa.
Il suo viaggio nei boschi di Cormanthor era stato sino ad ora piacevole e privo di imprevisti, e la compagnia della scorta scelta da sua madre per proteggerla si era rivelata ancor più piacevole.
L'elfa dai capelli rossi sorrise appena. "Altezza, non si preoccupi. Semberholme è una città ben difesa. Dubito che possano esservi problemi per la sua incolumità." Gli occhi di ghiaccio della donna fissarono quelli della sua nobile interlocutrice, senza esitazione.
Ellesime replicò al sorriso della bladesinger, osservandola ancora, pensosa. "Eppure qualcosa la turba..." La fanciulla dai capelli d'ambra si sfiorò le labbra con un dito, concentrandosi. "...suppongo che possa trattarsi della situazione nel Cormyr che ha coinvolto mio fratello..." Notò che Ylianor socchiudeva appena gli occhi, e non dubitò di aver centrato il punto nonostante l'imperturbabilità apparente della sua guardia del corpo personale.
Velnar, rimasto silenzioso ad ascoltare le due fanciulle, inarcò appena un sopracciglio. "A costo di apparir sprovveduto, mi tocca ammettere la mia ignoranza... cosa accade nel Cormyr? E perchè le vicende di un reame umano dovrebbero riguardare sua Altezza, il principe di Tyrion?" Domandò perplesso.
Lady Nimesin voltò lo sguardo ad incrociare quello del mago. "Ufficialmente infatti le faccende del Cormyr non sono di competenza di noi elfi, Lord Durothil. Eppure la situazione politica di quello stato umano ha toccato personalmente un caro amico del principe..." Spiegò, aggiungendo poi in un sussurro "...nonchè mio caro amico..." E in quel momento, si ritrovò a sperare che Michaèl stesse bene.
Ellesime sorrise dolcemente. "Capisco le sue preoccupazioni, Lady Nimesin..." Replicò empaticamente, sfiorandole una spalla con una carezza. "...e mi spiace che il mio viaggio la abbia portata lontano dai suoi amici in difficoltà..."
La donna dai capelli di fiamma però scosse il capo. "Altezza, sono un bladesinger... la sua incolumità è più importante di qualsiasi mia faccenda personale." Concluse freddamente, attirandosi un cenno di assenso di Velnar.
"Ciò nonostante, ho a cuore anche io le sorti di una vicenda che coinvolge mio fratello..." La principessa sorrise di un sorriso furbesco, voltandosi ed avviandosi a passo deciso in direzione di una specifica stanza del palazzo, seguita dalle sue due incuriosite guardie del corpo...  |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Gio Giu 22, 2006 10:10 pm Oggetto: [Racconto]Spie come noi... |
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[Accampamento elfico, Hullack Forest- 10 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), dopo la mezzanotte]
"...le divinazioni che ho eseguito confermano che l'umano che mi ha contattato è effettivamente una delle spie del Duca di Suzail, e che ha informazioni vitali che potrebbero segnare una chiave di volta nella guerra... inoltre ho accertato che egli non ha intenzione di tendermi trappole, ed è effettivamente preoccupato per la sua incolumità nel territorio ostile di Arabel, come mi aveva accennato contattandomi." Ylianor appuntò i suoi occhi di ghiaccio in quelli blu del suo interlocutore.
Elledan la fissò corrucciato, riflettendo sulle parole dell'elfa dai capelli di fiamma. "Ciò nonostante è inopportuno che tu vada da sola." Ylianor fece per ribattere ma un occhiata dura del principe elfico le fece per un attimo rimangiare le sue rimostranze.
"L'informatore ha contattato te, d'accordo, ma andare all'incontro da sola, per quanto tu conosca Arabel e riesca a cavartela nella maggioranza delle situazioni, è un azzardo inutile". Fece notare, portandosi una mano al mento, pensieroso, riflettendo tra sè che la sua decisione era razionale e non dettata dai sentimenti che innegabilmente provava per l'elfa che aveva di fronte.
Sospirò, indicando la figura in ombra accanto a loro."Tallyon ti farà da scorta. Avrete entrambi una gemma per ritornare qui rapidamente nel caso ve ne fosse necessità" Ordinò con un tono che non ammetteva repliche. "...provvederai inoltre a mettere in contatto telepatico noi tre per tutta la durata dell'operazione, in modo da avere un rapido riscontro della vostra situazione, e queste fantomatiche informazioni in tempo reale." Concluse.
Ylianor inarcò un sopracciglio, visibilmente irritata, ma quella volta non v'era nulla che potesse razionalmente obiettare agli ordini di Elledan.
Dalle ombre, Tallyon annuì, rimamendo come sempre silenzioso ad ascoltare i discorsi dei due ufficiali superiori, attendendo che eventualmente lo interpellassero. Un'occhiata di Elledan gli confermò infatti che l'arykerym voleva il suo parere.
"Concordo con Lord Elledan, miei signori. E reputo che scegliere proprio me per accompagnare Lady Nimesin in questa missione sia una scelta saggia, visto il mio passato di uccisore di umani, e il luogo dove avverà l'incontro..." Confermò serafico, un mezzo sorriso che gli aleggiava sul viso dai lineamenti duri.
[Quartiere vecchio di Arabel - 11 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), poco dopo l'alba]
Le due figure incappucciate avanzavano a passi misurati in quel vecchio quartiere di Arabel, guardandosi intorno. La più esile dei due, forse una donna ammantata in una cappa nera di buona fattura, procedeva spedita, come se conoscesse la strada. Il suo accompagnatore la seguiva guardingo, lanciando uno sguardo alle loro spalle di tanto in tanto.
Si fermarono a poca distanza da un edificio leggermente più grosso, recante un insegna in bella vista che raffigurava una grossa creatura dall'aspetto grottesco infilzata da una lancia. I due viaggiatori non potevano saperlo, ma la Locanda della Manticora Assassinata aveva una certa fama nell'ambiente di Arabel quale posto riservato e neutrale dove condurre ogni genere d'affare.
I molti privè riccamente adornati con pesanti tapezzerie fornivano infatti il necessario isolamento acustico e riservatezza da occhi indiscreti.
La figura ammantata in nero sollevò una mano, scambiando giusto uno sguardo con il suo accompagnatore che si defilò rapidamente scegliendo una posizione adatta per tenere d'occhio l'edificio e scattare dentro se ve ne fosse stata necessità.
Quando la sua scorta fu invisibile ai più, lei varcò la soglia della locanda con passo deciso...
[to be continued...] |
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Ylianor Nimesin
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Inviato: Dom Giu 25, 2006 1:43 am Oggetto: |
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[Sale della Giustizia, Lion's Rest- 11 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), mezzogiorno]
La biblioteca studio del Tempio di Tyr era insolitamente piena di vita quel giorno; Arthorius, l'anziano inquisitore a capo della struttura, stava ascoltando attentamente i tre giovani guerrieri suoi ospiti discutere animatamente da decine di minuti ormai.
"Non mi è chiaro!" Insistè la figura in armatura di acciaio lucido, scuotendo la testa dai lineamenti tipici degli uomini del nord.
Questo gli valse un occhiata sconsolata dell'elfo dai corti capelli biondi, che sbuffò rumorosamente alzando i suoi occhi blu cobalto al cielo, ringhiando tra i denti qualcosa in elfico che Arthorius non capì.
Il più alto e massiccio dei tre dette una manata sul tavolo, in segno evidente di disappunto. "E' UN ESEMPIO!!!!" Urlò di rimando Michaèl, teso. "Tra-tata-ta... tà! ...." Il cavaliere mimò qualcosa con le mani, tentando di farsi passare il nervoso. "Non vedo come spiegartelo in modo più evidente di così: mi sembrava che Elledan fosse stato già abbastanza chiaro!"
"Dolle naa lost" Aggiunse l'elfo borbottando tra se alcune parole. "Mike... inutile insistere." Sussurrò all'amico in elfico, rivolgendosi poi in lingua comune al Mystrano. "Cilles, se vuole fare di testa sua non è in mio potere impedirglielo, ma a mio avviso la sua mossa servirà solo a mettere Geerth in allerta, e ad annullare ogni nostro vantaggio tattico fin ora accumulato!"
Vladimir indurì l'espressione, fissando lo strano elfo sfregiato. "Capitano, il suo aiuto è ben accetto e si è dimostrato indubbiamente utilissimo, ma questo non la pone in una condizione di poter giudicare le nostre azioni! Capisco benissimo la sua preoccupazione viste le circostanze, ma il fatto che il Barone Coldspear la tenga in alta considerazione come consigliere tattico non mi è sufficiente per cambiare i miei propositi o le mie tattiche!"
Michaél si passò una mano tra i corti capelli neri, serrando la mandibola per rimangiarsi le parole che avrebbe voluto esclamare, espirò a fondo e quando fu sufficientemente calmo continuò. "Senza il portale recuperato dagli elfi saresti tagliato fuori da Suzail! Te ne rendi conto?! Senza le informazioni dello spionaggio elfico, l'esercito di High Horn di qui a qualche giorno sarebbe caduto in un imboscata!" Il suo pensiero volò per un attimo lontano, ma tentò di non farsi distrarre dalle preoccupazioni. "Cos'altro devono fare per dimostrarti che i loro suggerimenti sono degni quanto meno di essere considerati?" Ringhiò, lanciando un occhiata ad Elledan: mai come in quel momento quella discussione gli sembrava un inutile perdita di tempo...
Il mago vestito di nero ascoltava con apparente disinteresse il battibecco dei tre giovani ufficiali, ignorando gli sguardi incuriositi di Arthorius e quelli stupiti del giovane accolito da poco entrato nei War Wizard.
-Hmm... L'unico scampato ad un rituale di Bane...- Less fissò il ragazzo con i suoi occhi scuri, ma ritornò quasi subito ad appuntare il suo interesse su una frase di Elledan.
"Se vuole almeno questo mio parere, salvare quel tempio è stata una mossa sciocca! In quel caso mi sono rimesso alle sue decisioni, Barone, ma viste le circostanze adesso non posso e non voglio rischiare di sbagliare!" Stava dicendo il giovane elfo con veemenza, indicando un punto sulla mappa sul tavolo.
Less sorrise amaramente: era singolare invero il destino dei Tyrion. Un'immagine si agitò nella sua memoria, ma si sforzò di ricacciarla indietro, mentre prendeva la sua decisione. "Se mi permettete, ha ragione il ragazzo... la scelta di lasciare in piedi il tempio è folle." Commentò pacatamente, incrociando lo sguardo sollevato di Elledan e reggendo quelli dei due cavalieri senza esitazione.
L'elfo si passò una mano tra i corti capelli ambra, nervosamente. "Diola lle, Mithrandir... era quello che tentavo di spiegargli... tra le altre cose. Lasciarlo in piedi significherebbe dover stanziare un fronte di difesa per il portale e annullare l'effetto sopresa."
Less annuì mantenendo un espressione asettica, seppur stesse apprezzando il rapido maturare del ragazzo elfo. "Lascia che se ne occupi Shaula." Vide che Michaèl spalancava i suoi occhi verdi, e quell'espressione gli fece tornare in mente un altro ricordo amaro. "Un tempio si ricostruisce in breve. Un portale magico no, Lord Coldspear" Fece notare.
Dopo svariati secondi, il paladino si ritrovò ad annuire amaramente, ma in quel momento non era lui il Barone in carica a Lion's Rest... e Cilles non era disposto a cedere! "Questo mi conferma ancora una volta che è necessario che io e tutte le mie truppe raggiungiamo al più presto Suzail, ponendo il fronte proprio all'altezza del portale attendendo il nostro nemico. Il problema Arabel resta secondario, per quanto capisca il vostro interesse personale viste le vostre perdite..." Ribattè il mystrano, facendo tornare alla mente a Less quanto irritanti potessero essere i seguaci della Dea quando erano convinti (e questo accadeva molto spesso c'è da dire) di essere nel giusto...
Lionel ascoltava rapito i discorsi di strategia, evitando rispettosamente di commentare niente: si reputava già fortunato da essere stato scelto da Arthorius come suo segretario personale per quella riunione, dunque non voleva forzare la sorte.
Quello che però non si aspettava, è che quella discussione avrebbe preso una svolta così inattesa!
I tre smisero improvisamente di parlare, raggelati, fissando un oggetto comparso dal nulla al centro del tavolo.
Dopo lunghi secondi di incredulità, ]Michaèl espirò rumorosamente, dando voce alla tensione di tutti. "Una scacchiera..." Sussurrò. "Cosa significa?"
Elledan fissò gli eleganti pezzi neri e rossi apparsi a brevissima distanza da lui e si corrucciò: sembrava che fosse una partita in corso... mancavano determinati pezzi e altri erano già avanzati.
"Che screrzo è questo?" Ringhiò Cilles, sospettoso. "Potrebbe trattarsi di una trappola magica..."
Lionel prese coraggio e si schiarì la voce. "Miei signori, credo di poter asserire con sufficiente convinzione che sia un test della Signora della Strategia. Ella è solita manifestare il suo favore in battaglia facendo apparire una scacchiera: se il comandante prescento dalla Dea riesce a scoprire la mossa vincente, le sue tattiche in battaglia saranno favorite..." Indicò Elledan, sorridendo appena. "...sembra che il Cavaliere Rosso la stia mettendo alla prova, elfo."
Il bladesinger incrociò lo sguardo del ragazzo, meditabondo, ritornando poi ad abbassare gli occhi sulla scacchiera. "La mossa sarebbe quindi un qualche suggerimento per la battaglia?" Domandò rifettendo sui pezzi.
Lionel annuì, e persino Less si avvicinò alla scacchiera, incuriosito, individuando un paio di mosse possibili, e valutando quale potesse essere la migliore. Si fermò un attimo quando credette di intuire la mossa vincente, e lanciò uno sguardo ad Elledan.
Il giovane elfo era visibilmente impallidito mentre si concentrava sulla scacchiera. Lo osservò sfiorare con due dita la bella raffigurazione della regina rossa, socchiudendo appena gli occhi amaramente. "Sacrificando la Regina è matto in tre mosse..." Sussurò , osservando poi l'alfiere rosso e il cavaliere rosso.
Less annuì il suo tacito assenso, mentre gli altri si limitavano a guardare la scacchiera, confusi. "Non sono mai stato abile con gli scacchi..." Ammise amaramente Michaél, e Cilles al suo fianco mugugnò qualcosa.
"Vedete mosse migliori?" Chiese in un sussurrò l'elfo dai capelli d'ambra, i suoi occhi cobalto che si erano insolitamente scuriti.
Lionel si inserì prima che Less potesse replicare. "Temo che la partita sarebbe falsata..." Fece notare. "Se la dea ha scelto lei, vuol dire che c'è qualcosa nella sua strategia che ella ha gradito particolarmente e che ora vuole testare..."
L'elfo d'oro sorrise in maniera enigmatica, come se si fosse aspettato una risposta del genere. Rivalutò per svariati secondi tutte le mosse possibili, e ogni volta il suo sguardo tornava alla regina rossa... |
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Ylianor Nimesin
Maestro Bladesinger


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Inviato: Gio Giu 29, 2006 11:53 pm Oggetto: [Racconto] Patti, promesse e scacchi... |
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[Sale della Giustizia, Lion's Rest- 11 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), poco più tardi...]
Michaèl tirò un pugno in un muro, frustrato, ripensando al sending ricevuto dal suo nemico: oltre che scorretta e da vigliacchi, la mossa di Geerth lo metteva difronte ad un bivio che gli imponeva di scegliere tra la vita della donna che amava e che l'aveva aiutato nei momenti più difficili e la lealtà e i doveri verso il suo regno. -Maledetto...- Si passò una mano tra i corti capelli ricci, scuotendo la testa incredulo. -...fai di questa guerra una cosa personale tra noi due, e ricorri a questi mezzucci?-
La scacchiera era ancora sul tavolo, inquietante monito per i presenti in quella sala. Lanciò uno sguardo ad Elledan, che la fissava da tempo, silenzioso e apparentemente immemore della loro presenza nella stanza. Dopo interminabili minuti, l'elfo dai capelli d'ambra afferrò la regina rossa e la spostò sulla scacchiera con decisione facendole mangiare un pedone nero.
Il bladesinger socchiuse appena gli occhi sotto lo sguardo enigmatico dell'inquietante mago vestito di nero, attendendo l'inevitabile contromossa.
E infatti, i pezzi si illuminarono per qualche istante, mentre l'alfiere nero si muoveva a coprire la posizione che era stata occupata dal pezzo appena mosso da Elledan, eliminandolo dal gioco.
L'elfo socchiuse gli occhi con un espressione feroce, muovendo il suo cavallo in posizione di scacco. Alle sue spalle Less sogghignò, osservando la successiva mossa avversaria: il Re nero si spostò di una casella, evitando in tal modo lo scacco.
Michaèl, Cilles e Lionèl osservavano silenziosi la partita, solo il giovane War Wizard, più avvezzo al gioco degli scacchi, concesse un plauso mentale all'elfo.
Un sorriso lupino si dipinse sul volto di Elledan mentre muoveva la sua torre ad mangiare l'alfiere che prima aveva elminato la Regina rossa. "Scacco matto..." Dichiarò freddamente, mentre la sua torre fronteggiava il Re Nero intrappolato...
[Prigioni delle Sale della Giustizia, Lion's Rest- 11 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), imbrunire]
La figura d'ombra si agitava nella sua prigione di luce, frustrata: erano anni che Sylvia rifletteva sul fatto che inevitabilmente un giorno sarebbe stata catturata e avrebbe scontato le sue colpe, ma ora che era infine accaduto non riusciva a capacitarsene.
L'elfo scivolò all'ingresso della sua cella silenzioso, fissandola. I loro sguardi si incrociarono per molto tempo, come se valutassero le rispettive potenzialità, prima che lui parlasse. "Ti offro un opportunità di uscire da questa cella." Sibilò freddamente, continuando ad osservarla. "Tu fai esattamente quello che ti ordinerò, e alla fine di questa guerra espierai le tue colpe sotto la supervisione di noi elfi..." Fece una pausa significativa, mente Sylvia assimilava le informazioni restando silenziosa.
"Non sarò giustiziata?" Domandò a conferma di quello che ricordava di aver sentito sugli elfi, ricevendo in risposta solo un cenno di assenso dell'affascinante elfo dagli occhi color del mare in tempesta. "Hm... direi che la proposta è allettante. E visto che al momento non ho niente da perdere, accetto." Rispose serafica. "Mi sottoporrai ad un altra costrizione magica?" Aggiunse sarcastica, ricordando amaramente la maledizione che l'aveva legata in passato al Duca di Arabel.
Inaspettatamente l'elfo scosse il capo e un sorriso lupino si dipinse sul suo volto mentre attraversava il muro di luce portandosi difronte a lei. "Tradiscimi, e non ci sarà ombra in cui potrai rifugiarti dalla mia vendetta..." Occhi blu incrociarono occhi violetti.
Sylvia si ricordò del loro scontro, oltre un decennio addietro, ed ebbe la certezza che l'elfo avrebbe mantenuto la sua promessa. "Cosa devo fare?" Si informò.
[Mordenkainen's Magnificent Mansion, Hullack'Forest- 11 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), prima serata]
Elledan aveva appena finito di esporre il suo piano sotto lo sguardo impassibile di Less e quelli stupiti di Vladimir e Michaèl.
"Hmmm... potrebbe funzionare..." Sussurrò il barone Cilles dopo qualche tempo, seppur non del tutto convinto.
Michaèl espirò rumorosamente. "Non possiamo lasciare Ylianor in mano di Geerth..." Ringhiò, odiando quella sensazione di impotenza che lo attanagliava.
L'elfo gli scoccò di rimando un occhiata cupa "Liberarla o sostituirla troppo presto significherebbe solo scoprire le nostre mosse." Spiegò socchiudendo gli occhi. "Quando avremo già tutte le truppe disposte come ho detto, allora potremo liberarla... Geerth deve sentirsi sicuro di se, altrimenti non lascerà scoperta Arabel..." Lasciò cadere la frase, chiudendo gli occhi, sbiancando improvvisamente.
Less lo fissò a lungo annuendo soddisfatto, il suo pensiero che volava ad una battaglia di oltre un centennio addietro, a parole simili pronunciate da un'altro Tyrion...
[In una prigione- 11 Ches 1503 (Anno del Pugnale Nascosto), orario imprecisato]
Il comandante dei pretoriani fissò la prigioniera, soddisfatto: l'erinni era stata abile, e ora l'elfa era in loro potere.
"Ancora niente?" Domandò alla figura in armatura pesante al suo fianco.
"Ha resistito alle torture di ieri, ma è solo questione di tempo, Comandante." Assicurò il carceriere, lanciando un occhiata alla donna elfo che li stava fissando con occhi lupini dalla stretta feritoia della cella. "Ha ucciso sei guardie prima che riuscissimo a levarle tutto l'equipaggiamento... e ora la sua spada è conficcata in una delle pareti di quell'alta cella." Ringhiò. "Sembra che sia incantata in modo che nessuno possa toccarla apparte lei."
Achille sbuffò. "Quindi l'avete dovuta spostare di cella?" Domandò, chiedendosi se le protezioni della nuova prigione fossero equivalentemente buone. "Fammi sapere se ci sono progressi... e cerca di non farla morire come hai fatto con gli altri prigionieri." Ordinò ridendo di una risata perfida mentre si allontanava... |
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